#19

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L'unica cosa che mi ha dato la forza di attivarmi stamattina è stata la consapevolezza che domani è sabato.

"Tesoro! Vestiti!" Come al solito, mia madre si accerta che sia sveglia.

Mi basta infilare un felpone caldo e dei leggins neri, monotoni e banali come la mia routine. Secondo di sotto, il solito biscotto della mattina, il solito bacio di saluto, il solito giro in pullman.

Oggi la vita fa più schifo del solito.

"Ehii!" Vengono Giò e Bea. "Sei sparita ieri"

"Non vi immaginate cosa mi è successo, vi dirò tutto dopo in ogni caso" così magari riuscirò a schiarirmi le idee.

Vedo Max in lontananza e decido che è meglio parlargli ora per non rimandare sempre le cose.

"Possiamo parlarne?" Gli dico sorprendendolo da dietro, mentre sta parcheggiando il motorino. Se non avessimo litigato mi ci avrebbe fatto salire, come aveva promesso.

"So già quello che hai da dire, e la cosa peggiore è che non è nemmeno colpa tua" dice con aria rassegnata.

Delle occhiaie che avevo già notato si fanno di nuovo strada sul suo viso, sempre più scarno. Deve dormire davvero poco, altrimenti non si spiega.

"Che vuoi dire?" Gli chiedo confusa.

"Ho cercato di starti accanto fin dall'inizio Ali, perché tu mi piaci e lo sai. Solo che non vedo interesse dall'altra parte, per cui è inutile che continui a starti dietro come un cane" conclude posando il casco e dirigendosi verso la sua classe.

Non pensavo di interessargli così tanto.

"No, aspetta!" Lo blocco dal polso. Lui si gira.

"Che ne dici di uscire, uno di questi giorni? Solo io e te! Ti va? Così potremmo passare del tempo insieme e... fare ciò che vuoi!" Dico tutto d'un fiato. Di solito non sono io ad organizzare gli appuntamenti.

Max sorride in un nano secondo. "Ti passo a prendere domenica alle 7:00, in motorino stavolta" mi si avvicina e mi mette le mani sui fianchi.

Mi fa piacere sentirlo così vicino.

"Ma domani pomeriggio non esci con gli altri?" In effetti è sabato.

"Non posso, ho una partita di calcio"
Me ne ero dimenticata.

"Vinci per me" gli dico un attimo prima che suoni la campanella.

Max si avvicina e mi stampa un bacio sulla guancia, sussurrandomi all'orecchio: "A domani", in un modo sensuale come solo lui sa fare.

Vado in classe saltellando per la felicità. Mi ha dato il buongiorno più bello finora e non aspetto altro che domani sera.

Alla prima ora ho musica, quindi la giornata non è poi così pesante.

Quando Genn prende posto, noto che Reb è assente, così come Mar. Mi ero scordata che oggi ci sono le prove delle cheerleader per la partita di calcio di domani.

Ovviamente Reb è la capo-squadra, Mar la sua schiavetta asciuga sudore che si occupa di munirla le bottigliette d'acqua per tutta la partita.

"Ciao ragazzi!" Entra la prof di buonumore come sempre, vestita di rosso e giallo.

Rispondiamo educatamente. Dopo aver fatto l'appello, ci squadra tutti da cima a fondo.

"Noto che ci sono due ragazze assenti" dice riferendosi a Mar e Reb.

"Raia, passa avanti con Bianchi" dice indifferente.

No! Proprio adesso che avevamo litigato?! Non può farmi questo proprio lei, la mia professoressa preferita.

Gonna be like everyone else?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora