4 (Diana)

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<<Ah, allora è così che si va a fare attività fisica, nel ventunesimo secolo!>> Mia zia mi aspetta davanti alla porta, appoggiata all'arco che divide corridoio e salone, con le gambe e le braccia intrecciate.

Mi faccio uscire una forte risata e lei continua: <<E' un bravissimo ragazzo.>>

<<Lo conosci?>>

<<Già. Ammettilo: ti piace, eh?>>

Faccio segno di cucirmi le labbra ed entro in cucina per bere un goccio d'acqua. Lorenzo mi piace? Inizio a girare con l'indice attorno al bicchiere, ma la voce di Nicole mi blocca: <<'Giorno!>>, dice assonnata stropicciandosi gli occhi.

Si fionda al frigo e si prepara una capiente ciotola di latte piena di cereali, quindi si siede di fronte a me.

<<Sono andata a camminare verso il lago.>>, la informo sbucciando una mela.

<<Chi te la dà tutta questa voglia di fare sport non lo so...>>

<<C'era anche Lorenzo.>> Le nostre voci si sovrappongono e al sentire quel nome lei blocca la masticazione e si gira a guardarmi con gli occhi spalancati. Sorride.

<<Che c'è?>> Vado verso la porta: dovrei darmi una bella lavata.

<<No. Niente, niente.>>, ride mettendo la ciotola nel lavandino. <<Tu sei cotta, ragazza!>>

Tiro in su gli occhi e mi chiudo in bagno. Filippo non si è ancora sentito: la partita dovrebbe essere alle dieci, quindi devo darmi una mossa.

Attacco la musica ma, mentre mi sto sciacquando il viso, Nicole entra nella stanza: era già vestita e dovrà solo spruzzarsi una goccia di profumo, immagino.

<<E sentiamo, cosa è successo con Lorenzo?>> Va a prendere il flaconcino rosa.

<<Nulla: ci siamo incontrati al bar e siamo andati a correre insieme lungo la riva. Abbiamo preso la sua moto e non nascondo che ero terrorizzata dal modo in cui correva veloce.>>

<<Argomenti?>>

<<Me, lui, musica, cinema.>> Indosso la giacca college e spengo la luce.

<<Se parli con lui di musica non vale: lo conquisti in partenza! Non si bara!>>

Dopo aver fatto il pieno alla pompa di benzina, raggiungiamo il campo sportivo vicino: ci sono tutti motorini, alcune macchinette e una ragazza che ho ri-visto da qualche parte sta scendendo dal Rover di una donna.

<<E' una cavolata, ti avverto. E' più o meno una reunion, diciamo. Solo che invece di parlare, giocano con un pallone. Ci mettiamo sugli spalti per cavoli nostri.>> Lei non è mai stata da reunion. O tanto meno da calcio! Per quel poco che ne so, me ne intendo più io che lei, anche se spesso la trovo qui, seduta a bordo campo, a conversare con i calciatori.

Le scale sono tante e strette: optiamo per un angolo sotto la tettoia, nel centro. Pulisce bene con un piede e si siede, incrociando ipiedi.

Filippo indossa una maglia a maniche corte e un paio di pantaloncini, calze alte e scarpe da... jogging? Oh mio Dio! Sapevo che era negato per questo sport, ma speravo mettesse almeno calzature adatte!

<<E insomma tu ti sei vista con Lorenzo Cantarini...>>

<<Quanto dovrai continuare con questa storia?>>, scandisco bene massaggiandomi le tempie.

<<Tanto!>>, urla. <<Non me la racconti giusta!>> Abbassa il tono, fino ad arrivare ad un sussurro o qualcosa di simile.

<<Si, invece!>>

<<No.>>

<<Si, invece!>>

<<No.>>

Non rispondo: potremmo continuare per secoli così, ma non ne ho poi tanta voglia.

Il match procede bene: 0-0, Fil inciampa almeno cinque volte, uno litiga con un tipo e rischiano quasi di fare a botte. Ma si, oltre ciò va alla grande! Io, invece, mi subisco i racconti di Nicole, ovviamente: mi parla delle sue compagne, del fatto che si sia invaghita di un certo Marco ("ma è una cosa passeggera... come le altre, del resto!", ci tiene a sottolineare con una risata), dell'episodio che le è successo al supermercato e... di Lorenzo.

<<Venite qui!>>, urla a fine partita il mio amico agitando le braccia.

<<...che poi diciamocelo, anche Filippo non è malaccio!>>

<<Ma qualcuno che non ti piaccia, esiste? Hai gli ormoni in subbuglio, piccola!>> Gli do un buffetto sulla spalla.

Il mio amico è zuppo fradicio nonostante la temperatura non sia tropicale. Mia cugina tende ad evidenziare che è stata la cosa più noiosa al mondo, questa partita. Lui mi scambia un'occhiata compassionevole perchè immagina le migliaia di parole che lei abbia sfornato a raffica come proiettili di una pistola.

<<Aspettatemi lì, vado a farmi una doccia e vi raggiungo.>>, fa indicando le panchine nel campo.

I suoi amici stanno ancora sull'erba, impegnati in chiacchiere: chi racconta la conquista fatta in montagna, chi spiega i programmi per le festività.

<<Che cavolo si guarda quello?>>, bisbiglia lei.

Effettivamente un gruppo di maschi ci sta guardando insistentemente: <<Ignora, ignora.>>, le suggerisco.

Ad un tratto il più basso viene verso di noi, con passo lento e mani intasca. Non era un giocatore, ne sono certa.

<<Desideri?>> E' così sfacciata, cavolo!

<<Quei ragazzi vorrebbero i vostri numeri.>> Sono costretta a stringermi il viso tra le mani per non scoppiargli a ridere in faccia a causa delle palpebre di Nicole che sbattono ad intermittenza, evidenziando ancor di più le folte ciglia.

Lei si alza e va verso il gruppo: che cavolo vorrà fare? <<A te lo do volentieri, il mio numero.>>, la sento esclamare. Ma che sta facendo? Mi butto con la testa contro il box e stringo i denti per essere più silenziosa possibile nel ridacchiare

<<A me invece lo dai il tuo numero?>> Apro di colpo gli occhi e mi bagno le labbra secche. Quella voce!

<<Chitarrista. Quanto tempo!>> Allungo il "quanto" il più possibile, per rendere l'esclamazione ancora più sarcastica. Ottengo uno "ahahah"che suona come una sinfonia.

<<Mi aspettavo un qualcosa del tipo: "Mi insegui, forse?"... Ti anticipo: Si. E comunque mi fa piacere rivederti!>>

<<Mi stai inseguendo?>> Inarco le sopracciglia.

<<Diciamo.>> Si siede e si leva il cappuccio: <<Non sapevo che fare e tua zia mi ha detto che stavi qui. Volevo rivederti, anche se ci siamo lasciati un'ora fa. Ma se vuoi me ne...>>

<<No, no!>> Non mi piace granchè l'idea che se ne vada, ora che lo ho rivisto.

<<Allora tranquilla che per te non me ne vado. Allora, a me invece lo dai il tuo numero?>> I suoi occhi su di me mi levano l'aria.

<<Telo do io!>>, esordisce Nicole girando le chiavi del motorino su un dito. <<Allora, segnati...>> E senza chiedermi il permesso glielo dà davvero... ed è anche quello giusto! Lui se lo segna e ripone il cellulare una volta finito: <<Grazie!>>.

Allontanandosi credo che lei dica "Non ringraziarmi.", ma non ne sono certa. Lorenzo gira il busto verso di me e mi fa una linguaccia.

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