Quello che puoi - Vm 18 - Capitolo 14

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Sono indecisa se lasciarlo proseguire, non che Lui stia chiedendo il mio permesso, ma rimane sospeso con le labbra sul mio collo aspettando un segno.

Lo guardo dal riflesso dello specchio. Ha gli occhi chiusi, ma pieni di adrenalina.

Freme la mia pelle al tocco delle sue dita, calde e delicate, in sintonia con le mie curve.

L'indice continua a muoversi all'interno degli slip in raso, disegnando dei cerchi sul mio ventre ancora troppo incerto.

Apro la bocca in cerca di respiro valutando cosa sia giusto fare, inalo aria restituendola all'atmosfera che nel frattempo si è surriscaldata.
Le sue spalle governano le mie così come il mio corpo si ritrova risucchiato dal suo.
Il suo gioco si spinge in profondità facendomi quasi perdere l'equilibrio. Afferro il marmo del lavandino aggrappandomi con tutta la forza delle braccia, ma Lui si fa carico del mio corpo. Apre la porta battente di una toilette trascinandomi all'interno. Lavora con grinta sulla mia pelle inesperta, riempiendola di carezze. Deglutisco mentre si adagia sul mio viso, abbassandosi . Morde il mio labbro superiore strappandomi un mugolio.
Tra le sue braccia mi sento al sicuro, non posso farci nulla, è la sensazione che mi trasmette e che farà sempre.
Poi si ferma, guardandomi in un modo che mai aveva fatto. Fiata leggermente arrivando furiosamente nella mia bocca. Sento il suo sapore di uomo lasciare traccia in ogni dove. Le mani tengono ferme il mio volto con la lingua che non mi lascia tregua. Questa è voglia, ne sono sicura.
Lo osservo rendendomi conto che colui che mi sta donando la passione è un Adone, eroe dell'antica Grecia o paladino di poemi aristotelici, ha la perfezione incarnata del suo fascino mediterraneo. Lambisce la mia carne togliendomi la maglietta posando il suo viso sopra al mio seno come se non lo avesse mai visto. Poi mi guarda, accenna ad un movimento delle labbra, cerca la flebile voce: " Amami" chiede con ancora un dito dentro al mio amore.
Un grido di piacere esce dalla gola che Lui prontamente soffoca baciandomi.

Non voglio fare l'amore in questo posto, non è da noi.

Lo osservo facendogli capire che non è il luogo adatto, ma conosco Marni ed è impossibile bloccarlo.
Mi gira abbassando i miei jeans, insieme ai suoi: " Mi ami ancora Sofy?" chiede con le mie natiche sopra alle sue grandi mani: " Si" non dico altro, non esiste nemmeno il tempo per farlo quando il suo corpo mi fa sua.
Sono sulle punte ma la mia altezza risulta ancora troppo bassa. Mi cinge la vita chiedendomi di aggrapparmi ai ganci all'interno del piccolo spazio. Lo faccio con il suo ventre che duramente si scontra con la mia pelle. Colpisce con costanza facendomi quasi tremare dall'emozione . Ha un respiro accelerato ma controllato, il mio invece viaggia all'impazzata. La percezione che ho in questo momento è ben diversa da tutte le volte in cui lo abbiamo fatto. Ha la grinta che scorre nelle vene, ed io vorrei solo essere sua ,in questo modo , per tutta la vita.
Sbatte la pelle sulla mia con la voglia di urlare per quanto ora mi senta piena di Lui. Sto per cedere quando le sue mani tappano la mia bocca, continuando ad avermi. Ancora ed ancora.
Spinge sempre più a fondo ed io non resisto. Accolgo tutta la sua lunghezza in preda a desideri mai provati.
Dio se amo quest'uomo.
" Voglio sentirti gridare il mio nome" sussurro con il seno completamente sensibile: " Non serve" la sua voce è ferma: " Ti prego tesoro mio" la mia richiesta lo scioglie così come il mio cuore sentendo quelle parole. Piena di Riccardo, vengo ricoperta di baci per tutto il collo, crollando anch'io insieme a Lui che urla il mio nome.

Mi aiuta a scendere guardandomi immediatamente. Lo abbraccio con tutta me stessa per aver dubitato di poter esistere senza di Lui, come se non fosse il centro del mio universo. È un amore troppo lungo per essere annullato.

Con le pupille nelle mie cerca fiato: " Ti amo Sofy, e lo farò per sempre. Senza te sono perso, non riesco nemmeno a pensare che possa esistere una vita al di fuori della nostra. Non merito te, lo so bene che tu sei qualcosa di troppo bello per essere guastato ma ti prego, credimi quando ti dico che ti amo. Vorrei regalarti molto di più".

Non spalanco le labbra con le mie incertezze, ma assorbo. Prendo con avidità tutto ciò che sa dirmi.
Con il pollice asciugo le piccole gocce sul suo familiare viso concentrandomi sul nostro futuro. E riesco a vederlo. Siamo felici , e voglio credere che sarà così, orami non esiste alternativa, non più, anche se le cose dovranno cambiare.
Poi lo guardo meglio, con gli occhi di chi non vorrà mai più perderti: " Tu dammi quello che puoi, io farò il resto".

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