Capitolo Quaranta

2.5K 101 150
                                    

Arena di Verona, backstage. Ore 20:30 p.m. Ignazio...

L'adrenalina è palpabile.

Io, Piero e Gianluca, siamo uno di fronte all'altro, davanti le scalette interne del palco pronti per la nostra 'stretta di mano'.

"Ragazzi, fra poco toccherà a voi. Mi raccomando, spaccate tutto." ci dice Michele dandoci una pacca sulle spalle con un sorriso emozionato, per poi andarsene in platea.

Siamo solamente noi, gli addetti alla scenografia audio e luci, l'orchestra e Barbara.

"Ignazio, Piero e Gianluca. Respirate, siate calmi, va bene? Sorridete sempre e comunque, anche se sotto le vostre giacche c'è il deserto del Sahara con tanto di cammelli." suggerisce Barbara sdrammatizzando, ed un po' ci riesce.

Tutti e tre annuiamo, tenendo ancora le nostre mani unite per poi scioglierle urlando la nostra parola. Dopo ciò, ci guardiamo, ed ognuno sistema qualcosa fuori posto dell'altro.

Gianluca è più rilassato. Martina l'ha un po' incoraggiato prima di andarsi a sedere anche lei, con Leonora ed Ercole in platea.
Veramente Martina ha incoraggiato un po' a tutti e tre.
Anche se ciò che mi ha detto mi ha fatto rimanere a bocca aperta.

"Ricordati di non perdere mai le speranze Ignazio. I desideri sono sogni che diventano realtà."

Mi ha sussurrato questa frase all'orecchio mentre mi salutava prima di andarsene.
Chissà che voleva dire..

Piero, dopo il suo immancabile piatto di spaghetti fatto da zio Gaetano sta meglio, anche se la tensione gliela si legge in volto.

Ed io, io me la sto facendo sotto.
Però, cerco di non pensarci a ciò che si trova al di la del backstage.
Penso alle carezze di mamma, alle parole confortanti di Nina che mi invitavano a guardare nella platea alla mia sinistra del palco per avere un incoraggiamento da parte loro, e a ciò che mi ha detto Aurora. Ovvero che lei sarà con me, dentro il mio cuore.

Ma a distrarmi dai miei pensieri, è il brusio iniziale che si trasforma in urla quando l'orchestra in modo molto ordinato, fa il suo ingresso sul palco.

E li, ci guardiamo tutti e tre negli occhi. Una sola è l'emozione che stiamo provando: adrenalina.

Si, siamo adrenalinici, andiamo saltellando sui nostri stessi posti, respiriamo a fatica e stiamo pure sudando. Infatti Barbara ci tampona con dei fazzoletti di cotone.

"Tranquilli, andrà alla grande." continua a tranquillizzarci la nostra assistente.

Santa donna, che pazienza che ha per badare con noi tre.

"Ragazzi, qui ci sono i vostri auricolari ed i vostri microfoni." ci dice il nostro addetto porgendoceli.

"Grazie." diciamo all'unisono.

E così, poco dopo averli messi, sentiamo Gianpiero sussurrarci nelle cuffiette..

"L'arena è stracolma. Solo per voi ragazzi. Buona fortuna."

E dire che queste parole ci danno la carica, è nulla.

Ad un tratto, iniziamo a vedere le luci farsi più soffuse di prima: l'orchestra è quasi al buio.
Il brusio irrequieto che proveniva dall'arena, inizia a trasformarsi in silenzio.
E le dolci note, che si disperdono nell'aria, sembrano quasi una magia.

"Ragazzi ci siamo.." sussurra Piero con voce tremante.

Alle sue parole, sento una stretta allo stomaco incredibile.

L'Amore Si Muove. - Ignazio Boschetto || Il Volo #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora