{27° Capitolo}

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[Capitolo ventisette]

John

«Signor Holmes, a che serve questo coso? E questa? È una pistola vera? Cosa succede se mischio questo liquido blu con quello rosso, signor Holmes?»

«Sherlock, togli subito quella roba dal tavolo, prima che Simon si faccia male!» urlo, cercando di nascondere negli scaffali più alti alcune delle strane pozioni del mio amico, per allontanarle dalla portata di Simon Masting.

«Andiamo, John! Non vedi che si sta divertendo un mondo?» replica lui, arrivando in cucina.

«Questo non è un parco divertimenti, e se si brucerà una mano con uno dei tuoi acidi, sarà tutta colpa tua!»

«Quanto sei pessimista!» sbuffa Sherlock, mentre prende il piccolo Masting per un braccio e lo fa sedere sulla sua poltrona. Io rimango in cucina, continuando a levare provette e piastrine dal tavolo, sbirciando la situazione dalla porta aperta.

«Allora, Simon: è tutto chiaro?»

Il bambino annuisce, con un sorriso. «Sì! Devo nascondermi nella cucina e aspettare il suo segnale e poi devo abbracciare mamma e papà e ringraziarli per la vacanza» recita tutto d'un fiato. Poi aggrotta la fronte e guarda Sherlock, interrogativo. «Sei sicuro che non si arrabbierà, se lo dico e non mantengo la promessa che ho fatto?»

«Sì, Simon. Del tutto sicuro»

«Quale sarà la mia ricompensa?» chiede poi l'altro, inclinando la testa di lato.

«Ricompensa?» ripete Sherlock, sorridendo appena. «Sei proprio uguale ai tuoi genitori, sai?»

«Sono piccolo, ma non stupido» dice il bambino, orgoglioso. «Posso vedere come risolvi un crimine?»

«Solo dopo che avrai rivisto i tuoi genitori»

«Ehi, ma così non vale! Cosa mi dice che manterrai la promessa?»

«Abbiamo un patto, Simon, non dimenticarlo»

Il bambino imbroncia lo sguardo e sbuffa sonoramente. «E va bene, signor Holmes» brontola, incrociando le braccia al petto.

Il mio coinquilino sorride, vittorioso. «Adesso vai in cucina, prima che arrivino i tuoi e ti vedano»

Il piccolo Masting si alza e, continuando a tenere le braccia incrociate, se ne va in cucina a passi lenti. «Perché ho accettato?» borbotta.

«Ehi!» lo ferma Sherlock. «Se fai il bravo e ti attieni al piano, ti faccio vedere cosa succede se mischi il liquido blu con quello rosso»

«Davvero?» fa Simon, con un improvviso guizzo negli occhi.

«Solo se non lo dirai ai tuoi genitori»

«Va bene, va bene!» urla il bambino, zampettando per il resto del breve tragitto fino all'altra stanza. «Sentito, signor Watson? Assisterò ad un esperimento!» mi dice, entusiasta.

Tutto quello che riesco a fare è abbozzare un sorriso, mentre ripongo su un alto scaffale l'ultima ampolla piena di uno strano liquido denso, color verdognolo. Poi ritorno nel piccolo soggiorno e mi avvicino al mio coinquilino, che viene verso di me.

«Sherlock...»

«Sì?» fa lui, chiudendo la porta della cucina che dà alle scale.

«Ha solo sette anni...»

«Sì, lo so» continua, chiudendo anche quella a vetri.

«Non puoi fargli assistere all'esplosione della cucina »

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