Corro senza meta, la testa inizia a girarmi e la stanchezza si fa sentire. Le ginocchia scricchiolano mentre il fiato comincia a mancare. Devo fermarmi. Poggio le mani sulle cosce per riprendere fiato mentre "my garden" inizia. Tolgo le cuffiette e noto l'orario. Dieci fottuti minuti, dieci minuti per scegliere se andare avanti, soffrendo oppure perdonarlo e cercare di chiarire. Claudia! La chiamo subito. Risponde al quarto squillo, "Claudia? Come stai?" Dico preoccupata, "mi sto riprendendo" dice, la sua voce è così debole.. "Ho un cazzo di problema.."
In meno di due minuti riesco a raccontarle tutto, "cazzo sono senza parole." "Cosa faccio?" "Dovresti andare, chiarisci con lui e basta." "Non ho la forza ne il coraggio." Sono sincera, non riuscire a guardalo negli occhi e mentire, non posso nemmeno sopportare di rivederlo. Ho troppa paura, mi sento una bambina. "Charlie, ascolta devi lasciare andare e basta, chiarisci, se lo ami veramente non potrai mai stare senza di lui e lui senza di te. Ha sbagliato, ma anche tu hai sbagliato nei confronti di Lukas non sei migliore di lui. Anche tu lo hai in certo senso tradito. " oggi è così diretta, troppo diretta da farmi sentire uno schifo. "Io lo amo.."dico singhiozzando. Ti prego non piangere.. Non qui. "Vai. Corri." Dice e attacca la chiamata. Le mie gambe perdono il controllo e corrono veloci, la mia stanchezza sembra sparita, l'adrenalina sale. Devo stare accanto a lui, ha bisogno di me, che io stia al suo fianco. Corro più in fretta che posso verso la chiesa. Non so esattamente dove sia così chiedo alla prima persona che incontro, indicandomi qualche traversa più avanti. Le mie gambe corrono ancora più forti, non vedo l'ora di vederlo, di guardarlo, di far incontrare i nostri occhi. Vedo un mucchietto di persone vestite in tinta nera, tutti eleganti e scuri. Mi sento in imbarazzo, con la pelle sudata e in tenuta sportiva. Non importa io sono qui per Mark. Mi affretto a salire le scale, quando un crampo improvviso mi attraversa lo stomaco mi appoggio alla parete e riprendo il fiato. Sono troppo stanca, ho corso così tanto e mi sento prosciugata, ma ne avevo troppo bisogno. Faccio qualche passo, l'interno coscia mi brucia e mentre non sento più le gambe. Ho il fiato corto, mentre cerco di inalare più ossigeno respirando più forte. Non li vedo, non lo vedo. Persone eleganti mi passano accanto mentre io mi dimentico di tutto cercando lui. Mi avvicino verso le panche in prima fila quando lo vedo. Lukas appoggia tutte e due le mani sulla panca, tiene la testa e lo sguardo basso mentre Mark tiene una mano sulla sua spalla. Diverse persone in fila fanno quasi a gara per fare le loro condoglianze a Mark. Lui stringe le loro mani, è così freddo e distaccato. È cupo, triste. Vorrei oltrepassare tutti e abbracciarlo. Lui è così forte, riesce a non far emergere le sue emozioni, le tiene rinchiuse. So cosa sta provando, non riesce a piangere perché prova rabbia, mentre Lukas singhiozza al suo fianco. Non riesco a muovermi, sono paralizzata quando il suo occhi verdi incontrano i miei. Ci guardiamo per qualche secondo, ma basta per capirci. I miei occhi si riempiono di lacrime mentre cerco di respingerle indietro, non distoglie lo sguardo anche quando stringe la mano alle altre persone. L'ho perdonato, sono venuta qui per chiarire. Io voglio stare con lui, e lui con me, lo vedo dal suo sguardo quando mi cattura. Io e lui siamo fatti per stare insieme. Una lacrima scende, questa non posso trattenerla, non