[Capitolo venti]
Jane
Sono seduta su un muretto davanti all'entrata della School of Law del King's College, a sorseggiare un caffè macchiato, mentre Amy, seduta accanto a me, beve il suo solito cappuccino al cacao. Siamo in silenzio, e questo non mi aiuta. Non mi aiuta affatto.
Mi torturo insistentemente una ciocca di capelli, e ogni tanto mi avvicino il bicchiere alle labbra. Prendo un respiro, per tentare di calmare l'ansia. Non ci riesco. Semplicemente, ho paura. Tanta paura. Credo che, prima o poi, cederò sotto questa responsabilità, sotto questo peso, e che cadrò senza rialzarmi.
«E se fingessi di essere morta?» azzardo, ironicamente.
«Ti faccio tornare in vita a suon di calci» ribatte acidamente la mia amica. «Vedrai che andrà tutto bene»
«Non lo so, Amanda» piagnucolo. «E se dovessi fallire? Se non dovessi superare questo test? Deluderei mia madre, e mio fratello, e...»
«Non li deluderai, Jane» mi interrompe. «Dopo tutto quello che hai fatto per loro, ci manca solo che tu possa deluderli»
Mi volto verso di lei. «Ne sei sicura?»
«Ovvio» dice, sorridendo. «Di certo non ti sbatteranno la porta in faccia solo perché hai sbagliato un inutile test!»
Mi lascio sfuggire una risatina. «Grazie» riesco ad articolare, non sapendo cos'altro risponderle.
«È un piacere»
Mi mordicchio il labbro, indecisa e spaventata, nonostante le parole di Amanda. Poi butto giù l'ultimo sorso del mio caffè e getto il bicchiere nel cestino al lato dell'entrata.
«Beh... Allora io vado» mormoro.
«Okay» fa la mia amica, alzandosi. «Chiama quando hai finito, così ti vengo a prendere»
Annuisco. «D'accordo»
Un attimo di silenzio, uno solo, e poi ci abbracciamo strette.
«Buona fortuna, Jane» mi sussurra. «So che puoi farcela»
«Ci provo» le rispondo, sorridendo. «Grazie ancora, Amy»
Ci dividiamo e, dopo un'ultima occhiata complice, mi dirigo verso il portone a passo svelto. Prima di entrare, prendo un altro profondo respiro.
«Forza e coraggio, Jane...» mormoro, tra me e me.
Varco la soglia e mi avvicino al bancone della segreteria. «Buongiorno...»
«Buongiorno! Come posso aiutarla?» mi accoglie una signora dietro il vetro, con un sorriso. A causa dell'ansia, non riesco neanche a capire se sia sincero o meno.
«Jane Aldernis» dico. «Sono qui per il test di ammissione»
La donna inizia a scorrere gli occhi sullo schermo del computer che ha davanti. «Jane Aldernis... Jane Aldernis...» continua a mormorare. «Aula 32, lungo il corridoio a destra, la settima sulla sinistra. Buona fortuna» sciorina, tutto d'un fiato.
Mormoro un "grazie" poco convinto e seguo le sue istruzioni. Entro nell'aula 32, che non è neanche così grande come immaginavo. Prendo il primo posto libero che mi capita a tiro e mi siedo, posando la borsa sullo schienale. Controllo l'orario sul cellulare: nove meno cinque. Ho ancora qualche minuto di calma. Indosso gli auricolari e faccio partire "River Flows in You" di Yiruma. Poi, prendo il libro dalla borsa e apro una pagina a caso, trovandomi nella sezione di letteratura. Eseguo più o meno sei esercizi, gli ultimi che possa fare per allenare il mio cervello.
STAI LEGGENDO
222B, Baker Street
FanficJane è una ventiquattrenne piena di sogni e aspettative, che si trasferisce a Londra con la sua migliore amica, pronta a iniziare una nuova, "normale" vita. Cosa accadrebbe, però, se il suo vicino di casa, un famoso detective privato, si rivelasse...