Direzione - Capitolo 8

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Grigia e caotica.

Il primo passo verso la nuova vita non mi regala gioie, solo la dispersione dei miei pensieri accompagnata da un traffico ingarbugliato nelle sue stesse vie. Ma con lui al mio fianco provo ad essere più positiva.

La nuova società ci ha inviato un taxi con relativo autista per poterci portare nell'appartamento momentaneo.

Piove sopra al finestrino appannato, con la mia immagine sfuocata riflessa: " Ti piacerà amore mio" Riccardo stringe la mia mano credendo alle sue parole: " Troverai lavoro e saremo felici" deglutisco con la nausea nello stomaco, mi manca già la mia Firenze: " Ne sono certa" rispondo con la speranza che le sue aspettative si avverino.

Arriviamo nel quartiere Chelsea con tutti i bagagli pronti per essere svuotati nella nuova vita.

Sono villette su due piani, tipicamente inglesi , con piccolo porticato bianco adornato da fiori sulle finestre .

"E' molto carina" lo dico sinceramente : " Entriamo che sono curioso da morire" l'autista riparte lasciandoci le chiavi e qualche indicazione in merito a domani. Riccardo dovrà recarsi presso la sede della squadra per definire determinate clausole e per poter finalmente iniziare con gli allenamenti. Con Marni carico di valigie, varchiamo la soglia.

La porta si apre lasciandomi stupefatta. È ben arredata, con legno utilizzato praticamente ovunque. Abbiamo una scalinata in fronte all'entrata, un salotto sulla sinistra con cucina super moderna: " Andiamo a vedere la camera?"

Sorrido anticipandolo sui gradini coperti da parquet.

Con un' accelerata degna del miglior velocista, compio i primi passi prima che Lui afferri i miei fianchi. Mi divincolo arrivando per prima sulla cima, spalancando la mia vista sul letto con lenzuola azzurre. Sospiro con Marni che si fa peso del mio corpo. Abbraccia la mia vita lanciandomi sul materasso. Bacia le mie labbra, strofina il suo naso sul mio intrecciando le mani nelle mie dita: " Grazie per essere qui, lo dico sinceramente! So cosa significhi per te aver lasciato tutto, ed io te ne sono grato, ma ti giuro che farò di tutto per renderti felice" gli occhi si riempiono di lacrime per la sua sincerità, per l'amore che mi sta dimostrando: " No Sofy, non piangere" apro la sua camicia accarezzando la piccola S tatuata con la mia pelle: " Io sono già felice Riccardo, la vita è troppo corta per non esserlo" la pioggia iniziare a rigare il vetro, lasciandoci nel nostro mondo ovattato: " Voglio sposarti al più presto, veramente lo desidero, quindi io dico Maggio" sorrido complice : " Io dico il 03!" vedo una luce nei suoi occhi: "Il 03 Maggio e' perfetto! Dio Sofia, mi fai perdere il controllo. Ti voglio ti voglio ti voglio. Hai reso tutto perfetto. Avrei pagato per vederti mentre mi raggiungevi" mi alzo spogliandomi completamente, avvicinandomi alle tende beige, chiudendole : " Venga Marni, questo è il prezzo da pagare per avermi fatto correre" piega la bocca sapendo cosa voglio intendere.

Cammino per le strade grondanti di lavoratori affannati. A testa bassa mi dirigo nel luogo indicato da Riccardo.

Dobbiamo trovarci per il pranzo, ma non riesco praticamente ad orientarmi. Questa mattina mi sono svegliata presto, anche se lui era già uscito. Ho chiamato mamma avvisando del mio cambiamento improvviso di residenza , naturalmente ci ha impiegato un po' per somatizzare tutto , anche se alla fine pare che ci sia riuscita. Mentre al Museo la faccenda si è fatta più difficile. Ora mi hanno dato un periodo di aspettativa che sono certa si trasformerà in un licenziamento, anche se hanno elogiato il mio lavoro presso la loro struttura , confermandomi che in caso di referenze , avrei potuto benissimo inserire i lori contatti.

Successivamente sono uscita prendendo il necessario nel supermercato sotto casa, per poter almeno preparare qualcosa da mangiare per cena. Non ho parlato con nessuno, tranne con il cassiere che mi ha liquidata con : " Fourtyfive $" ho pagato e me ne sono ritornata nella mia cucina.

Ma ora la questione si fa più complicata. Tra metro e gente che corre verso la propria meta, ho perso la strada e per di più Marni non risponde ai miei massaggi.

Piove ancora, anzi, ha iniziato solo qualche minuto fa quindi mi sto anche bagnando il cappotto , per non parlare dei capelli oramai fradici. Faccio mente locale sulla mia posizione attuale, cercando qualche indicazione sul National Theatre ma niente mi aiuta. I cittadini mi sembrano scostanti, ho provato a domandare ad alcuni di loro ma a denti stretti mi rispondevano in un inglese che poco comprendo. Non è affatto semplice ritrovarsi nel bel mezzo di Londra, con la sua e la mia confusione.

