39 (Lorenzo)

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Affondo le mani tra i suoi capelli mentre Diana inizia a far scivolare le sue sul mio petto; arrivata agli addominali spinge leggermente e apre gli occhi, quindi si allontana di qualche millimetro: <<Non si fa.>>.

<<Lo so...>>, dico con la voce altrettanto bassa sorridendole. Mi alzo e vado a guardare fuori dalla finestra, mentre lei si sistema alcune ciocche fuori posto con le forcine. 

<<Allora, che vogliamo fare?>> Con quella coperta addosso è ancora più dolce e la stringo tra le mie braccia mentre sospira serena.

<<Andiamo a farci un giro poi andiamo da loro?>>, propone alzando la testa al fine di guardarmi meglio.


Decidiamo di andare verso la parte più alta, laddove ci sono solo gli uccelli che cantano e la luce è leggera per le foglie dei tanti alberi; in una cosa siamo uguali: ci piace la tranquillità, anche se a lei il baccano non dispiace moltissimo. Avrei dovuto chiamare gli altri per il gruppo, ma ora come ora viene prima lei. Vorrei farle conoscere i miei compagni, comunque, anche trascorrendo un semplice pomeriggio insieme, senza musica: sono sicuro che si troverebbero benissimo insieme e sarebbe un'ottima occasione per levare ogni dubbio ad Alessandro, che pensa non sia la ragazza giusta per me data l'età.

<<Se un giorno andassimo a Roma?>> 

<<Sono minorenne, ricordi?>>, ride <<Non mi manderebbero MAI e poi MAI!>>.

Ad un tratto quello che era solo un brusio si intensifica dietro di noi e, dalla siepe, esce fuori un gruppo di ragazzi. Li fisso mentre si zittiscono man mano che escono da quelle piante e si bloccano a guardarci, a guardarmi, a guardarla. Li conosco tutti, eccetto un biondino con gli occhi azzurri che sta dietro a tutti: sono tutti del novantasette, alcuni di quelli che hanno la fama di essere i più belli del posto, quelli con cui sono uscito per qualche tempo insieme alla mia cerchia di amici durante l'estate. 

<<Cantarini?!>> Alcuni (tre) sono abbastanza simpatici, ma gli altri proprio non li sopporto: con uno siamo anche finiti a fare a botte verso settembre e da quel giorno il 99% di loro mi odia perché "Contro uno, qui, sta a significare che sei contro tutti.".

<<Massarelli! Che piacere ritrovarti...>>, faccio in tono evidentemente sarcastico.

<<E' tanto che non ti vedo in giro, ragazzo. Che ti è successo?>>, domanda lui fingendosi interessato. Non riesco a non odiarlo, è una cosa naturale! Il suo sorriso, i suoi occhi, i modi che ha mi mandano letteralmente in bestia, ma devo cercare di essere il più indifferente possibile perché se capisse ciò che provo nei suoi confronti, diventerebbe ancora peggio. <<E lei? Ciao, piacere, sono Simone Masserelli.>> Si avvicina a noi e si china per baciarle la mano, poi le fa l'occhiolino e, per il bene di Diana, faccio finta di non aver visto nulla.

<<Piacere, Simone.>> E' tremendamente tesa: glielo si sente nella voce, che sembra quella di chi ha appena visto un mostro, ma le struscio il braccio al fine di tranquillizzarla.

<<Cosa stavate facendo, eh, ragazzi? Cantarini, non ti facevo così... non con le tipe come lei, perlomeno!>> "Respira, Lorenzo, respira."

<<Cosa intendi con "le tipe come lei"?>>, domanda Diana alzandosi in piedi. Che cosa diavolo sta facendo?! 

<<Wowowo, calma tesoro! Intendevo dire che il tuo amico non è abituato a quelle più piccole, tratta altra roba, vero Cantarini?>>, mi stuzzica. Perché riesce sempre a farmi salire la voglia di far male, questo qui? Mi alzo in piedi mettendomi tra i due, fulminando con lo sguardo il ragazzo.

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