Capitolo 41

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"Vi va di cenare in pizzeria?" Chiede Clara abbassando la musica alla radio, "Io sono abbastanza stanca... Preferirei tornare in hotel" sbadiglia Claudia, "Si anche io preferisco tornare prima di cena" aggiungo io, "Hai qualche impegno al quale non puoi rinunciare Charlie?" Dice a bassa voce Clara, non credo di aver capito bene. "Come?" Le chiedo tranquilla, "niente lascia perdere" mi risponde. Ho l'impressione che Clara inizi ad odiarmi di nuovo, pensavo che avessimo veramente chiarito tutti i nostri problemi... Ma evidentemente mi sbagliavo. Arriviamo dieci minuti dopo nel parcheggio dell'hotel. "Bene ci vediamo allora domani sera alla festa dei gemelli" sento dire a Clara prima di scendere dalla macchina, "A domani" la saluta Claudia, "grazie per oggi" le sorrido e lei ricambia. "Hai un impegno sul serio stasera?" Mi chiede la mia amica stiracchiandosi, "Ehm... Si" le dico. "Sei arrossita" mi tocca la guancia, "È il mio colorito naturale" mi giustifico cercando di sdrammatizzare, "divertiti allora" mi dice con quella vocina frivola. "Cla!" Le dico ma lei si sta allontanando, "aspetta!" Le dico rincorrendola. Senza accorgermene siamo già dentro l'hotel, "Claudia ti prego!" Le urlo mentre sento la sua risatina. Afferrano la mia mano. "Ehi!" Cerco di togliere la mano dalla presa quando mi accorgo che è la sua mano. "Mi sei mancata" mi stringe a lui mettendo la mano sulla mia schiena. "Non mi aspettavi in camera?" Gli inarco un sopracciglio. "Non c'è la facevo più. Sono già due ore che ti aspetto seduto qui", non ci credo. "Sul serio?" Gli accarezzo la guancia. È così bello... È un dio. "Allora saliamo in camera o ti prendo proprio qui, davanti a tutti?" Mi dice all'orecchio, "per quanto mi alletti la presa in publico, io preferirei una cosa più intima" gli dico.
Accarezzo il suo petto duro e perfettamente nudo, mentre lui fa scivolare le mani dalla schiena fino al sedere. Le sue labbra sono così morbide e carnose. Amo il modo in cui i suoi baffi pizzicano la mia pelle. Fanno quasi il solletico. "Ti voglio sentire dentro di me piccola" mi tira i capelli, mentre mi fa mettere a cavalcioni su di lui. Toglie via le mutandine mentre io gli abbasso i boxer. Facciamo l'amore, tutta notte, instancabili e insaziabili. "Che ore sono?" Dico sbadigliando, "Mezzanotte e due minuti" guarda l'orologio, "auguriii!" Gli salto addosso abbracciandolo forte. "Grazie! Ma come fai a saperlo?!" dice ridacchiando. "Lukas...", "certo" alza gli occhi al cielo. "So che non è il momento più adatto, ma posso farti una domanda?" Gli dico dolce, "qualsiasi cosa piccola", "cosa ti piace di me?", era un po' che dovevo chiederglielo. "Tutto" dice, "Tutto e basta?", "Il tuo carattere, la tua determinazione, il tuo viso, i tuoi occhi, le tue guancia arrossate, il tuo corpo, la tua pelle e il tuo profumo", mi bacia la fronte. "Ho così tanti pregi?" Gli dico ironicamente, "non quanto i difetti" mi sistema la stessa ciocca con cui ha giocato dietro l'orecchio. Ci guardiamo semplicemente negli occhi, niente di più, ma ci basta. "Perché non mi hai detto che era il tuo compleanno?", "perché odio i compleanni" dice secco, "Li odi perché invecchi di un anno in più?" Dico ironicamente. "Non proprio... È solo che mi ricordano vagamente mia madre", oh Mark... In un attimo mi viene in mente una scena: Mark e sua madre che festeggiano spegnendo le candeline della torta. "Mark..." Accarezzo la sua guancia, "e poi odio sopratutto festeggiarli", cambia subito discorso. "E come mai?" Sbadiglio, "non mi piace essere al centro dell'attenzione", si gira a guardarmi. Sono fin troppo stanca, e gli occhi iniziano a chiudersi da soli. "So che stai crollando" mi sussurra, "hai ragione" riesco a dire e mi addormento tra le sue possenti braccia.

Sento dei piccoli lamenti. Faccio fatica ad aprire gli occhi e vedo Mark agitarsi. Gli sfioro la fronte colma di sudore. Sta ansimando e si sta contorcendo. "Mark..." Lo chiamo. Lui si agita sempre di più. Sta facendo un brutto sogno di sicuro, "ehi..." Lo scuoto con la mano. "No... No... No!" Dice nel sonno. "Mark svegliati!"gli urlo e lui apre gli occhi. "Sei qui!" Mi dice e si catapulta di me, abbracciandomi. "Ma certo che sono qui... Hai avuto un'incubo.", mi stringe sempre più forte, "sembrava vero." Affonda la sua testolina nelle mie spalle. "Cos'hai sognato?", "Tu mi lasciavi da solo, te ne andavi via", "ehi io non lo farò mai, giuro" gli prendo il viso tra le mie mani e lo guardo dritto negli occhi. "È una promessa?" Mi dice timidamente, "non ti libererai così facilmente di me." Gli sorrido. "Me lo prometti, che amerai solo me per sempre?" Adesso il suo sguardo è serio. "Te lo prometto" continuo a guardarlo. Ci distendiamo nuovamente. Ormai abbiamo entrambi perso il sonno. Lui poggia la sua testa sul mio petto, entrambi distesi guardiamo il soffitto, senza un motivo. Accarezzo piano i suoi capelli e la sua fronte. Non potrei desiderare una posizione o un momento più bello di questo. "Ah! Aspetta!" Dico mettendomi seduta rovinando quella stupenda atmosfera che si era appena formata. "Che c'è?!" Si lamenta, mi avvicino alla borsa sulla poltrona e prendo il regalo di Mark. Mi giro a guardarlo e mi avvicino a lui. "Questo è per te" gli do il pacchettino, "ma cosa...", "è solo un pensierino, io non avevo davvero idea di cosa regalarti..." Ha già finito di aprire il regalo, lo sta osservando con molta attenzione. Merda, non gli piace. Guarda più da vicino il quadrante, "Charlie, è stupendo, sul serio ma..." Picchietta il vetro, "non funziona" aggiunge guardandomi negli occhi. Prendo velocemente il suo polso, "No! Ci deve essere uno sbaglio!" Dico disperata, ci tenevo che fosse tutto perfetto. Guardo bene le lancette che girano perfettamente, mentre sento la sua risata crescere. Era un scherzo. "Ah non funziona eh?" Scoppiamo entrambi a ridere, mi afferra per le braccia e mi fa distendere sotto di lui. "Non proprio" mi sorride. "Allora? Ti piace?" Gli chiedo nuovamente, "È bellissimo, davvero" mi stampa un piccolo bacio sulle labbra. "Hai sonno?" Mi domanda, "ormai non più", "perfetto allora" il suo sguardo cambia e capisco immediatamente le sue intenzioni.

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