ci riesco. Una persona mi urta, distogliendo lo sguardo da Mark. Grandissimo idiota. Mi giro e noto un vecchio sulle stampelle che mi porge le scuse. Sono io l'idiota. Mark mi sta ancora guardando, mentre cerco di sedermi qualche fila più sotto. Gli sorrido e vado in fondo. Mi sento leggera, senza pesi. La messa inizia e dura un'oretta circa. Tutti si stanziano fuori mentre io scendo le scale. Mi allontano, ho perdonato Mark e lui lo sa. Possiamo parlare un'altra giorno. Sono felice e sollevata mentre cammino per la stradina. Gli occhi mi bruciano quando sento la sua voce. "Non andare." Non mi giro. "Non posso promettermi di stare bene, senza te, non posso promettermi che non mi mancherai per un istante, che smetterò di sognare un 'noi'. Nonostante ci abbia provato non posso immaginare una vita senza te. Ti ho dato un'altra possibilità, perché ti amo." "Ho bisogno che tu resti" mi giro per guardalo. "Lukas ha bisogno di te" dico a bassa voce. "Lo so, lui ha una spalla su cui piangere. Io no" si avvicina ancora di più. "Ma tu non piangerai non è così?" So che sta per crollare. Le mie spalle toccano perfettamente il muro, mentre lui appoggia la testa sul mio petto. Inizia a singhiozzare e le sue lacrime ghiacciate scorrono sulla mia pelle. Io lo seguo. Accarezzo le sue guance mentre lui si lascia andare. Non l'ho mai visto così, così debole e indifeso. È sempre stato il contrario, lo amo. Lo amo in tutti i modi possibili e mi fa star così male vederlo piangere. Lo stringo più forte che posso mentre appoggio la mia fronte nei suoi capelli morbidi. "Ti amo. Troppo. Scusami per tutto per essere uno stronzo.." Mi sussurra piangendo. "Shhh" dico e lo stringo ancora più forte. "Mark dobbiamo salire in macchina con lo zio." Dice freddo Lukas. Non mi guarda. Mi fa stare così male. "Si certo.." Quasi sussurra. Lukas mi volta le spalle. "Per favore, so che non è il momento più adatto. Ma io ti ho amato. Lukas ti amavo. E mi sento uno schifo per quello che ti ho fatto. Ti prego so di non meritarmi il perdono. Ma mi dispiace così tanto.." Dico piangendo. Non risponde e si allontana da me. Il petto mi fa male. Voglio troppe bene a Lukas, e sono una stronza. "Ti chiamo più tardi." Mi dice Mark e prima che possa rispondere mi da un bacio. O signore. È dolcissimo, il bacio più bello della mia vita. L'avevo solo immaginato, ma lui fa avverare tutti i miei sogni. Le sue labbra si staccano dalle mie e risale verso la chiesa. Adesso cambierà tutto,Lukas sa tutto e Mark mi ama. Lui mi ama, solo me. Chiamo un taxi per ritornare in hotel, in spiaggia c'è una gran folla, musica si diffonde nell'aria mentre le grida e le voci al microfono risuonano. Salgo subito in stanza ed entro nella doccia. Sono stanchissima, quasi non mi reggo in piedi. Mi avvolgo nel morbido accappatoio indaco, e mi siedo sul letto. La maglia di Mark è sopra la cesta. Che ci fa ancora qui? Non l'ha portata via? La prendo e la metto per pigiama insieme alle mutandine bianche con i bordini ricamati. Ho solo voglia di esplorare il mio letto. Immergo la testa nel cuscino mentre mi corpo con il lenzuolo metà corpo. In meno di una frazione di secondo il sonno ha la meglio su di me.
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ETERNA
Romance"Niente è per sempre, ma quando i miei occhi incontrano i tuoi, così sinceri sento che potrei restare con te per l'eternità" Charlie West, ragazza semplice e sicura di sè, passa le vacanze estive in un villaggio ad est della Sicilia con la sua famig...