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45 (Diana)

Apro gli occhi e controllo l'ora: otto e trequarti. La mia stanza è completamente buia e, per mezzo della finestra, riesco a vedere il cielo cupo e sento le goccioline di pioggia sbattere sui vetri: "Menomale che avevano messo sole!", dico dentro di me. Allungo il braccio per accendere la lampada sul mobiletto accanto al letto e mi alzo per prendere il computer, cercando di fare meno rumore possibile dato che dal corridoio proviene solo che silenzio. Nell'esatto istante in cui il desktop si illumina, mi viene in mente il messaggio che Filippo mi aveva inviato ieri sera e ho la brillante idea di invitarlo a fare colazione con noi, così gli scrivo dopo aver controllato la posta elettronica e i vari social.

"Alle nove e un quarto sono da te ché non riesco più a dormire!", risponde lui alla proposta; corro in bagno a darmi una sciacquata, a pettinarmi e preparo il necessario in cucina.

All'ora esatta in cui mi aveva detto mi arriva un messaggio con scritto di aprire e, rapidamente, corro alla porta: il ragazzo è tutto coperto, con uno spazio solo per occhi e naso; lo lascio entrare e lo abbraccio forte, bagnandomi tutto il pigiama. 

<<'Giorno, dolcezza!>>, sussurra nel mio orecchio. Lo bacio sulla guancia e lo porto di corsa in camera per dargli un asciugamano. <<Grazie, dolcezza!>> E' così tenero, questo ragazzo, che non so come faccia a non aver trovato una ragazza o ad aver perso tutti quegli amici... la gente, a volte, è proprio senza cuore! 

<<Stiamo un po' qui e poi andiamo a fare colazione, se per te va bene.>>, gli propongo; lui, ovviamente, fa solo che acconsentire, perché conoscendolo non direbbe mai di no, soprattutto a me, per non risultare sgarbato, anche se gliel'ho detto oltre mille volte di essere il più naturale possibile. <<Sai, gli amici di Valentino sono davvero simpatici>>, dico sedendomi sul letto e facendogli segno di mettersi accanto a me <<Dovresti conoscerli! C'è Luca che ti somiglia nei modi, sai! Penso che vi trovereste davvero bene!>>.

<<Si, lo so, li ho conosciuti una volta, ma qualche tempo fa ormai. Edward era il ragazzo di una che conoscevo e spesso veniva sotto casa mia a fare skate tutto solo, così ci fermavamo a chiacchierare del più e del meno lì sul muretto, hai presente?>> Faccio "Si" con la testa, immaginando per qualche secondo il "Fighetto" che cade dalla tavola ancora e ancora. <<Te invece con Lorenzo?>>, domanda asciugandosi sotto la maglia e lasciando scoprire gli addominali.

<<Bene, bene. Ieri mi ha presentato due suoi amici, Alessandro e Riccardo, ché erano venuti a fargli uno scherzo e hanno trovato anche me... E' stata una bella serata!>>

<<Vi hanno interrotto?>>, domanda con un ghigno.

<<No, macché, stavamo sparecchiando!>> "No, okay, in realtà stavamo sul pavimento a baciarci sul collo, però per carità non dirlo a nessuno, eh!", mi suggerisce la mente. <<Un giorno potremmo andare da qualche parte insieme con i ragazzi della band, io, tu e Lorenzo, se vuoi!>> Si, sarebbe davvero carino e magari potrei portare anche Nicole per farle conoscere gli altri... o forse no, perché se ne innamorerebbe subito, conoscendola!

<<Mi sei mancata in questi giorni, sai?>>, confessa Fil aprendo le braccia per farmici buttare in mezzo e io faccio una risatina stupida e gli salto addosso, facendolo cadere con la testa sul cuscino e baciandolo sulle guance come fossi un cagnolino con il padrone. 

Proprio in quell'istante la porta si apre lentamente e, non appena alziamo lo sguardo, ci ritroviamo davanti Nicole con una mano sulla bocca spalancata: <<Oddio, scusatemi, dovevo prendere un paio di calze... Scus...>> Fa per richiudere ma pronuncio il suo nome e si riaffaccia alla porta, ancora mezza insonnolita e con le occhiaie.

<<Non stavamo mica facendo chissà che, eh!>>, ridiamo tutti e due alzandoci. La abbraccio e lei lancia un'occhiata al mio amico, quasi fulminandolo, poi ritorna su di me e sorride timidamente: tra loro è successo qualcosa, sicuro!