Capitolo 48

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Kate's pov
Da quella notte, sono passate tre settimane.
Tutto procede a meraviglia.
Negli ultimi due giorni ho sempre un po' di nausea e mangio come un pozzo senza fondo.
Mi starà arrivando il ciclo, sicuro.
Sono sempre puntuale come un orologio svizzero, niente da fare.

Cameron è con i ragazzi a giocare a football sulla spiaggia, fa un caldo tremendo ed io sono in casa con l'aria condizionata. Mi mancava la California.
Madison è stesa sul pavimento intenta a guardare ICarly, come se avesse dodici anni, anche se devo ammettere che è divertente.
Le altre ragazze sono in piscina tranne Kler, che sta dormendo in camera sua.
Mentre mi metto in bocca l'ennesimo pop corn mi viene un conato e mi alzo correndo in bagno per poi rigettare anche l'anima nel water mentre Madison mi tiene i capelli.
Mi alzo in piedi e mi sciacquo la bocca, mi lavo i denti e guardo i capillari rotti sotto gli occhi per lo sforzo, questa non ci voleva, ora Cameron si preoccuperà per nulla.
«Hai preso un virus?» mi chiede Mad mentre torniamo in salotto «non credo, è da quando sono qui che sono sana come un pesce» dico mentre mi siedo sul divano e lei mi imita sedendosi vicino a me «forse sei allergica a qualcosa che hai mangiato» suppone «non ho mangiato nulla di diverso, mi ingozzo di schifezze da un po' ma non ho mai riscontrato questi effetti» dico e penso a quello che ho mangiato «sarai incinta» dice ridendo e non posso fare a meno di seguirla, ma poi, come un flash, un immagine mi viene in mente: io e cameron in mare, lui che viene in me senza nessuna protezione. Smetto di ridere in un istante e probabilmente ho un espressione preoccupata perchè Madison smette di ridere «merda» sussurro «stai scherzando vero?» mi dice guardandomi negli occhi, sospiro e mi guardo le mani «no» sibilo.
«Okay, niente panico» dice «adesso andiamo in farmacia a prendere dei test, va bene?» mi prende per mano e mi aiuta ad alzarmi «d'accordo» dico.

Durante il viaggio in macchina resto in silenzio immaginando un piccolo bambino correre per casa urlando, e mi viene in mente quel sogno, quel preciso bambino. Jace. Sorrido e mi sfioro il ventre.
Non so se non lo voglio davvero questo bimbo, sempre se c'è.
Chissà come sarebbe vedere Cameron con nostro figlio tra le braccia, probabilmente sarebbe come toccare il paradiso con un dito.
Manca poco al mio compleanno, siamo in Luglio ed io sono nata il 18 Luglio di quasi vent'anni fa.
I miei genitori mi concepirono quando mia madre aveva diciotto anni e mio padre ventuno. Erano davvero giovani, troppo giovani per essere volati via, verso l'infinito, verso un luogo dove Dio si beffa di noi, di come lottiamo per andare avanti, di come combattiamo ogni secondo contro gli ostacoli che la vita ci pone. Alcuni ne escono da vincenti da queste battaglie, altri perdono.
Peró, a perdere, sono sempre i migliori.

«Ehi, siamo arrivate» dice Mad toccandomi un ginocchio, alzo lo sguardo e vedo l'insegna della farmacia. Mi faccio coraggio ed esco dalla macchina, quando entro nella farmacia una signorotta grassottella mi sorride ampiamente chiedendomi cosa mi serve «vorrei dei test di gravidanza» dico con voce incerta «quanti?» sorride con tenerezza ed io mi sento più a mio agio «due se è possibile» dico, si china sotto al bancone e mi porge due scatoline «ecco a te» dice mentre li afferro «sono venti dollari» continua ed io le porgo venticinque dollari «tenga il resto» sussurro per poi dire un 'arrivederci' poco prima di uscire.

Quando torniamo a casa i ragazzi sono ancora fuori, adesso peró sono in acqua e stanno giocando uno sulle spalle dell'altro mentre le ragazze sono sulle sdraio in giardino. Sorrido e mi avvio in bagno.
Entro e mi siedo sul water mentre Madison chiude la porta dietro di se, «andrà tutto bene, qualsiasi cosa esca, te lo prometto» dice mentre mi accarezza i la testa, si china e mi bacia la fronte «forza» dice sorridendo e mi alzo, tirando su la tavoletta e giù i pantaloni e le mutandine. Prendo il test e faccio pipì sulla parte indicata dalla istruzioni, adesso dobbiamo solo aspettare.
Dopo dieci minuti, il test è pronto ma io non ce la faccio. Due linee positivo, una negativo.
«Pronta?» chiede, ma non riesco a parlare, dentro di me sento di volere questo bambino ma non voglio ammetterlo.
Prende il test e me lo porge senza guardare dato che è girato, lo prendo tra le mani e aspetto alcuni secondi prima di girarlo.
Uno
Due
Tre
Lo giro e due linee nere spiccano sullo sfondo bianco. Sorrido ed inizio a piangere silenziosamente, le mie dovrebbero essere lacrime di tristezza ma in realtà sono lacrime d'emozione.
Chissà come la prenderà Cameron.

Per essere sicura faccio anche l'altro test ma il risultato è di nuovo positivo.
Prendo i due test e li avvolgo nella carta igienica portandoli in camera e nascondendoli nel cassetto della mia biancheria sotto alle mutandine.
«Quando glielo dirai?» chiede abbracciandomi «non lo so» sospiro «penso domani» dico «vorrei dirlo a Kler» proseguo e lei sorride «andiamo» esordisce.

«Kler» la chiamo mentre la scuoto delicatamente «andiamo, svegliati» dico «Kler» ripeto e la vedo aprire gli occhi «devo dirti una cosa» dico «anche io devo dire una cosa a voi» dice mentre si strofina gli occhi «okay, allora al tre lo diciamo insieme» sorrido «d'accordo» dice «uno, due, tre, sono incinta» diciamo insieme e di slancio l'abbraccio «oddio, non ci credo» dice ridacchiando «nemmeno io» rido e tiro Madison nell'abbraccio.

Non vedo l'ora di dirlo a Cameron, anche se l'idea mi spaventa.
Spero di essere una brava mamma, come mia madre lo è stata per me, e spero anche che Cameron sia felice di questa notizia perchè non ho la minima intenzione di abortire o dare mio figlio in adozione, mai.
Non voglio rinunciare a questo piccolo esserino nella mia pancia, per nessun motivo al mondo e nessuno potrá mai farmi cambiare idea.

-spazio autrice-
DAN DAN DAAAAAAAAN
Ne è passato di tempo..devo ammettere che questo periodo è stato un po' buio per me e mi sono ripresa soltanto negli ultimi giorni. Che dire, dall'ultima volta che ho aggiornato, anche se è passato circa un mese sono cresciuta mentalmente. Sembrerà una cavolta da psicologa ma penso di essere nella fase 'cercare se stessi' dell'adolescenza e non è facile. Questo capitolo non è lungo e lo so, ma vorrei dedicarlo ai miei genitori, che mi hanno sempre amata e sostenuta, e so di essere fortunata perchè non tutti hanno questa fortuna.
Vi anticipo che mancano pochi capitoli alla fine di questa storia e colgo l'occasione di ringraziarvi di nuovo perchè non mi sarei mai aspettata tutto questo.
Sono quasi le quattro di notte e non so come mi sia uscito questo capitolo, spero vi piaccia.
Baci, vi amo.

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