{64° Capitolo}

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"Nobody said it was easy,

it's such a shame for us to part.

Nobody said it was easy,

no one ever said it would be this hard.

Oh, take me back to the start."

-Coldplay, "The Scientist"

[Capitolo sessantaquattro]

Jane

Terzo Natale in casa Holmes, e comunque tutto continua a sembrarmi come nuovo: le decorazioni rosse, la tavola apparecchiata a puntino, il fuoco che arde nella vecchia stufa e il profumo di dolce, caramello e cioccolato, e di pane ancora caldo di forno. Prendo una bella annusata e poi rituffo le labbra nella mia tisana allo zenzero, contenta che il raffreddore stia guarendo tanto velocemente.

«È così bello tornare a sentire gli odori!» esclamo, con fare entusiasta.

«Soprattutto a Natale» concorda Mary, seduta su una poltrona accanto alla mia, una coperta di lana ed una tazza di tè a riscaldarla. «Quando persino a Londra le strade profumano di buono»

«Già» sorrido io, prima di prendere un altro sorso. «Comunque... Helen ha fatto una scelta coraggiosa, a lasciare il lavoro per i figli» riprendo il discorso, accennando al libro di matematica scritto dalla madre di Sherlock, e che ora Mary sfoglia con interesse.

«Oh, sì» Carlton annuisce, inserendo un pezzo di legno nella stufa accesa. «Lo penso anche io. Le avevo proposto di continuare lo stesso, ma...» Si tira su, voltandosi poi verso di noi per rivolgerci un sorriso gentile. «Non sono mai riuscito a discutere con lei. Io sono una specie di idiota, lo ammetto. Ma lei è... Incredibilmente sexy»

«Oh, mio Dio, Carlton!» ridacchio, con tono leggermente disapprovante.

«Lei è l'unico sano, vero?»

L'uomo guarda Mary, con occhi furbi che poi rivolge anche a me. «Voi no?»

I nostri sorrisi scompaiono in un istante, una veloce occhiata passa da me a Mary in meno di un secondo.

«Si può dire...»

Mormoro appena, più forte comunque del rumore metallico della porta alle spalle di Carlton, quella che dà sul vestibolo, che si apre, cigolando sui cardini. Attira l'attenzione di tutti e tre e la distoglie allo stesso tempo, quando sulla soglia appare John, come di fretta, impaziente per qualcosa. Tra le braccia tiene Aden, che si guarda attorno con fare incuriosito.

Mary torna a leggere, sfogliando le pagine de "La dinamica della combustione" più velocemente del tuffo che deve aver fatto il suo cuore.

«Scusate, io...» John comincia e subito si ferma. Guarda Mary, poi Carlton, poi me.

«Beh... Volete rimanere soli?» chiede il vecchio Holmes, già avviandosi verso la porta.

«Se non le dispiace» aggiunge l'altro, imbarazzato.

«No, certo che no. Vado a vedere se posso essere... di aiuto altrove»

«Oh, vengo con te» mi affretto ad alzarmi dalla poltrona, trascinandomi dietro la coperta che ho posata sulle spalle. «Vedo se Helen ha ancora un po' della sua tisana allo zenzero» Mi avvicino a John, che mi passa Aden con un gesto automatico, quasi distratto, lo sguardo ancora rivolto a Mary. «Andiamo a giocare di là, che dici?»

Ci chiudiamo la porta alle spalle, ritrovandoci nel vestibolo, dove Sherlock è intento ad indossare il proprio cappotto, pronto ad uscire nella fredda aria di fine dicembre. Lo supero, dopo esserci scambiati un brevissimo sguardo, dirigendomi quindi verso la sala da pranzo, a destra rispetto all'ingresso principale, e poso Aden sul tappeto, dove sono disordinatamente sparsi i suoi giochi colorati. Rimango in piedi.

222B, Baker StreetDove le storie prendono vita. Scoprilo ora