Capitolo 13

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Kate's pov
-Sabato-
Sono solo le 6:00 e io sono già sveglia. Ho fatto un incubo, era da tanto che questo non lo avevo, ma per anni è stato un incubo ricorrente, tutta per colpa di quel ragazzo. È iniziato tutto 5 anni fa quando una sera stavo tornando dal ristorante dove avevo cenato con dei miei compagni di classe e mi sono ritrovata in una strada poco illuminata, eravamo io e la mia ex compagna Lily. Un gruppo di ragazzi ci venì incontro e iniziarono a fare battutine e a minacciarci, ci volevano violentare. Erano tutti ubriachi ed erano in quattro, tutti troppo alti e robusti per riuscire a scappare una volta che ci avrebbero prese. Il padre di Lily era il maresciallo della cittadina in cui abitavamo, così lei si allontanó un attimo e riuscì a chiamarlo per farlo arrivare, il problema era che io rimasi lì da sola. Iniziarono a toccarmi mentre io piangevo, un ragazzo biondo riuscì a togliermi la maglietta e a mettermi la mani addosso ma poco dopo arrivó il padre di Lily e li fece andare via. Quella sera denunciai il ragazzo che mi aveva messo le mani addosso, quello biondo, ed egli si fece 5 anni di carcere perchè nella giacca gli trovarono anche degli stupefacenti ed era ubriaco. È da quella sera che faccio quell'incubo, e la reazione di qualche giorno fa è dovuta a anche a quello. Madison non era con me quella sera perchè non si sentiva bene e sono andata da sola, senza la mia metà, peró lei sa quello che è successo quella sera. Mad è venuta da me ogni notte che mi svegliavo con quell'incubo e mi ha abbracciata, senza di lei non ce l'avrei fatta.
Mi alzo dal letto e con calma raggiungo la cucina, apro il frigo e tiro fuori del latte che poi verso in una tazza con qualche cereale. Una volta finta la colazione mi dirigo in bagno per lavarmi i denti ed il viso e poi in camera e mi metto davanti all'armadio. Cosa indosso oggi? La tipica domanda che sorge ad ogni ragazza alla mattina. Dopo aver rovistato per qualche minuto nell'armadio opto per un paio di jeans strappati al ginocchio neri, una canottiera dei Chicago Bulls e una felpa nera da lasciare aperta. Raccolgo i miei capelli neri in una treccia laterale un po' disordinata e prendo lo zaino. Madison mi aspetta davanti alla porta, lei si è svegliata 20 minuti fa e si è vestita e lavata senza fare colazione. Usciamo dall'edificio e ci avviamo verso la scuola. Appena arriviamo raggiungiamo subito le altre ragazze che si trovano vicino all'entrata. Mentre passiamo vediamo la banda che guarda tutte con un'aria dispiaciuta, ma poco impota, non si dovevano comportare così. Abbraccio Ash che continua a guardare Shawn aspettando che faccia qualcosa, che si scusi, ma non fa nulla. Gli altri invece hanno lo sguardo fisso su di noi, Cameron sembra molto dispiaciuto, ma non credo abbia capito che poteva essere la mia prima volta. Basta pensare a lui dice il mio subconscio, e ha ragione, per lui io non valgo nulla e poi perchè dovrebbe volermi se ce ne sono di molto meglio ai suoi piedi? Se Madison era arrabbiata qualche giorno fa, ora lo è molto di più: appena Nash la guarda lei alza il dito medio e fa una smorfia di disgusto. La campanella suona e ci dirigiamo subito in classe, mi giro e li vedo avanzare velocemente così inizio a correre e le altre fanno lo stesso. Arriviamo in classe con il fiato corto e mi appoggio con la mano al banco per prendere aria. Le lezioni passano velocemente e l'intervallo lo trascorriamo in classe, giusto per non essere fermate dai ragazzi. La campanella dell'ultima ora suona e usciamo dalla nostra classe e ci troviamo in giardino in un batter d'occhio. Faccio qualche metro e poi una benda mi copre gli occhi, ora non vedo niente. «Ragazze» urlo sperando che non sia successo nulla «Kate» urlano, per fortuna riconosco tutte le loro voci. Continuo ad avanzare perchè il corpo dietro di me mi obbliga a camminare in avanti. Sento il rumore di un portellone d'auto che si apre e pochi secondi dopo mi ritrovo sopra quelli che dovrebbero essere dei sedili. Tasto nei posti vicino a me e la mia mano viene afferrata, un'altra mano mi tasta la gamba e si ferma al ginocchio «Kate?» sussurra la voce di Mad «si Mad» rispondo sospirando «ragazze» dice la voce tremante di Kler «siamo qui» dico sussurrando. «Chi diavolo siete?» urla Madison ma non ottiene una risposta «dove sono le altre? Che gli avete fatto? Se ci fate del male vi ammazzo!» dice Kler con voce ferma, poi sussurra «se ci fosse Jack qui..». La macchina parte e noi siamo terrorizzate.
Ormai sono due ore che stiamo viaggiando, nessuno ha più parlato e a parte a qualche sospiro, la macchina è in un silenzio tombale. Dopo qualche minuto la macchina si ferma, le portelle davanti si aprono e poi si richiudono, le nostre dietro vengono aperte e veniamo trascinate fuori. Sento le voci delle altre ragazze, sono qui anche loro, almeno se ci faranno qualcosa siamo insieme e ci faremo forza a vicenda. Vengo messa di spalle e qualcuno scoglie la benda sui miei occhi, sbatto più volte le ciglia e l'immagine di Cameron compare davanti a me. Mi butto tra le sue braccia e lo stringo senza motivo, lui mi solleva da terra e fa arrivare le mie gambe al suo bacino che stringo per non cadere. Ma infondo lo so il motivo, il sogno di stanotte mi ha spaventata abbastanza e se una cosa del genere dovesse ripetersi probabilmene non riuscirei ad andare avanti. Le mani di Cam mi fanno girare e quello che vedo è un immenso luna park in lontananza, siamo in un parcheggio di enormi dimensioni e la musica non arriva fino a qui. Mi giro e sorrido spontaneamente, lui ricambia il sorriso e mi fa segno di iniziare a camminare. Entriamo nel luna park e una gigantesca ruota panoramica si fa spazio nella mia visuale. Mi giro e vedo tutti guardarla, direi che questa sarà la nostra prima attrazzione. Il tramonto è il protagonista del cielo, sono più o meno le 5 ma dato che siamo in Ottobre, e le giornate iniziano ad accorciarsi, il buio arriva prima. Il signore alla cassa ci sorride e ci consegna i biglietti. Saliamo in quattro per ogni cabina e io sono con Kler e Jack. La ruota parte e il panorama mi lascia a bocca aperta. «Che meraviglia» dico sorridendo «mai quanto te» sento sussurrare Cam, faccio scivolare i capelli davanti al mio viso per nascondere il mio imbarazzo e quel sorriso idiota che solo lui mi provoca. Kler e Jack si stanno baciando come se non ci fosse un domani. Per il resto del tragitto non proferisco parola ancora troppo imbarazzata e felice. «Voglio lo zucchero filato» dice Kler saltando in groppa a Jack «e zucchero filato sia» dice ridacchiando lui seguito subito dalla nostra risata. Il chioschetto dello zucchero filato è rosa e azzurro proprio come i colori dello zucchero filato che vende. Tutte le ragazze ne prendono uno, io scelgo quello azzurro. Cameron lo paga per me e dice «ora voglio una ricompensa» «tieni» dico avvicinando la nuvoletta di zucchero sua bocca, lui sorride e gli dà un morso. Ne prende un altro pezzo con le dita ma prima di poterselo mettere in bocca lo mangio io, la sua faccia epica mi fa ridere, lo abbraccio e gli lascio un bacio sulla guancia, lui morde la mia ed io sorrido spontaneamente. Prendo un pezzo di nuvoletta e lo avvivino alla sua bocca, lui mi sorride e apre la bocca per mangiarlo, la sua lingua sfiora il mio dito e un brivido percorre la mia schiena, d'altra parte lui ha gli occhi aperti e ció mi fa capire che lo ha fatto apposta. Sorrido come dire 'non cambierai mai' e inizio a camminare con lui al suo fianco. «Ommioddio il tunnel dell'amoree!!» dice Julia saltellando «andiamoci» urliamo in coro noi ragazze, i maschi ridacchiano e si avviano verso l'attrazzione. Paghiamo i biglietti ed entriamo in una di quelle barchette meccaniche. Le barchette partono e noi ci ritroviamo dentro al tunnel, le luci sono soffuse e numerose sagome a forma di cuore penzolano dal soffitto. Mi giro verso Cam e lui fa lo stesso, il nostro sguardo passa dagli occhi alle labbra dell'altro, ci avviciniamo e..
-spazio autrice-
..E sono una bastarda! Il prossimo capitolo arriverà presto, ma nkn so se domani riusciró a postare per via del carnevale. Se il capitolo vi è piaciuto lasciate una stellina ed un commento. Vi amo.

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