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Giò e Bea.

Cosa cazzo ci fanno qui? Chi le ha invitate?

Ripenso alle strane domande di Genn di oggi pomeriggio. 'Come va con Giò e Bea?'

E come sarebbe dovuta andare? Lo sapeva benissimo. Voleva solo capire quanto ancora fossi arrabbiata con loro prima di fare questa enorme stronzata.

Per questo si è dileguato? Per 'scamparsela' di fronte ad una mia pessima reazione? È il matrimonio di mia madre, non una festa
pubblica. Ora mi sentiranno, tutti e tre.

"Godetevi pure la cerimonia" sorrido con una acidità evidente nel tono di voce.

Giò e Bea si girano all'istante, una più impaurita dell'altra, come se non si aspettassero di incontrarmi al matrimonio dei miei genitori.

Si guardano come per decidere chi delle due debba cominciare a parlare. Non do loro abbastanza tempo.

"Certo, bello scroccare da bere al ricevimento di un matrimonio a cui NON siete state invitate"

A quel punto interviene Bea. Dio, non sentivo la sua voce da così tanto tempo.

"O mio Dio Ali, smettila. Sai benissimo che non siamo venute per approfittarci dell'alcol del ricevimento" dice offesa.

Ha pure il coraggio di ritenersi offesa? Lei, complice delle bugie di quell'altra bugiarda?

"E allora ditemi perché siete venute dato che non vi ho dato nessun invito, troppo impegnata ad ignorarvi per le vostre menzogne"

Sembro così sicura di me stessa e irremovibile nei loro confronti, ma dentro sono un cumulo di insicurezze e fragilità.

"Tua madre ci ha invitato" dice Giò in difficoltà "ma non arrabbiarti con lei, ti prego, non in questo giorno così importante. L'ha fatto a fin di bene"

Quindi Genn non c'entra? Non ne sapeva niente? La mamma non poteva farsi gli affari suoi? Non la uccido solo perché è il suo matrimonio.

"Ma Genn ha collaborato..." termina la frase Bea beccandosi un'occhiataccia dell'amica.

"Che c'è? Abbiamo detto basta con le bugie" si giustifica.

"Non mi interessa chi ha fatto cosa, potevate benissimo rifiutare conoscendo la situazione. È una delle giornate più importanti della vita mia e della mia famiglia e non voglio che ne facciate parte"

Deglutisco per il tono duro che sto usando. Vedo i loro volti sofferenti alle mie parole, le sto ferendo ma anche loro l'hanno fatto con me, senza pietà.

"Ci dispiace..." prende la parola Giò con la sua solita faccia da cane bastonato "ma non ci rivolgi mai la parola a scuola e ora..la scuola sta finendo e poi Bea è entrata all'università in Francia e..."

Si interrompe quando gli occhi cominciano a luccicare. Mi sale un groppo in gola.

"Cosa?" respiro a fatica.

Avrò sentito male sicuro, è una frase troppo brutta per essere vera. Comporterebbe una serie di conseguenze che non voglio neanche immaginare.

"Bea ha ottenuto un posto all'università di Bruxelles, alla facoltà di arte" parla sempre Giò per lei, mentre la diretta interessata è persa con gli occhi al prato.

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