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La festa è stata una bomba, in tutti i sensi.

Sono due giorni che dormo in piedi e non riesco a studiare perché sono deconcentrata. Sto cercando di rimuovere ciò che è successo con Genn perché non vale la pena soffrire per uno come lui. Devo riprendere i miei ritmi e smetterla di passare delle giornate orribili.

Oggi ho intenzione di vedermi col gruppo per studiare storia, così potrò recuperare qualche insufficienza e magari ricominciare ad uscire.

"Alice, non oltrepassare quella porta." Mi blocca mia madre seria, ostruendomi il passaggio.

I miei piani sono falliti per oggi.

Mio padre è seduto sul divano di fronte, come se mi stesse aspettando. Sapevo che sarebbe arrivato il momento in cui avrebbero voluto parlarmi, ma non sono pronta. Non voglio affrontare la situazione.

"Siediti." Continua mia madre indicando il posto vuoto vicino a papà.

Seccata, poso le chiavi sulla mensola e incrocio le braccia. Non ho intenzione di stare vicino a lui. Devo ancora fare l'abitudine alla sua presenza.

"Che c'è?" Interrompo il silenzio che si è creato, sta iniziando a rendere il clima pesante.

"Tesoro.." Inizia mio padre.
"Non chiamarmi così!" Lo interrompo.

Lui si incupisce.

"Alice" si corregge "non possiamo continuare in questo modo. Non ne posso più." Mamma gli stringe la mano.

Io avverto i primi sintomi di un pianto destinato a durare in eterno. Ma no, non posso, non ora.

"Non mi hai guardato in faccia neanche una volta da quando sono tornato casa... E non mi aspettavo una reazione simile da parte tua. Non ci sei mai, non ho mai tue notizie e fai fatica persino a chiamarmi 'papà'." Anche a lui trema la voce.

Vorrei sputare veleno ma ho paura di scoppiare a piangere.

Mia madre è quella che potrebbe cedere con più anticipo. Le trema il labbro.

"È stata dura per te non avermi nella tua vita, lo so, anche se lo neghi. Ma non pensare che per me sia stato facile. Quando ho lasciato questa casa non c'è stato giorno in cui non ti abbia pensato, in cui non mi sia preoccupato per te. È difficile spiegarti perché non ho cercato di rimanerti accanto, e non credo capiresti."

Non mi lascio impressionare dalle sue parole.

"Be', sono abbastanza intelligente. Coraggio, spiega pure!" Mi decido a parlare.

Lui e la mamma si lanciano uno sguardo.

"Io.. Non ce l'ho fatta. Sapevo che mi avresti odiato e ho preferito lasciarti i tuoi spazi." Risponde sfacciatamente.

Perdo una parte del mio buon senso.

"Ah sì? Tu non ce l'hai fatta?! Scherzi? Mamma ti ha mai detto cosa ho passato quando te ne sei andato?!"

Mi lascio andare alle lacrime, alla voce tremante, alle urla. Non riesco più a trattenermi, voglio liberarmi una volta per tutte.

Per la prima volta dopo un mese, ho il coraggio di guardare in faccia mio padre.

Rimane seduto con la testa fra le mani, mamma si gira dall'altro lato. Vorrei scomparire.

"Certo che me l'ha detto! E io non trovavo il coraggio di presentarmi..." Le sue giustificazioni non valgono.

"È troppo tardi, non credi?!" Urlo isterica. "Cosa mai ti avrà fatto cambiare idea?" Mi avvicino per poter far arrivare più a fondo le mie parole.

Gonna be like everyone else?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora