Capitolo 38

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"È uno stupido, stupido, stupido!" Mi lamento con Claudia, "Si lo è, ma alla fine non preoccuparti su!" Mi consola la mia amica. "Non mi preoccupo... È solo che", "non ci pensare, piuttosto c'è un problema", mi dice, "Cioè?" Le inarco le sopracciglia, "Non so giocare a pallavolo.", "Ma sei seria?! Basta solo che prendi la palla niente di più semplice!" La prendo in giro, "per te è facile! Io non ci ho mai giocato" sospira, "Non è per niente difficile impari man mano che giochi non preoccuparti" la rassicuro, "Mh Okey... Comunque che ne dici di tornare? Si sta facendo buio", "Si va bene". Il tramonto si consuma tra i nostri occhi, non riesco a smettere di guardarlo è così bello.
Arriviamo in riva al mare e vedo in lontananza Mark con Clara distesi sulle sdraio in prima fila. Okey, non mi importa. Poggio i piedi sulla sabbia e faccio cenno a Claudia di fare finta di niente, lui alza leggermente il busto per guardarmi. I miei occhi sono fissi con i suoi ma rimango impassibile, gli passo accanto e non dico niente, sento solo le loro risatine dietro di me. Non mi volto, non faccio un bel niente. Sono sicura che a Mark darà cento volte più fastidio la mia passività che fare una scenata in mezzo a tutti. "Ma avete litigato seriamente allora?", "Non proprio, ma non voglio dargli nessuna soddisfazione", "Quindi fammi capire, non considerandolo pensi che sarà lui a chiederti scusa per prima?", "Si una cosa del genere" ammetto, "non pensi invece che lo farai infuriare ancora di più?" Mi giro per guardarla, "Senti non mi interessa! Piuttosto prepariamoci per la partita di stasera" dico sbattendo forte la porta. Mi infilo velocemente sotto la doccia mentre Claudia va a prendere la cena. Faccio scorrere l'acqua calda sulla mia pelle già bollente, e qui inizio a rilassarmi. Strofino bene la spugna colma di sapone sul mio corpo, e non so perché inizio ad immaginare le sue mani. Il suo tocco sul mio corpo, il suo respiro sul mio collo e i suoi baci. Immagino le sue mani sfiorarmi come sa fare lui. Lui sa alla perfezione come e dove toccarmi, e all'improvviso sento fin troppo caldo. Mi avvolgo nel morbido accappatoio e inizio a pettinare i miei lunghi capelli, forse dovrei iniziare a tagliarli un po'. Li asciugo velocemente con il fono, prendo il mio costume verde e metto dei pantaloncini di stoffa a righe. Mi guardo un attimo allo specchio e vedo le mie guance rosse e calde. Perché mi fa questo effetto anche al solo pensiero? Non mi è mai successo di immaginarmi certe scene mentre faccio la doccia, oppure di desiderare così tanto il suo tocco. Sto cambiando, troppo in fretta. Accarezzo piano le mie guance ma vengo interrotta dalla mia amica. "Ho preso solo due costolette di maiale e dell'insalata, non c'era quasi niente al buffet!" Dice ed entra nella camera. Posa il vassoio sulla scrivania e iniziamo a mangiare e a parlare di quanto gli uomini siano stronzi nella vita. In particolare uno solo, che è il più stronzo di tutti. "A che ora dovremo scendere giù in spiaggia?" Sbadiglio, "Non lo so! Clara non ti aveva detto a mezzanotte?", "A mezzanotte iniziava ma chi giocava doveva essere lì alle dieci credo" continuo a sbadigliare. "Charlie... Sono le undici meno un quarto" guarda l'orologio. Salto dalla sedia, "Che?!" Urlo prendo in cellulare è noto ben 12 chiamate perse da Clara e 3 da Lukas. "È tardissimo! Corri!" Le dico scappando via dalla porta. Scendiamo velocemente le scale a chiocciola e per poco non cadevo. Arrivate in spiaggia noto subito il campo di gioco completamente illuminato. È molto bello, e subito dopo scorgo Mark e Lukas fare dei passaggi con la palla tra la rete, invece tutti gli altri intorno a guardarci male. "Scusate non mi ero accorta che fosse così tardi!" Mi scuso con tutti, "non fa niente comunque tra mezz'ora iniziamo!" Dice Lars. Che sollievo, non abbiamo mandato a monte la partita. "Grazie al cielo" sospiro. "Continua così Charlotte" la sua voce. La sua detestabile voce. "Lo farò" gli mostro il sorriso più finto che possa mai fare. Mi giro a guardarlo. Mi sta letteralmente squadrando dagli occhi ai piedi. "Perché mi stai fissando?" Mi avvicino a lui, "in realtà sei tu che fissi me" mi risponde. Queste parole, questa scena, mi sembra di rivivere un deja vu. "Vediamo che sai fare" lo stuzzico facendogli cadere la palla dalle mani. Inizio a palleggiare, non sono una campionessa ma me la cavo. Lui cerca di spingermi, è ovviamente più forte di me ma io sono più agile. "Non la prendi questa!" Gli indico la palla, "Scommettiamo?" Inarca un sopracciglio, corro all'impazzata sperando che non riesca a raggiungermi, corriamo verso la riva del mare quando mi fa cadere a terra. Mi gira subito verso di lui salendomi a cavalcioni. Mi guarda in quel modo, so cosa vuole e lo voglio anch'io. Butta via la palla e inizia a baciarmi. Porta subito le mani sotto la mia maglietta. "Non puoi nemmeno immaginare come l'ho desiderato" ansimo, "ti capisco perfettamente" sussurra. Palpa i miei semi mentre continua a baciarmi forte. "Piccioncini dobbiamo iniziare!" Ci chiama Clara. Lo spingo subito via da me. "Andiamo su" mi porge la mano, non ci penso due volte ad afferrarla. "Perché eri con Clara stamattina?" Gli dico all'orecchio mentre camminiamo, "mi ha chiesto lei di vederci... E poi ero curioso di sapere cosa è successo dopo che mi hanno esplulso", "E?" "E niente... Non è successo niente" mi dice ma ormai Clara ci sta in mezzo. "Mark tu sei nella squadra nera, Charlie tu con la tua amica nella squadra bianca.", "ottimo direi" mi riferisco a Mark sorridendogli. Lo voglio battere. La partita inizia e ci metto tutta me stessa, Claudia per essere una principiante se la cava abbastanza bene, Clara ogni tanto bara spingendo qualcuno, Lukas è anche lui molto bravo, invece Mark è seriamente imbattibile. Non sbaglia un colpo o un lancio. Ma ovviamente dovevo aspettarmelo. Alla fine la partita finisce, 10 a 6 per la squadra di Mark. Mi imbroncio. "Brucia eh?" Si avvicina Mark stringendomi le guance, "Ma stai zitto un po'" gli dico e mi butto su di lui iniziando a baciarlo.

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