Capitolo 39

693 22 2
                                    

Kate's pov
«Kate»
«Kate ti prego apri gli occhi»
«Kate, Kate ti scongiuro non abbandonarmi»
«Io ho bisogno di te»
«Resta con me» sussurra la voce infine.
Apro leggermente gli occhi e tutto quello che ho intorno prende colore e forma, sono in camera mia nella casa nuova. Le scene di poche ore fa mi ritornano in mente e inizio a ricordare.
«Mamma, dove sono mamma e papà» urlo «Kate» singhiozza Madison «loro sono morti» sussurra con voce flebile prima di scoppiare a piangere e abbracciarmi.
Urlo, un urlo straziante e pieno di dolore, così forte che sento la gola bruciarmi e i polmoni ardere. Un urlo che ti lacera il petto, il cuore.
Le mie amiche entrano in camera con il fiatone e gli occhi lucidi, e poi mi vedono, distrutta, fatta a pezzi, morta dentro, con gli occhi vuoti e spenti e tante lacrime al sapore di dolore che mi scavano le guance.
Dolore, è l'unico sentimento che riesco a provare.

I ricordi mi soffocano e la stanza si restringe improvvisamente, così tanto che faccio fatica a respirare, mi vengono in mente i ricordi felici con la mia famiglia e non riesco più a respirare «ha un attacco di panico» urla Melanie «Kate guardami» dice Kler prendendomi il viso tra le mani «ti prego» aggiunge piangendo, i momenti con Cameron mi passano per la mente e subito cesso di respirare trattenendo il fiato «sta andando in apnea» urla Sophia «Kate» urla Carly «Kate siamo qui con te, inspira ed espira, inspira ed espira, piano» dice Kler mentre mi accarezza i capelli e Madison le mani, lentamente riprendo a respirare, piano piano, respiri corti e quasi impercettibili, mi metto una mano sul petto mentre i miei occhi lacrimano, e mi stendo sul letto. Presto le braccia di Morfeo mi accolgono e cado in un sonno irrequieto pieno di ricordi dolorosi.

Madison's pov
Usciamo dalla camera e non riesco a smettere di piangere, pensavo morisse, lì davanti a noi, non respirava, aveva gli occhi che per un attimo si erano capovolti e non vedevo più quel mare in tempesta ma solo il bianco candido come la neve, non sapevamo come fare, dipendeva tutto da lei. Continuo a piangere tra le braccia di Kler nonostante anche lei pianga, come tutte.
Per quanto io sia arrabbiata, per quanto lo dovrei odiare e disprezzare, lo amo e lui è l'unica persona che riesce sempre a calmarmi.

«Nash» sussurro singhiozzando quando risponde alla chiamata
«Madison» sussurra «dove siete?»
«Non posso dirtelo» dico «Kate sta male»
«Cos'ha?» chiede preoccupato
«Nash, abbiamo telefonato ai suoi genitori ma non rispondevano e sai che lo fanno sempre, così abbiamo chiamato la polizia e ci ha detto che sono morti» sussurro, sto mentendo in parte, ma non posso dirgli la verità o scoprirebbe dove siamo «è in depressione, prima ha avuto un attacco di panico ed è andata in apnea, non riusciva a respirare e stava morendo davanti a me» continuo singhiozzando forte, sento che lui sta piangendo dall'altra parte del telefono
«ti prego dimmi dove siete» singhiozza e sento il lontananza altri pianti
«Non posso, non possiamo perdonarvi, avete distrutto le nostre certezze, eravate i nostri uomini, vi amavamo così tanto dio, ma non credo che i nostri sentimenti siano cambiati, solo non riusciamo più a fidarci. Avete distrutto la felicità che ci eravamo create con voi, ci avete mentito. Nash io ti amo, anche se mi hai spezzato il cuore, mi hai fatto provare così tanto dolore» mi fermo un attimo perchè i singhiozzi mi spezzano il respiro «ti amo Jack» sussurra Kler vicino a me «Kler» urla lui «ti amo piccola» urla di nuovo piangendo «ti amo» dico e sto per attaccare ma un urlo mi fa bloccare il respiro «ditemi dov'è la mia Kate, ditemelo, io la amo» urla Cameron «non posso, ditelo a Sammy» sussurro e riattacco.

