30 (Diana)

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<<Oh, si, scusatemi, ero sovrappensiero un secondo.>> "Oh, no, in realtà avevo nella mente l'immagine del mio nuovo fidanzato che se la spassava con tua sorella, Valentino, ma tranquilli che non è nulla!". Abbraccio con tutta la potenza che ho in corpo Filippo e guardo Lorenzo, che mi aveva già anticipato buttandomi contro gli occhi. <<Possiamo andare!>>, dico nervosamente e parto di corsa, con quella scena un po' più sfocata ma che ancora non vuole andarsene dalla mia visuale. 

<<Diana!>> Il maggiorenne mi afferra per il polso e mi strattona a sé, mentre gli altri procedono tranquilli prendendo distanza da noi quanto basta per lasciarci parlare in pace. <<Che succede, amore? Sei sbiancata da quando... Oh, mamma!>> Si interrompe bruscamente quando capisce e mi prende il viso tra le mani che, anche con -17°, sono abbastanza calde.

<<Non so perché, ma cavolo ho visto la scena, Lorenzo! Ho visto te e lei al lago, dove siamo stati anche noi: la baciavi e le hai messo le m...>> Mi blocca con un bacio e quando sento il suo sapore tutto sembra alleggerirsi per qualche istante.

<<Piccola, come devo dirtelo che non hai nulla a che vedere con le altre? Mi dispiace da morire, comunque: anche io se dovessi immaginarti con un altro mi infurierei e forse prenderei a pugni qualcuno o spaccherei qualcosa. Ti amo come non ho mai amato.>> Ora sono io a buttarmi contro di lui, che mi prende e mi tira su da terra con una facilità unica. 

Dopo un bacio lungo mi riposa e vedo subito Filippo e Valentino sulla porta, il secondo contro il muro e con una sigaretta tra le mani: da quando ha iniziato a fumare? Fortunatamente, per non farci pesare la situazione, entrambi guardano altrove, ma ciò non toglie che ci siamo baciati davanti a loro: <<Scusate ma dovevamo dirci una cosa.>>

<<...E siamo finiti per baciarci!>>, scherza il mio migliore amico dando una botta sulla spalla del vicino. 

<<Eh, esatto. Abbiamo reagito d'istinto!>>, continua con tono ironico il ragazzo che tengo per mano. Tutti scoppiamo a ridere e io guardo altrove, un po' rossa per l'imbarazzo e un po' distratta da due ragazzini che giocano a calcio in questo clima freddo: mi ricordano me e mia cugina quando eravamo piccole e non ci importava nulla di ciò che ci dicevano, ma uscivamo a giocare e basta. Da bravi gentiluomini tutti e tre mi danno la precedenza e non appena entro tiro un sospiro di sollievo per il calore della stanza.


A metà cena io mi rilasso del tutto e così fanno gli altri: Valentino fa domande sulla band a Lorenzo, che risponde facendo battute e Filippo non la smette di ridere per la scena di una bambina che è caduta dalla sedia nel tavolo davanti al nostro. 

<<Un giorno potresti venire a darci una mano, se ne hai voglia.>>, propone Vale a Lorenzo.

<<Aspetta, hai una band?>> Band = la mia felicità, quindi più band conosco e meglio è. Si, lo so, è una cosa strana e folle, ma non posso farci davvero nulla perché questo fatto di avere un debole per i gruppi composti da ragazzi che suonano non lo capisco neanche io. 

<<Si, siamo in quattro! Io suono la batteria. Potresti venirci a trovare, se ne hai voglia e tempo.>>

<<Assolutamente si! Io amo le band! Vengo domani se per voi va bene.>>, dico contenta, quasi facendo piccoli urli dalla gioia.

<<Va benissimo! Ti passo a prendere io.>> 

Fuori si gela davvero e non vedo l'ora di mettermi sotto le coperte. <<Ci vediamo domani, allora!>>, dico abbracciando prima Valentino e poi Filippo. Afferro la mano del mio fidanzato e ci allontaniamo lentamente, mentre i due se ne stanno lì fermi a parlare; sono davvero felicissima che abbiano riallacciato i rapporti, perché sono sempre stata certa che erano uno l'amico perfetto per l'altro, ma ovviamente ciò non mi farà allontanare da Fil, anzi.

<<Vuoi della cioccolata calda?>>, domando a Lorenzo sbattendo le palpebre per sembrare dolce.

<<Da te?>> Quando mette la bocca per sbieco è terrificantemente bello. Salgo sulla moto senza rispondergli e mi stringo forte al suo petto, un po' infreddolita e un po' stanca.


<<Me lo posi in camera, cortesemente?>>, gli domando a bassa voce porgendogli il cappotto. Tutti dormono, quindi dobbiamo evitare il più possibile di fare confusione se non vogliamo svegliarli... O almeno dovremmo perché Lorenzo, non appena svolta l'angolo per uscire dalla cucina, sbatte con la gamba sulla porta e siamo costretti a soffocare una risata. <<Solo tu!>>, gli bisbiglio all'orecchio quando torna mentre faccio cuocere il latte.


Spazio Scrittrice

E anche il capitolo trenta è andato! Sono così felice di poter condividere con qualcuno questa storia e le vostre visualizzazioni mi rendono davvero, davvero, davvero orgogliosa, soprattutto per il fatto che sono sempre in aumento, quindi GRAZIE di cuore. 

In questi giorni sto pubblicando più spesso, come avrete notato, per il fatto che sono chiusa in casa con l'influenza, ma spero davvero di guarirmi il prima possibile perché non riesco a stare ferma così a lungo: devo sempre avere qualcosa da fare, sennò non sto bene con me stessa.

Voi come state? Le malattie invernali hanno colpito anche voi?

A presto.

-Marta-


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