Guardo l'orologio ed oramai è più di un'ora che mi rigiro in queste strade. Stanca entro in una birreria sedendomi al bancone. Sbatto le ciglia toccandomi i capelli. Sono inguardabili e pregni d'acqua.

Sconsolata sbuffo verso il cameriere che sorridente si avvicina: " What do you want?" Cosa vorrei mai desiderare? Qualcosa di forte! Ma cerco di resistere non volendo passare per alcolizzata: " A cup of tea, please!" sorride di nuovo avvicinandosi: " Che sei italiana, si capisce dal primo sguardo , però devo dire che il tuo accento ti tradisce del tutto!" mi parla come se fossimo amici : " Non so se sia un complimento o altro però credimi che sentirti parlare nel mia stessa lingua mi rincuora" posso chiedergli finalmente le giuste indicazioni: " Sei qui da poco?" annuisco a questo ragazzo completamente tatuato, con i capelli biondi e le labbra sottili: " Ieri" strofina i bicchieri lasciando i suoi occhi azzurri su di me:" Rimarrai tanto?" vorrei saperlo: " Non lo so" triste osservo la mia tazza fumante di the: " Londra ti ha già inghiottita?" spalanco le palpebre alzando un sopracciglio: " Intendo dire se ti sei già persa" devo essere un libro aperto per chiunque in questo momento: " Si, credo sia palese" assaggio la mia bevanda che lentamente mi scalda: " Comunque, mi chiamo Claudio. Tu?" " Sofia e questa città mi spaventa" non so per quale motivo ma la sincerità mi è sfuggita: " Non preoccuparti, è così per tutti, poi ci si orienta con il passare del tempo" osservo il pub che trasuda di birra: " E' un po' buio qui dentro" si volta lavando qualche bicchiere: " Non è buio, si dice atmosfera" alzo lo sguardo dal lavabo: " Da noi si dice tenebra" ride scrollandosi le spalle : " Sei simpatica e molto carina lady" arrossisco sprofondando il naso nella tazza , continuando a bere.

Rimango seduta qualche minuto ad ascoltare le vicende che hanno portato questo ragazzo a vivere ed a lavorare qui. Nato a Roma, si è trasferito dopo la laurea in economia, non trovando impiego in Italia. Ora sta cercando qualcosa inerente alla sua carriera scolastica, campando però come barista: " Tu?" chiede continuando a servire i clienti.

Finisco la mia tazza di the insieme al racconto molto riassuntivo della mia vita, tralasciando però la mia storia con Marni.

Non voglio confidarmi con un estraneo.

" Scusami ma ora devo andare. Potresti dirmi che strada devo fare per arrivare al Papillon Pub? Dovrebbe essere vicino al National Theatre" con movimento veloce mi raggiunge al di là del bancone, invitandomi all'esterno.

"Devi prendere la prima via a destra, girare a sinistra poi nuovamente a destra. Dovresti trovartelo di fronte" lo ringrazio di cuore estraendo i contanti: " No Sofia, offre la casa anche perché di base noi il The non lo serviamo ...quindi" lo guardo stranita insistendo: " No, veramente! Diciamo che oggi abbiamo dato vita all'incontro Un the per una chiacchierata" sorrido ringraziandolo proseguendo nella mia camminata. Prima che possa svoltate l'angolo vengo richiamata dal suo accento romano: " Sono qui se vuoi parlare ancora o per scaldarti " gli faccio un cenno con la mano accelerando il passo.

Sono in ritardo.

Vibra il mio telefono sulla strada d'arrivo : " Ciao amore, scusami ma mi sono persa" giustifico il mio ritardo ma a quanto sembra non è rilevante : " Ciao Sofy, non importa. Ti ho chiamata perché non posso rimanere a mangiare, mi porteranno fuori Londra per mostrarmi il campo in cui ci alleneremo , tra meno di dieci minuti" sorrido sconsolata sia per aver corso per niente e sia per non potere passare del tempo con lui: " Però ho una notizia grandiosa! Mi hanno contattato per una campagna pubblicitaria d'intimo, chiedendomi se volevo essere loro testimonial. Stasera a casa ne parliamo!" sarebbe questo che dovrebbe tirarmi su di morale?: " Bene amore, ma non comprendo come possa farmi sentire meglio" lo sento camminare affannosamente: " Ci sarà un party con tutte le più grandi personalità del cinema americano, dove appunto verrà presentato il nuovo capo di vestiario, e noi siamo invitati. Ti daranno vestiti meravigliosi" effettivamente questo mi rallegra molto: " Ma io sarò sempre al tuo fianco?" " Certo, non lascerò mai la tua mano!" sospiro per la sua voce così gioiosa: " Ti aspetto a casa allora. Preparo del buon pesce con vino abbinato" suoni gutturali mi fanno comprendere che la cosa gli piace: " Non vedo l'ora! A stasera" riaggancio con il telefono che ricomincia a vibrare: " Ti amo amore mio!" sorrido rispondendo: " Anch'io vita mia".

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