Frame

10 (Diana)

<<Diana? Tesoro?>> Metto le mani sugli occhi ancora chiusi e mi metto a pancia in sotto <<Buongiorno!>>, sussurra Nicole accarezzandomi la fronte.

Inizio a sbattere le palpebre e in poco tempo le immagini diventano sempre più nitide: vedo il suo volto, il camino acceso, il tavolino di cristallo apparecchiato.

<<Che ore sono?>> Allungo le braccia verso l'alto e sbadiglio. 

<<Sono le nove, tesoro.>> Fa un sorriso dolce e si siede in terra: <<Guarda, qui ho preparato la colazione... So che non sarà il massimo ma spero ti piaccia: ci sono plumcakes, spremuta, frittelle, croissant e altre cose!>> Svegliarsi così è davvero bello!

La raggiungo sul pavimento ghiacciato e mi stringo in me stessa, un pochino infreddolita, quindi prendo la coperta di pile e me la giro intorno alle spalle.

<<Programmi per la mattinata?>>, dice sorseggiando il caffè.

<<Ehm... In realtà non ho programmato nulla, ancora. Credo che rimarrò qui oppure andrò a fare un giretto in centro per comprarmi un paio di guanti e una sciarpa. Vuoi venire?>>

<<Io>> La vedo arrossire e si gratta la testa <<vado con Filippo in città... Non preferisci venire con noi?>> 

Poso la tazza, mi asciugo la bocca e mi butto in terra scuotendo i piedi in aria: <<OH MIO DIO! Uscite insieme?>> 

<<No! Assolutamente no!>>

<<Oh si, invece: avete un appuntamento! "Io con quello mai!".>> Scoppio a ridere e immagino come possa essere un'uscita tra loro due.

<<Non lo è, porca miseria! Dobbiamo comprare una cosa!>>

<<Una fede nuziale?>> Lancio tanti bacini con la bocca, lei alza il dito medio e mi lancia un cuscino. 

Nicole e Filippo sarebbero una bella coppia, credo. Si, è vero, sono diversi, ma si dice che "gli opposti si attraggono", no? Be', il "vecchio lui" forse poteva andare meglio per lei, ma non posso di certo scegliere io per loro! Mi diverte l'idea di Fil che subisce tutti i racconti di mia cugina, che sbadiglia, che alza gli occhi ad ogni "Allora", ma se ha accettato di uscirci vuol dire che non si trova poi tanto male, evidentemente. Non l'avrei mai potuto immaginare e invece oggi eccoci qui... eccoli qui. Lei nega, ma secondo me è un appuntamento... e anche se non lo è sono certa che sia felice perchè mi ha confessato proprio ieri che il mio amico le sa carino. Poi c'è stato il pranzo. E si sa che più passi tempo con una persona per la quale provi interesse e più ti innamori.

<<Io esco!>>, urla dall'ingresso e la sento chiudere la porta principale. Tiro un respiro profondo e ritorno ad Avril Lavigne che canta il suo menefreghismo verso il pensiero che gli altri hanno su di lei. 

Una volta messa in ordine la camera decido di stendermi un po' sulla poltrona prima di andare via. La casa è così silenziosa che mi mette quasi paura, senza la voce di Nicole sempre pronta a lanciare un argomento differente. Chissà cosa staranno facendo quelli della classe! Mi viene da ridere al pensiero di alcuni ragazzi alla prese nel fare i regali con i parenti, ad esempio Leonardo, che fa sempre il duro. Dirà davvero a sua madre di non buttare soldi e tempo in cavolate varie, come ci ha detto? Mmm... Nahh: quando sta davanti agli adulti è molto più pacato! 

Io anche dovrei iniziare a fare qualche "cavolata" a qualcuno per Natale, ma dovrei chiedere ai destinatari: non so cosa possa interessargli e cosa no, se abbiano preferenze o possa fare di testa mia. So che a mia zia piacerebbe molto un centro tavola floreale, ma non ho idea di quali siano i suoi fiori preferiti, così come non ho idea sul numero di scarpe da comprare a Nicole o... su cosa comprare a Lorenzo. 

Appena penso al suo nome afferro il cellulare e guardo il suo contatto in rubrica, la sua foto mentre suona la chitarra e il nome con il quale mi ha detto di salvarlo: "Chitarrista". Proprio in quel momento il telefono vibra e il suono delle notifiche rende quell'ambiente un po' meno triste e solitario: "'Giorno, piccola.". Neanche a farlo apposta il mittente del messaggio è proprio lui: mi stupisco delle coincidenze della vita e sorrido al pensiero che anche lui stava pensando a me, nell'esatto istante in cui io guardavo il suo viso intrappolato in uno scatto.