Capitolo 43

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Negli ultimi giorni una persona molto speciale mi ha fatto capire tante cose.
Questa persona si chiama Maria.
Maria ed io abbiamo creato il nostro sogno, e vogliamo davvero realizzarlo. Appena finiró questo libro andró in una casa editrice per vedere se si puó pubblicarlo.
Ragazze, non smettete mai di sognare, mai.
Ne approfitto anche per citare la Baddy che mi ha ispirato con la sua simpatia in questi giorni.
Buona lettura


Kate's pov
L'acqua apparentemente azzurra della piscina era l'unico elemento calmo in quella casa, oltre che la casa in sè. Tutte e nove ci eravamo riunite a cerchio sul pavimento in legno chiaro della sala, dovevamo annunciare alle altre che i ragazzi erano qui. Era tutto il pomeriggio che ci riflettevamo su ed ora sono le nove di sera, è ora di parlare. Subito avevamo pensato di farli presentare a casa, ma poi avevamo capito che sarebbe stato troppo d'impatto, così abbiamo deciso che semplicemente glielo diremo. Sophia, che era stata scelta per comunicare la notizia, non fece in tempo ad aprire la bocca che le luci si spensero ed un urlo generale si espanse per la sala nel buio totale.

Cameron's pov

«J dov'è il generatore?» chiedo mentre scavalco il cancello «in teoria è dietro la casa» dice mentre salta e arriva sull'erba fresca e si sistema i capelli.
«Tasto blu o tasto rosso?» chiedo mentre Nash illumina il quadro elettrico con la torcia del telefono «cretino, non sono i tasti, sono le levette» dice Matthew mentre spinge una levetta grigia e digita qualcosa sul display a fianco. «Bene, abbiamo tre minuti di buio per entrare in casa prima che le luci si riaccendano..luci spente in: tre, due, uno» dice e subito dopo delle urla ci fanno sghignazzare.

La porta sul retro è aperta, dio, poteva entrare chiunque.

Silenziosamente attraversiamo la cucina e arriviamo in sala dove si sentono delle voci. Decidiamo di sederci sul pavimento a gambe incrociate e aspettare che le luci si accendano.

Kate's pov
D'un tratto le luci si accendono e sospiro di sollievo. Guardo verso il giardino e mi sbatto una mano sulla faccia: dieci cretini sono seduti sul pavimento del salotto con un sorriso da orecchio a orecchio. Idioti!
Dannazione perchè non potevamo trovarci persone normali? Perchè?
«E loro che cazzo ci fanno qua?» sbraita Cloe mentre guarda Carter che si aggiusta il cappellino bianco sulla testa «ecco..era questo che vi stavamo per dire prima che entrassero in casa» dico mentre mi passo una mano sul viso. «Nash» sussurra Madison prima di scoppiare in lacrime e correre da lui, che la abbraccia e la stringe a sé. Questa scena fa addolcire lo sguardo a tutte le ragazze, comprese noi, che lentamente ci alziamo e avanziamo verso quei cretini senza speranza, che dopotutto amiamo, davvero tanto.

Incredibile come il risentimento possa essere sconfitto dall'amore.

Mi siedo tra le gambe di Cameron che mi cinge la vita con le braccia «mi sei mancata» sussurra vicino al mio orecchio «anche tu» dico per poi baciargli lo zigomo scolpito.
Mi sono sempre piaciuti i suoi lineamenti, la sua mascella è delineata alla perfezione e adoro quando è concentrato a fare qualcosa ed essa si irrigidisce.

Non si sa precisamente come, ma questa serata sta degenerando. Forse è perchè è tanto che non stiamo tutti insieme o forse è semplicemente perchè quando siamo tutti riuniti non riusciamo a fare cose intelligenti e serie.
La situazione è questa: dopo aver bevuto qualche shottino, aver ballato un tango stilizzato e aver fatto un bagno in piscina in intimo, senza aver vergogna di nessuno, tutti si stanno baciando come se non si vedessero da mesi sul pavimento. Tutti tranne mio fratello, il quale sta guardando un film d'azione sul divano da solo circondato da patatine e caramelle. (N.a. Signori e signori, mi è appena caduto il telefono in faccia)

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