Mi accoccolo sul divano abbracciata a Kler e tra le lacrime ci addormentiamo. Sogno due occhi azzurri e un sorriso bellissimo, mi manca così tanto..

Il giorno dopo

Cameron's pov
Sammy è partito ieri sera per la California, ha passato la notte piangendo, come noi d'altro canto. I suoi genitori li conoscevamo tutti, quando eravamo piccoli ci davano sempre il pane con la Nutella, erano delle persone splendide, dolci e simpatiche. Anche se mi sforzo, io non mi ricordo di lei però. Noi abbiamo tutti vent'anni, lei ne ha diciannove, ma noi siamo ancora al primo anno di università perché al primo siamo stati bocciati, da coglioni che siamo. Doveva essere una bambina bellissima e sono sicuro che me ne sarei innamorato ugualmente.

Quando Madison ha telefonato a Nash io ero lì di fianco a lui, ho sentito tutto. Stavo piangendo e non riuscivo a parlare, l'immagine di lei che stava morendo non mi abbandonava la mente, nemmeno ora, ma alla fine sono riuscito ad urlare. Lei mi manca come l'ossigeno, è un dolore straziante, forte e persistente. Ma è colpa mia. Solo colpa mia. Mio odio, sono un mostro.
Ricomincio a piangere e mi stendo sul pavimento freddo per calmare gli spasmi dovuti ai singhiozzi.

Sammy's pov
«Madison dimmi dove siete» dico quando risponde «so che siete a Los Angeles, sono qui anche io» aggiungo
«Ora ti invio la via» dice per poi riattaccare.
Sospiro e mi passo una mano tra i capelli trattenendo le lacrime.

Arrivo davanti alla casa indicata da Madison e suono al campanello.
«Entra» dice Carly sorridendomi dolcemente «sono in camera» aggiunge mentre mi accompagna da loro.
Mia sorella è sul letto raggomitolata mentre Madison le accarezza i capelli, alza un attimo lo sguardo e mi vede, sorride e fa segno a Kate di voltarsi, appena mi vede scoppia a piangere e mi abbraccia.
Restiamo abbracciati sul letto tutto il giorno, a piangere e a coccolarci tentando di consolarci a vicenda, ma non funziona.
«Promettimi che tu non mi abbandonerai mai» dice mentre mi accarezza una guancia con una mano e con l'altra mi stinge in capelli «te lo prometto» dico mentre le bacio una piccola lacrima che scorre sulla sua guancia «te lo prometto» ripeto prima che si addormenti. Prendo il telefono e chiamo Matt.
«Sammy» dice sospirando
«Matt, sono qui con mia sorella, sono tutte a Los Angeles. Partite domani, ma non dovete assolutamente venire in questa casa, altrimenti vi stacco le palle uno a uno, io ho bisogno di voi e Kate ha bisogno delle ragazze. Loro vi amano tanto, ho visto Sophia in corridoio e quando mi ha visto le si è illuminato lo sguardo perchè pensava ci fossi anche tu» dico «ma sono tutte ancora deluse quindi venite qui, ma dovrete aspettare» aggiungo «vi voglio bene Matt, ma Kate non è in grado in questo momento di vedere Cameron, mi hanno detto le ragazze a pranzo che ha avuto un altro attacco di panico più leggero, se vedesse anche uno di voi la situazione degenererebbe. Venite qui, ma aspettate» sospiro infine
«Va bene bro, ci vediamo domani» dice, attacco e mi passo una mano sul viso.
Mi sdraio e abbraccio Kate, poi il buio.

-spazio autrice-
Questo è il penultimo capitolo, spero vivamente che vi sia piaciuto e che vi abbia fatto emozionare..vi ringrazio infinitamente dell 5,22k di visualizzazioni. Vi prego di commentare, vi amo, baci.

Trust meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora