21 (Lorenzo)

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Non risponde da nessuna parte: cellulare, casa, messaggi... Ma è possibile che ogni volta che dico qualcosa faccio danni? Sono riuscita a fare casino anche con lei, che cavolo, non ha alcuna colpa! Dico cazzate sempre, anche con chi si merita molto più di me, ma continua comunque a starmi dietro. 

<<Rispondi, Diana!>> Sbatto il telefono sul piano della cucina e do un pugno sul granito freddo. Faccio il numero altre tre volte, poi mi butto sotto la doccia, per lavarmi via tutti i pensieri e (provare a) tranquillizzarmi un po', anche se, inutile dirlo, il pensiero rimane sempre e solo lei.

Avrà letto il mio messaggio? Dovrei andare da lei e parlare, ma se si arrabbiasse di più? Gli ho già scritto di doverle parlare, ma non ha dato alcun cenno di vita. Nicole non sa nulla, così come Filippo, e questa è una cosa davvero brutta, perché se fossero stati a conoscenza dell'accaduto mi avrebbero potuto aiutare in qualche modo, ma sono all'oscuro di tutto! Sua cugina sarebbe stata la persona più adatta con cui parlare, la più adatta alla quale chiedere consiglio sul da farsi... 


Oh, al diavolo! Mi infilo il piumone e gli scarponcini, i primi vestiti che mi capitano, un cappello e, con i capelli ancora umidi, mi dirigo a piedi verso casa sua. Una, due chiamate vane, così corro per i gradini bagnati. Non appena raggiungo la porta, questa si apre di botto.

<<Lorenzo!>> Mi si fionda tra le braccia e io la tiro su da terra. Sta piangendo e la matita sulle palpebre, a causa delle lacrime miste alle gocce di pioggia, cola su tutto il suo bellissimo volto; il mio pollice non riesce a smacchiare quel nero, così rimane con dei segni sugli zigomi.

L'abbraccio dura all'incirca un minuto e mezzo: <<Piccola mia, scusa tanto. Scusa, scusa, scusa!>>, le dico baciandola sulla guancia ad ogni "scusa". La stretta tra i miei capelli si fa più forte ma senza alcun dolore, le sue gambe si irrigidiscono. 

<<Shh.>> Mi posa un bacio caldo e leggero sul collo, poi mi dice di voler scendere e si butta con la testa sul mio petto, così le faccio passare il giacchetto intorno per evitarle di bagnarsi.

Mi invita ad entrare e andiamo in camera. Chiude la porta e le si appoggia contro, quindi viene a sedersi davanti a me con la sedia girevole della scrivania.

Non riesco a trattenere la curiosità: <<Hai letto il messaggio?>>

<<Quale?>>, ride lei riferendosi ai diecimila ricevuti nelle ultime ore da me. Ecco un'altra capacità che ha: riesce a trovare il lato comico in tutto, rendendo le situazioni più leggere. 

<<Il più lungo.>>

<<Ah... si.>>

<<Cosa ne... pensi?>>

<<E' bellissimo e mi dispiace di non aver risposto: a volte mi comporto davvero come una bambina piccola!>> Fa la bocca storta e poi aggiunge: <<Lorenzo, posso farti una domanda?>>

<<Dimmi, piccola.>>

<<Te che cosa provi per me?>>, chiede con inaspettata naturalezza, senza neanche un briciolo di imbarazzo o di esitazione.

<<Mi piaci.>> Tiro un lungo sospiro, giusto per bloccare le parole "Ti amo" sulla punta della lingua prima di fare altri macelli.

I suoi occhi sembrano dire "Ah" con seccatura, ma mi si avvicina di più e si inginocchia davanti a me, con le mani sulle ginocchia: <<Quanto, Lorenzo?>>

<<Tanto, piccola. Tanto.>> Non lo aveva davvero capito, ancora? Non aveva capito che sono cotto follemente di lei? Non si vede? <<Ma non possiamo stare insieme... cioè, voglio dire... non faccio per te, ecco.>>

<<Ma non ti farà male rimanere mio amico se ti piaccio come dici?>>

<<Un po'...>>, dico alzando le spalle <<ma non me ne importa poi tanto, del mio dolore interiore. Se posso rimanere con te, fidanzato o amico che sia, lo faccio e basta. Lo voglio e basta. Te però devi far finta di nulla, okay? Come nulla fosse mai successo, come se tra me e te non ci fosse amore da parte mia, capito?>>

Stringo i denti e mi trattengo il respiro, poi lei dice "Okay.": ferisce per un primo momento, ma poi lo provo a cancellare con la sua figura, così perfetta e così dolce e delicata, come quella di un angelo.

<<Vieni, abbracciami.>>, le dico con un tono che sembra più quello di una preghiera. Si butta sul letto e mi tira all'indietro, con la testa sul cuscino e la sua sopra il mio cuore, che va veloce. I suoi capelli sono morbidi e profumati, come sempre, così mi concentro nell'accarezzarglieli mentre la fisso che chiude gli occhi.



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