{60° Capitolo}

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"I remember it now, it takes me back to when it all first started,

but I've only got myself to blame for it, and I accept that now.

It's time to let it go, go out and start again,

but it's not that easy..."

-Kodaline, "High Hopes"

[Capitolo sessanta]

Jane

«Come puoi non ricordarti di Nolan? Siete praticamente cresciuti insieme!»

«Non puoi pretendere che ricordi ogni singola persona che ho incontrato nel corso della mia esistenza, visto che, indovina un po', sono leggermente tante»

Mi passo la cornetta del telefono da un orecchio all'altro, in una posizione più comoda, per poi posarlo tra la spalla e la testa e tornare a scrivere veloce sul mio blocco di appunti.

«Andiamo, Nolan Green! Avete fatto le elementari e parte delle superiori insieme, ricordi?»

Alzo lo sguardo dalle parole fitte scritte sulla carta, aggrotto la fronte e fisso lo spazio davanti a me, come se mi trovassi effettivamente davanti a mia madre.

«Non mi starai mica dicendo di aver incontrato quel Nolan Green, vero?» chiedo, con tono di voce leggermente allarmato.

Nolan Green è stata la mia prima cotta infantile, risalente al periodo della mia vita in cui ancora non sapevo cosa fosse l'amore nonostante pretendessi già di conoscerlo. Ricordo che gli corsi dietro per tutto il periodo delle elementari, prima che entrambi cambiassimo scuola e ci perdessimo di vista fino alle superiori. Ovvero quando odiavo abbastanza il mondo per poter odiare pure lui. Devo averlo rivisto ultimamente, forse al bar vicino al nido dove va Aden, ma non ne sono del tutto sicura. Magari era solo qualcuno che gli assomigliava terribilmente.

«Sì, proprio lui!»

Poso la penna sul tavolo e prendo di nuovo in mano la cornetta. «E che vi siete detti?»

«Nulla di particolare. Mi ha parlato della società di consulenza marketing dove lavora. Sta praticamente scalando le vette dell'azienda ad una velocità lampo!»

«E questo te lo ha detto lui?»

Se c'è una cosa che, crescendo, ho poi imparato ad odiare di Nolan Green è sicuramente il suo profondo egocentrismo e la sua totale mancanza di tatto. Credeva di essere al centro del mondo, senza sapere di esserne solo un punto. Immagino che le uniche cose che lo facciano andare avanti siano le sue ambizioni e il fascino oratorio.

«Beh, certo. Mi ha anche detto di averti incontrata in un bar, una volta, però non è venuto a parlarti per paura di aver sbagliato persona»

Riprendo la penna, sospirando. «Che peccato...»

«Sono sicura che gli farebbe davvero piacere rivederti»

«E a me farebbe davvero piacere se tu la smettessi di dirmi implicitamente che dovrei iniziare ad uscire con lui» ribatto, continuando a scrivere freneticamente. «Perché sai bene che non ho alcuna intenzione di parlare con persone poco interessanti di argomenti che non mi interessano»

«Jane, vorrei solo farti capire che non puoi andare sempre a mille! Ogni tanto dovresti ritagliarti del tempo per te stessa: la tua vita non si ferma solo ad Aden, l'università e il lavoro» risponde lei, sospirando. «C'è anche altro»

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