Marni - Capitolo 11

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Rimango fermo con lo sguardo immobile sulla porta. Il vetro trema ancora per la forza con la quale è stata chiusa.

Ho il battito cardiaco accellerato, ed una confusione che mi fa solo provare disgusto per me stesso.

Le ho detto cattiverie gratuite.

Con la mano sfioro la mia guancia, sono un'imbecille che si meritava più di uno schiaffo.

" L'ho persa di nuovo" sussurro alla stanza vuota.

Con furia raggiungo la strada fuori dalla nostra casa, ma lei non c'è più.
Sarà salita su qualche taxi, andando chissà dove.

Rientro senza nessuna certezza nella mente, che si è ritrovata solo in grado di partorire menzogne.

Prendo il cellulare con l'ansia nelle mani: " Cazzo se l'ho fatta grossa".

Chiamo il suo numero spostando lo sguardo verso il pavimento, dove, in mille pezzi, giace il suo telefono:

" Porca puttana " urlo tirando un calcio allo stipite.

Devo trovarla immediatamente. Non può rimanere sola in una città come Londra, nel bel mezzo della notte. Però doveva dirmelo, doveva parlarmi di questa sua amicizia. Non ha trovato la giusta occasione per accennarmelo in due dannati mesi?

Si bloccano i miei pensieri con le nocche sempre più bianche mentre la vedo su di un corpo diverso dal mio.

Non voglio pensare che ora sia corsa da Lui, non riesco a vederla con un altro uomo. Mi si pianta un dolore nello stomaco alla sola immagine della mia Sofia, felice su delle labbra che l'assaporano. Corro in camera frugando tra le sue cose, trovando solo dei libri d'amore che mai avevo visto. Apro il primo, il secono, il terzo, senza carpire nulla. Sono disperato.

Dov'è andata? Cazzo, ho paura, sono terrorizzato che le possa succedere qualcosa.

Apro il cassetto, con l'ultima speranza di trovare un indizio. Il buio è spezzato solo da lampioni per strada ed io muoio solo a pensarci. Sfoglio un romanzo d'amore, devono averci fatto anche un film con quell'attore spagnolo.

Nell'intestazione, sotto al titolo, viene riportata una dedica:

" Che la vera felicità arrivi prima dei 60 anni, ma sono sicuro che tu l'abbia già al tuo fianco"

E' firmato da quel Claudio. Non sapevo cos'avrei trovato ma queste parole mi fanno sentire ancora più incazzato.

Scendo nuovamente in salotto afferrando il telefono, componendo il numero di Lucia. Magari si è confidata, magari lei sa qualcosa.

La risposta arriva dopo cinque squilli: " Ciao Riccardo. Perché mi chiami? Sofy sta bene? "

" Ciao Lucia. Si credo, ma non ne sono sicuro"

"In che senso?"

" Ho fatto lo stronzo e lei è scappata ma non so dove sia. Ho buttato il suo cellulare a terra rompendolo e lei ora è ..." mi trema la voce.

"Stai calmo. Dove pensi possa essere andata?"

"Non ne ho idea. Abbiamo litigato perché .... Non ti ha chiamata?" Tranquillo, mi ripeto, ma non riesco a tener fermo il mio corpo che nel frattempo è uscito di casa vagando per le strade inglesi.

" No, non la sento dalla scorsa settimana. Ma cos'è successo?"

" Ho scoperto che si vedeva con uno ed io non ho creduto che fosse solo amicizia. Tu sapevi qualcosa?" la sento respirare ma la risposta non arriva.

"Riccardo, io ... So molte cose ma dovresti parlarne con lei"

" Ma non so dove cazzo è, Lucia. Se c'è qualcosa devi dirmelo!" comincio ad alterarmi senza volerlo, ma desidero soltanto averla di nuovo tra le mie braccia.

"Lei, insomma, Sofy non era felice. Non si trovava in quella vita. Me lo scriveva tutte le settimane, dopo che le chiedevo come stava procedendo la sua esperienza londinese. Tutti i giorni era a casa da sola, il lavoro non lo trovava e lei diceva che tu eri distante. Un po' troppo impegnato con te stesso. Poi ... "

"Poi cosa???" non dirmi che la metà al suo fianco è lui, non riesco a pensarlo, non ce la faccio.

"Poi ha deciso di ritornare nel bar dove lavorava  un ragazzo italiano , che mi pare avesse conosciuto i primi giorni in cui vi eravate trasferiti. Ed ha trovato un amico"

"Come faccio a sapere se Lei lo vedeva solo cosi? Se lui volesse raggirarla? Non sono sicuro che non abbia trovato conforto da qualche altra parte. So che tornavo tardi, che non le davo le giuste attenzioni, quindi è cosi dannatamente probabile che adesso lei .. No no no, Lucia non riesco, la amo troppo. Io ..." ho la mano nei capelli e le gambe che corro.

"Riccardo ... claudio è gay ... "

Mi fermo alzando lo sguardo sulla via senza fine che si apre di fronte a me.

" Cosa? Ma Sofia non mi ha detto nulla. Le ho detto cattiverie, le ho rimproverato di essere ingrassata, che era lei il problema ed anche che ero tentato da delle donne immaginarie ma non ha accennato a questa cosa" è stato cosi facile farle credere che il mio amore non era cosi forte, che ragazza nude mai esistite si introfulassero negli spogliatoi.

"Forse non voleva che tu le credessi in base a questo. Magari , e dico magari, voleva farti capire quanto si sentisse infelice e quanto rivolesse il suo uomo accanto".

" Lucia, dove abita questo ragazzo?"

"Non ne ho idea. Vorrei aiutarti ma non me lo ha mai detto. So soltanto che lavora in un bar, vicino al Theatre qualcosa".

La saluto con la certezza che la donna più importante della mia vita non mi vorrà più. Corro corro e corro ancora.

Arrivo al bar in meno di venti minuti. Entro spalcando la porta sotto all'odore della birra.

Mi avvicino al vecchio barista : " Where is Claudio?" sono certo che non sia lui.

"It's not his day job" anche nel giorno di pausa lo dovevo beccare. Però da una parte sono rincuorato, almeno Lui era in casa quando lei è arrivata: " Where does he live?" ci pensa un attimo: " I cant' say that" " Please, help me, I would found my girlfriend. She is run far way and I ..." " Ok Ok ... take this" mi passa un biglietto con sopra scritta la via. Ringrazio ricominciando la mia corsa.

Come ho fatto a pronunciare o solo a pensare quelle parole? Amo Lei, e lo farò per sempre, ma porca troia, non sono capace di tenerla al mio fianco.

Arrivo di fronte ad una palazzina in mattoni a vista.

Cerco sul citofono il nome di questo ragazzo: " Who is?"

Sospiro rispondendo immediatamente: " Sono Riccardo, cerco Sofia" sento il respiro di quest'uomo nell'interfono: " Non ti vuole parlare" ringrazio Dio per sapere almeno che è qui: " Ti prego, sono un'idiota, devo parlare, io la amo, ho sbagliato, lo so bene" la mia voce viene interrotta da quella di Claudio: " Fidati, lasciala in pace ora" poi sento parole lontane ed una voce familiare arrivare fino al piano terra: " Vattene Marni, non ho più nulla da dirti" sono perso nell'accento che una volta mi diceva quanto mia amava: " Voglio sposarti Sofy, non volevo dirti quelle cose, ero ..." la sento piangere e muoio: " Addio Riccardo".

Chiude la nostra conversazionecon il mio corpo che si accascia.

Com'è possibile che abbia distrutto il sogno della nostra vita insieme nel giro di pochi minuti?

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