48 (Diana)

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L'idea di invitare a cena i ragazzi della band di Valentino è stata davvero pessima, dato che non sanno far altro che confusione, in cucina. 

<<L'olio, l'olio!>> Edward passa l'olio a Chri, che è tutto preso nel condire le omelette; Luca si è offerto per preparare la paella, dato che ha origini madrilene, mentre Valentino è concentratissimo sulla sua torta al vaniglia, che ha definito come "Il suo pezzo forte"; mi hanno detto di sedermi e di star tranquilla, ma io proprio non riesco perché l'odore di bruciato è appena svanito.

<<A cinquantacinque tirala fuori dal forno.>>, dice il batterista a qualcuno, così io faccio per alzarmi in modo da poter controllare l'ora, ma vengo bloccata all'istante: <<Ci pensiamo noi, NON PREOCCUPARTI!>>

Mi metto con la testa sul tavolo: <<Le omelette vanno levate dal fuoco, comunque.>>, rido facendo il gesto di spegnere il gas con la mano mentre li guardo correre da una parte della stanza all'altra e li sento urlare a causa delle scottature.

L'idea originale era quella di fare una specie di "reunion", come avevo proposto nel pomeriggio a Lorenzo, ma poi tutto si è deciso talmente in fretta che ognuno è andato per conto suo, eccetto noi cinque, che ci ritroviamo tutti nella cucina di casa di mia zia dove sembra sia passato un tornado: avevo invitato anche lei e Nicole, ovviamente, ma non ne hanno voluto sapere, così la prima è andata a cena con delle amiche, mentre la seconda... mah, sinceramente la seconda non so dove sia di preciso, ma non è voluta restare.

Edward si lava le mani, attacca il suo cellulare ad una cassa e, dopo essere rimasto per un secondo immobile come gli altri, spinge "play", facendo partire la canzone ad un volume smisurato che mi fa saltare dallo spavento; mentre gli altri cantano con le mani ancora in pasta, lui e Valentino cominciano a ballare schiena a schiena, poi quest'ultimo lascia il suo amico al centro e viene da me, strattonandomi su dalla sedia e facendomi iniziare a muovere dapprima piano, poi sempre più veloce, unendo il tutto a dei saltelli e a delle giravolte: sono cose davvero fuori tema per il remix di una canzone come quella, ma non ci faccio neanche tanto caso per il gran divertimento.

<<Non ti facevo così, bellezza!>>, esclama il belloccio vedendomi muovere i fianchi, così non appena fa notare la cosa io mi ricompongo, ma la cosa dura ben poco dato che poi parte un'altra canzone ben più movimentata dell'altra. 

Non appena sta per partire il "pezzo forte", squilla il telefono di casa: <<Perdonatemi>> Scappo nell'altra sala e mi fiondo sul cordless <<Pronto?>>

<<Potete abbassare la musica, grazie?!>>, dice una voce femminile e riattacca; scoppio a ridere e vado a raccontare l'accaduto ai quattro, che se ne fregano per qualche secondo finché non decido di intervenire facendo passare il volume da "100" a "20".

<<Qui è tutto finito, quindi, signorina, ci faccia l'onore di accomodarsi per gustare un ott...>> 

<<La maionese dov'è che sta?>>, domanda Valentino interrompendo il discorso di Luca, così io mi alzo e, nelle risate continue, abbraccio il secondo che si poggia sulla mia spalla, lasciando una scia tremendamente buona e forte di profumo.

Tutti si accomodano, chi di fronte e chi accanto a me, e mi puntano gli occhi addosso mentre stacco un boccone di omelette: <<Buona, via.>>, ammetto, e a quel punto si alza un'ovazione chiassosissima.

La cena prosegue alla grande tra chiacchiere, scherzi e risate, ovviamente, anche se l'imbarazzo è tanto a causa di "qualcuno" che non smette di fissarmi un secondo, lanciando battutine e pronunciando frasi a doppiosenso. 

<<Che ne dite di metterci a vedere qualcosa?>>, propone Chri. Guardo l'orologio: dieci e mezza; mi alzo e li conduco nel salone, dove ci sediamo sul tappeto e iniziamo a fare un controllo generale dei programmi possibili, anche se la scelta ricade, ovviamente, su un canale di musica.

<<Ma il dolce Lorenzo?>>, chiede Edward <<Cos'è, un miracolo l'ha convinto che potevi restare con noi soli?>>.

<<No, aveva da fare.>> Non so cosa gliene importi, ma ogni volta che sta con me deve trovare un modo per metterci di mezzo il mio ragazzo.

<<Uh e si fida a lasciarti sola con un gruppo di maschi?>> Vorrei ridere di cuore come stanno facendo gli altri, ma resto nella mia parte cercando di fare la persona più seria possibile.

<<Chiaro.>>, sorrido.

<<Ah... bene allora!>> Si avvicina a me proprio come aveva fatto Lorenzo, a gattoni, e nello stesso modo mi si piazza sopra, mentre gli altri cessano il brusio perché troppo impegnati a guardare. Tiro un respiro profondo e lo fisso dritto negli occhi.


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