9 (Lorenzo)

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Mi infilo le scarpe ed esco di casa. Dovrei sistemare le ultime cose ma non ne ho intenzione oggi. Potrei chiamare Riccardo e gli altri per provare, ma vorrei godermi un po' di aria fredda invece di rimanere chiuso in una stanza: abbiamo provato l'altro ieri e non c'è alcun problema se saltiamo qualche giorno.

Impiego un po' prima di partire e quando lo faccio respiro profondamente: andrò a farmi una camminata dove siamo stati oggi con Diana, sulle rive del lago.

Il suo volto rimane impresso nella mia mente, il suo sorriso, i suoi occhi e la sua voce, lì, stampati come fossero fatti di liquido indelebile. I suoi respiri sono ancora sul mio collo da quando le ho afferrato le mani per suonare la chitarra e lei si è voltata, il profumo dei suoi capelli sui miei pantaloni da quando si è sdraiata nel campo.

Avevo notato un cambiamento in Filippo, ma non avrei mai pensato fosse legato ad una ragazza. Me lo sono spiegato solo ora che ho conosciuto lei: riesce davvero a tirar fuori il meglio delle persone. Mi sento come una quattordicenne innamorata: le farfalle nello stomaco, gli occhi lucidi alla vista della persona amata, il cuore che accelera i battiti e spesso e volentieri la voce che trema. Ringrazio Cupido e i colpi di fulmine, insomma.

Parcheggio e scendo: questa zona in inverno è sempre deserta e credo sia il posto migliore per pensare o per rilassarsi. Sta iniziando a fare buio, ma i lampioni schiariscono la strada e il parchetto. Mi siederei, ma la sabbia entrerebbe nei vestiti, così rimango in piedi a contemplare quello spettacolo, con le mani in tasca e lo sguardo perso nell'infinito. E la mente costantemente su quella piccoletta. Vorrei dirle ciò che provo, ma credo sia troppo presto e non so come reagirebbe. Vorrei parlarle di me, raccontarle la mia storia, ma ho paura di annoiarla. E' come se di colpo, da un momento all'altro, in piena notte, la luna venisse sostituita inaspettatamente dal sole: ha davvero reso tutto migliore! Passerei le ore in sua compagnia, ma non posso di certo perseguitarla: ha la sua vita e di certo un ventenne appassionato di musica non può cambiargliela.

"Dove sei?", mi scrive Nicole. "Al lago a fare il pensatore..." Non ci sentivamo da tempo e non avevamo mai avuto rapporti stretti: ora siamo giunti persino al punto di scriverci per programmare appuntamenti con sua cugina! Lei è una ragazza davvero bella e so che le interesso, ma ora ho solo occhi per una persona... e non è lei. "Muoviti a venire prima che Diana rientri!". Non le rispondo e in poco tempo sono davanti alla porta di casa sua: ho corso un po' troppo, lo ammetto, ma fortunatamente non c'era molta gente in giro.

Il campanello suona a vuoto due volte, alla terza appare la ragazza con una felpa e un paio di leggings, spettinata e con ai piedi solo i calzini: <<Muoviti, entra e non commentare il mio look: ho freddo per essere come sempre.>>. Lei infatti è sempre impeccabile e vederla così mi fa quasi caso, senza quella solita matita nera marcata intorno agli occhi, ma provo a non darlo a vedere, anche perchè pur non essendo truccata la sua pelle e davvero liscia.

Mi fa strada in cucina, dove sono pronte due tazze di the e alcuni biscotti. Mi siedo verso la finestra e lei mi si mette davanti, tutta raggomitolata sul posto.

<<Allora, perchè sono qui?>> Sinceramente non so il motivo di questa visita, infatti.

<<Vorrei darti qualche consiglio su di lei. Sappiamo entrambi che sei un bel ragazzo, ma per conquistare la mia complicatissima cuginetta non basta l'aspetto... Vuoi conquistarla?>> Ha gli occhi con sfumature differenti e quando parla, a volte, li spalanca, evidenziandone questa caratteristica.

<<Più di ogni altra cosa.>>, confesso.

Si sporge verso di me: <<Cantarini, cosa ti sta succedendo, tesoro? Non sei mai stato romantico tu!>>

<<Lo so ma... Non ho idea di cosa mi stia succedendo. E' che la trovo così bella, cavolo, così dolce, simpatica, solare, gentile...>> E così piccola, porca miseria! E' piccola, ma non posso farci nulla: "Al cuor non si comanda".

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