Capitolo Undici

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In hotel, Ignazio...

Apro la porta della mia camera d'albergo e posando il borsone per terra, mi butto sul letto. Ancora non mi sembra vero che abbiamo finito, questa sera è stata veramente ricca di emozioni. E chi se lo sarebbe mai aspettato una cosa simile..

La canzone di Gian, ma in particolar modo quella scena e quella frase, è come se avessero risvegliato in me qualcosa, qualcosa di cui ancora non mi ero accorto, o forse.. forse qualcosa che dentro di me avevo dimenticato...

La sofferenza passata, ha fatto si che accantonassi l'idea di farmi piacere una ragazza e quindi ha fatto si che non mi rendessi conto dei miei comportamenti nei confronti di Aurora, che sono stati poco 'amichevoli', per così dire. Purtroppo la paura delle volte gioca brutti scherzi, in particolar modo la paura d'amare.

Una cosa che mi ha fatto venire i brividi questa sera è stato nel mentre cantavo 'Memory': qualcosa mi ha fatto pensare a lei, ad Aurora. Quando cantavo, ogni singola frase è come se fosse stata rivolta a lei. In particolar modo, nel momento in cui ho cantato la frase: 'Se mi tocchi, capirai cosa sia la felicità' ho sentito il mio cuore battere più forte ed i suoi occhi mi si sono impressi nella mente...

Non so perché, ma in quel preciso istante avrei voluto stringerla così forte a me e farla sorridere.. forse per farle capire che io sono al suo fianco, che se vuole può contare su di me, come amico magari... Forse anche perché questa mattina mi ha detto che devo sorridere per lei, perché è grazie a me, a noi, che lei sorride quando si sente morire.

Lo giuro: le sue parole, il suo tono di voce, ma a maggior ragione i suoi occhi, trapelavano sofferenza.

Cos'è che può distruggere così tanto una persona?

"La sofferenza, causata da una persona a cui hai dato tanto.." risponde la mia coscienza.

Sospiro. Io ne so qualcosa, e questo qualcosa mi sta impedendo di vivere la mia vita al cento per cento.

Mi alzo dal letto e inizio a spogliarmi. Chissà che cosa starà facendo Aurora.. L'ho lasciata nella hall insieme ai miei genitori e gli altri mentre decidevano se mangiare o meno al ristorante dell'hotel.

Perché non sono andato? Perché l'unico mio desiderio è stato quello di rifugiarmi in un posto 'mio' e questa camera è l'unica mia salvezza questa sera.

Mi dirigo in bagno, e dopo essermi liberato di tutti gli indumenti entro dentro la doccia chiudendomi dentro ed aprendo il getto d'acqua. Chiudo gli occhi poggiandomi al muro: mi sento un idiota patentato. Seriamente.

Cioè, va bene essere scosso dalla consapevolezza che Aurora non mi è indifferente, va bene sentirmi imbarazzato nei suoi confronti in un momento simile, ma.. sono stato talmente idiota a non darle nemmeno un bacio sulla guancia. Ho visto i suoi occhi cercare i miei, ho visto come si aspettava un mio abbraccio o anche una carezza. Ed io come se avessi paura di bruciarmi, sono corso via a nascondermi. Del resto è quello che sto facendo ancora.

Si, forse è vero, ho ancora paura di bruciarmi, ho paura ad avvicinarmi a lei, ho paura che possa cedere alle mie debolezze dopo aver finalmente capito cosa mi prende. Ma caspita ho vent'anni, devo buttarmi, se non lo faccio adesso, quando avrò la possibilità di farlo? Che ceda anche alle mie debolezze, come dico sempre, e l'ho anche tatuato sulla pelle: 'Carpe Diem'.

"Ti piace Aurora? Conquistala." suggerisce il mio 'io interiore'.

Andiamo bene, adesso parlo anche con me stesso.. Ah, le donne! Che cosa fanno a noi uomini..

L'Amore Si Muove. - Ignazio Boschetto || Il Volo #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora