Capitolo Due

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Oramai, è passata una settimana da quel giorno che non dimenticherò mai, ed è una settimana che non metto piede fuori dalla mia camera se non per farmi una doccia e andare in bagno. Non ho parlato con nessuno, non ho mangiato né bevuto nulla. Sono stata da sola, con il mio dolore e delle lente goccioline d'acqua che scendevano lungo il mio corpo quando facevo la doccia.

Nel mio letto sto facendo il fosso e la mia camera implora per vedere un filo di luce. Mi sono totalmente chiusa in me stessa, pensando e pensando a quel giorno, a quella scena che nei miei occhi e nella mia mente si sono ripetuti migliaia di volta lacerando ancora di più le mie ferite.

Purtroppo sono una ragazza che non farebbe del male ad una formica, avrei pena anche della particella vivente più piccola al mondo. Ma perché avere pena di persone o cose, quando le persone non hanno pena per te? Perché affidare alle persone il tuo cuore, quando sono pronte a calpestartelo? Adesso basta, adesso Aurora cambia: adesso imparerò a fidarmi meno delle persone e a capire che l'amore vero, come l'amicizia, esiste solo nelle fiabe. Da adesso sarò una nuova Aurora.

"Aurora?"

Ecco, puntualmente la mia mamma mi chiama, come ogni ora della giornata, da una settimana a questa parte. Mia madre non mi vede da una settimana, esattamente da quel giorno in cui la implorai di lasciarmi sola. Non le ho dato nessuna spiegazione e credo che adesso, sia di dovere. Sto facendo del male a persone che non meritano, dando tanta importanza a persone che invece, non meritano nulla.

"Aurora ci sei? Ti prego esci fuori di li, dimmi cosa è successo e magari vediamo se riusciamo a trovare una soluzione. Ti prego.."

Mi vengono le lacrime agli occhi a sentirla così abbattuta e questo mi fa capire che ho posato il mio cuore su mani sbagliate, delle mani che me l'hanno ridotto in poltiglia. Si sa però che l'amore della famiglia risana tutte le ferite, con il tempo è vero, ma l'amore della famiglia è l'unico vero amore che non passerà mai, ed io ho fatto il grande errore di starne lontana per una settimana.

Prendo un grande respiro e lentamente mi alzo dal letto. Devo farmi forza, ed incominciare a vivere, di nuovo. Cammino nella stanza buia, ma non vedo nulla e sbatto contro un qualcosa che mi fa urlare di dolore.

"Aurora tutto apposto li dentro? Ti sei rotta qualcosa? Apri ti prego."

Mi avvicino a quella che sarebbe la parete dove c'è la finestra e pian piano tiro su la serranda. Appena i raggi del sole filtrano in camera, sento un forte fastidio agli occhi.

"Mamma mia..che fastidio.." la mia voce, finalmente dopo una settimana sto parlando e credetemi, non è un suono gradevole.

"Aurora ti prego, che cosa stai combinando li dentro?"

Mi avvicino cautamente alla porta, e poggio una mano su di essa.

"Mamma aspettami in salotto, fra un po' vengo.."

"Oh santo cielo, grazie. Ti aspetto in salotto tesoro."

"Si, va bene.." sorrido lievemente, credo che questo sia il primo sorriso dopo una settimana di pianto. Ma sento, che non è un sorriso vero.

Prendo un bel respiro e lentamente giro la chiave nella serratura per aprire la porta di camera mia. In modo abbastanza lento mi dirigo verso il bagno e arrivata dentro chiudo la porta a chiave. Inizio a togliere il mio pigiama sudato, a causa di un'altra lunga notte fatta di incubi e passo davanti allo specchio per entrare dentro la doccia. Qualcosa attira la mia attenzione: ho un aspetto orribile. Delle enormi occhiaie nere sono posate sotto i miei occhi che come se non bastasse sono gonfi da morire; la pelle è di un colorito bianco latte parzialmente scremato; e poi si intravedono leggermente le ossa. Il mio sguardo scende sulla pancia: totalmente piatta. Talmente piatta da far intravedere le ossa.

L'Amore Si Muove. - Ignazio Boschetto || Il Volo #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora