Capitolo 18

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Occhi verdi, fottuti occhi verdi. Mi sveglio di soprassalto, guardo la sveglia e sono le tre e mezza. Ributto la testa sul cuscino, ho bisogno di aria. Esco dalla stanza e sporgo la testa fuori dalla finestra. L'aria è fresca sulla mia pelle umida e calda. I miei occhi sono ancora pieni di lacrime, non le ho ancora svuotare del tutto. Non ci devo pensare e andare avanti. Andare avanti è così difficile. La tristezza e la delusione sul volto di Lukas mi perseguitano. Lo amavo, ma amavo di più Mark. Quel suo fottuto gemello stronzo. Forse dovrei tornare in città e andarmene da qui. Adesso sono sola, sento troppo la mancanza di Claudia.. Non parlo con lei da una settimana. Mi sporgo leggermente di più e chiudo gli occhi. "Che stai facendo?!" Mi sento urlare. "È Chuck. "Niente io sentivo, caldo..troppo caldo."ammetto. "Stai uno schifo." Mi dice ridendo. Non riesco a contraccambiare il sorriso. Anzi ha l'effetto contrario. "Nono, che è successo?" Dice premuroso si avvicina per abbracciarmi. Lo stringo forte, ne ho bisogno. "Che succede?" Mi chiede guardandomi dritta negli occhi. "Mark.." Sussurro. "Vieni se vuoi puoi dormire nella mia camera. Ho un divano molto spazioso." Non so se l'ideale sia dormire da lui, ma non voglio restare sola. E poi sono certa che non farebbe niente. Lo seguo fino alla stanza passando dal corridoio difronte la stanza di Mark. Cazzo. È seduto con le spalle rivolte verso la porta. Ti prego non alzare lo sguardo. I suoi occhi incontrano i miei, ma lo distoglie subito fissando Chuck. Si alza di scatto. "che cazzo succede?" Urla. È ubriaco. Ubriaco fradicio. "Non succede proprio niente." Dice Chuck calmo. "Charlie ti prego ho bisogno di parlarti." Mi prende il braccio e io lo ritiro subito. "Smettila!" Gli urla Chuck spingendolo via da me. Merda. Posso vedere il suo viso arrorsirsi e scagliarsi su Chuck. No no no no. In una frazione di secondo lo sbatte al muro e subito dopo gli sale di sopra. Lo colpisce, tante volte. Non l'ho mai visto così, è aggressivo e violento. Posso sentire Chuck lamentarsi. "Basta!" Urlo afferrandogli il braccio. Se continua lo ucciderà. Mi spinge via dalla presa del suo braccio facendomi cadere a terra. Un attimo dopo si rende conto di quello che ha appena fatto e si ferma. "Scusami, ti prego, non volevo toccarti.. Non lo farei mai.." Inizia a balbettare mentre il sangue di Chuck inizia a colare sulla moquette. Perde sangue dalle narici e dalla bocca mentre tossisce. Come ha potuto fare una cosa del genere? Mi butto subito su Chuck per aiutarlo. Si agita mettendo una mano sul labbro ormai spaccato, mentre noto le nicchie di Mark gonfie e sanguinanti. "Oddio..." Balbetto ritrovandomi le mani sporche di sangue. "Chiamo un 'ambulanza!" Urlo. Entro nel panico. Mark si rannicchia nel punto il cui eri appena caduta e inizia a singhiozzare. Mi si stringe il cuore a vederlo così. È come se una parte della mia anima fosse lui, gli appartiene. Sento la sua rabbia e la sua tristezza. "Sto bene" si lamenta Chuck. "Io.. È colpa mia mi dispiace così tanto" balbetto accarezzandogli la guancia. "Lo ammazzo!" Urla Chuck mentre cerca di alzarsi. Non gli permetterei mai di fargli del male, anche se lo odio. Non potrei sopportarlo. "No ti prego adesso devi andare.. Ci penso io a lui..", "che cazzo dici?!" Mi urla. "Per favore" lo prego. Annuisce mentre gli accarezzo la spalla per salutarlo. Mark sta ancora piangendo. Mi inginocchio difronte a lui. "Perché?" Riesco a dire. "Ti chiedo scusa. Sono un coglione. Un fottuto coglione.", "perché mi hai preso in giro?" La mia voce esce dolce e calma anche se internamente sono irritata e sconvolta da quello che è appena successo. "Non ti ho mai, mai, mai preso in giro. Io ti amo Charlie. Tu mi hai cambiato. Tu mi fai sentire diverso, mi capisci.. Ti prego non mi lasciare.. Non potrei sopportarlo. Non un'altra volta." "Vorrei così tanto crederti, così tanto" inizi a piangere anch'io. "Ma non ci riesco." Dico alzandomi. Afferra il mio polso. Arrossisco al pensiero di lui che lo bacia. Amo questo suo insolito gesto. Amo lui. "Domani c'è il funerale. Ti prego vieni, ho bisogno di te.","non posso, Mark. Non posso" mi copro il viso con il braccio. "se verrai, io saprò che mi hai perdonato. Altrimenti ti lascierò in pace." Adesso mi è difronte. "Mi dispiace" gli dico e scappo via. Nella mia vita non sono mai scappata. Ho sempre affrontato i problemi. Ma Mark, Mark mi fa sentire una bambina, piccola e indifesa, incapace di fare tutto. In questi ultimi giorni non faccio altro che scappare da lui e piangere.
Arrivo davanti la porta e vedo l'alba. È così bella. Per un attimo mi scordo di tutto ed entro nel mio infinito, nel mio mondo. Quando mi accorgo di non aver cenato. Non ho fame, ma sete. Tra un'ora dovrebbe aprire il bar perciò decido di farmi una doccia per levarmi il sangue di dosso e cambiare aria. L'acqua bollente lacera la mia pelle. Il vapore fa appannare i vetri della doccia mentre cerco di renderla più fredda. Noto due lividi sul polpaccio destro. Non ricordo di aver sbattuto o roba simile. Esco dalla doccia, mi infilo le mutande nere in pizzo e un reggiseno nero. Infilo dalla testa un vestitino nero con dei pon pon piccolissimi sull'orlo. Lo stringo sulla vita con i due laccetti e asciugo i capelli, li lascio lisci al naturale, non mi trucco e guardo l'orario, sono le sei e mezza.. Il bar apre alle sette. Decido di scendere in spiaggia. Mi fermo alla banchina e tolgo le espadrillas lasciandole sulla strana. La sabbia è piacevolmente fredda. Mi avvicino verso la riva immergendo i piedi in acqua, è stranamente gelida ma dopo qualche secondo si riscalda. Dovrei venire a correre qui qualche volta. Magari oggi dopo pranzo.. Non ho nulla da fare quindi potrei venire. Passeggio per una mezzoretta fino a quando il bar apre. Prendo un cornetto alla Nutella e un cappuccino caldo. Mi siedo il più lontano possibile dalle persone, preferisco stare isolata. Metto in bocca un pezzettino di cornetto ma il stomaco lo rigetta. Bevo solo il cappuccino, mentre avvolgo il cornetto in un tovagliolo, magari lo mangio più tardi. Voglio correre, voglio sfogarmi. Salgo di nuovo in stanza per indossare le mie Nike nere, un leggins nero è una canottiera nera. Metto una felpa azzurrina attorcigliata intorno alla vita mentre lego i capelli in una coda alta. Il mio viso è proprio pallido. Esco chiudendo la porta alle mie spalle. Mi avvicino alla banchina e inizi a correre. Infilo delle cuffiette ascoltando Unfaithful, Stole the Show e Aeroplani. Cosa faccio ora? Tra due ora c'è il funerale, ed è la mia ultima possibilità per chiarire con Mark. Voglio chiarire? Lui mi ha tradita e utilizzata, sono un cazzo di oggetto per lui. Eppure, ieri sembrava così sconvolto, se non ci tenesse non avrebbe fatto tutto quel casino picchiando Chuck. Oddio Chuck! Gli invio subito un messaggio, ~ come va? ~. Quindi torno ai miei pensieri primari. Cosa faccio? Vado o no?. Corro fino allo sfinimento. È passata solo un'ora. Mi restano 60 minuti per scegliere. Cazzo faccio?

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