<<Voglio che mi guardi perché mi piace essere guardata da te, cavolo!>>, strillo, poi gli volto le spalle, come se gli avessi fatto un torto. Incrocio le braccia e alzo la testa al cielo, contorcendo tutti i muscoli facciali.
<<Diana...>> Di nuovo scambio di ruoli, così lui mi viene davanti. Vorrei abbracciarlo, ma qualcosa mi impedisce di farlo, costringendomi a rimanere immobile, impassibile, mentre il suo sguardo si raddolcisce e le labbra si schiudono in un qualcosa simile ad un sorriso. <<Cosa hai detto?>>
<<Lorenzo, ho detto che mi piace essere guardata da te.>> "E fu così che la ragazza che odiava avere gli occhi puntati addosso, confessò ad un maggiorenne di amare tutto il contrario, se di mezzo c'era lui.".
<<Non lo pensi.>>
<<Si che lo penso.>> Voglio rimanere seria il più possibile, così mi do dei piccoli morsi sulla punta della lingua, giusto per risultare credibile (e arrabbiata) per una volta.
<<Mi hai respinto, Diana! Non lo pensi davvero, lo stai dicendo solo per...>> Si da un pugno sulla coscia <<Non lo so perché, ma sono certa che non lo pensi, cavolo. Lo dici perché sai che sono un coglione, ma non vuoi ammetterlo perché, cazzo, sei troppo gentile per farlo! Non diresti MAI ad una persona che è un disastro: saresti troppo maleducata e te odi la maleducazione.>>
<<E' questo che pensi, Lorenzo? Pensi che io non dica le cose in faccia per non fare del male agli altri? Pensi che sia una falsa e stia recitando dicendoti che mi piace quando mi guardi? E' questo che pensi davvero?>> Non. Piangere. Non. Piangere.
Silenzio. Il più totale silenzio, interrotto a tratti dal traffico, ma per il resto tutto tace. Mi rimetto l'anello con il quale stavo giocherellando tra le mani per ingannare la tensione e inizio a correre veloce, seguita da lui.
Vedere tanta gente mi rende felice, per una volta. Vado verso un gruppo di ragazzi che conosco di vista e noto che tra loro c'è... Filippo!
Uno di terzo F gli dà una gomitata sul braccio e gli indica la mia direzione, così lui mi viene in contro e alza un sopracciglio: <<Cosa ci fai qui?>>
<<DIANA!>> Mi sento afferrare i fianchi e la figura di Lorenzo riappare, così come fa la sua voce e il suo odore buonissimo.
<<Lorenzo, devo andare a casa.>>, faccio in tono tranquillo. <<Fil, puoi accompagnarmi?>>
<<Certo che si.>> L'attenzione degli altri è puntata su di noi, giustamente. <<Davide, mi presti la tua macchinetta?>>, chiede gentile, poi mi prende per mano e ci allontaniamo, lasciando l'altro lì. Non mi volto per non incrociarlo di nuovo, ma immagino il suo viso, cosa che farebbe troppo male guardare.
<<Cosa è successo con Lorenzo?>>
<<No, nulla, tranquillo: solo una piccola discussione.>>
<<Relativa a...?>>
"Oh, al fatto che mi è saltato addosso, io l'ho respinto, ma poi gli ho confessato che amo essere osservata da lui. Hai presente quando sembra un pervertito e non riesce a guardare altro che me? Be', ecco: io amo quando fa così!" <<No, niente, solo che ci siamo capiti male e io mi sono offesa, da permalosa quale sono.>>
<<Oh...>>, dice guardando avanti, poi continua: <<Farete pace, vedrai! Non fa altro che parlarmi di te e bla, bla, bla. Non potete litigare e poi succede! Hai visto quante volte lo facciamo io e te?>>
<<Fil, io e te non litighiamo quasi mai...>>, rido.
<<Eh lo so, ma...>> Non sa davvero cosa inventarsi: è pessimo nel rassicurare a volte. Per sdrammatizzare aumento il volume della risata e lui mi imita.
<<Va be', 'notte, 'notte!>> Lo bacio sulla guancia <<Grazie del passaggio!>>.
Alza a abbassa i fari per salutarmi, poi schiavo la porta e, facendo un rumore minimo, entro nell'ingresso buio. L'acquario illuminato diffonde un colore chiaro dalla cucina, cosa che mi fa notare mia cugina appisolata sul sofà; le rimbocco la coperta e mi chiudo in bagno per struccarmi.
Il display si illumina ripetutamente: "Un nuovo messaggio da Chitarrista Del Mio Cuore", "Un nuovo messaggio da Chitarrista Del Mio Cuore", "Una chiamata persa da Chitarrista del Mio Cuore"... Con la suoneria spenta, fortunatamente, riesco a mantenere il silenzio in tutta casa, ma quella lucina, segno evidente che mi ha cercato, mi fa venir voglia di scendere sotto e correre da lui.
Non posso chiamarlo ora, ma posso leggere i suoi messaggi: "Piccola?", "Piccola, ti prego: rispondi.", "Diana, scusa: sono solo un cretino!", "Ti prego.", "Diana.", "Piccola."... e poi ce ne è uno più lungo, uno che le mie palpebre non reggerebbero per la troppa stanchezza, ma decido comunque di provare; mi sdraio e mi metto sotto il piumone, con la testa sul cuscino morbido.
"Ti prego, rispondimi. Sono un coglione e non penso di te ciò che ho detto: sei una persona fantastica e quello che sbaglia o non dice le cose come stanno, qui, sono io. Sono io perché...".
Alla quinta riga chiudo gli occhi pesanti, con il cellulare ancora tra le mani.
STAI LEGGENDO
Frame
FanfictionDiana è una ragazza come tante: ama la musica, è una sognatrice e ha sempre qualcosa a cui pensare, che sia sola o in compagnia. Si ritrova a trascorrere le vacanze di Natale a casa di Nicole, sua cugina nonché amica, che abita in una bellissima zo...