#49

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Erika chiede per l'ultima volta se abbiamo bisogno di qualcosa, dopodiché si chiude nella sua camera. Ha da studiare per un esame.

"Finalmente, cominciavo a non reggerla." Si lamenta Giò.

"Non essere cattiva, è sempre gentile con noi." La difende Bea. Noi adoriamo Erika.

"Lecchinaa." La prende in giro e si becca un cuscino in faccia.

Le osservo in silenzio, vorrei riuscire a divertirmi con loro ma le parole di Genn non mi danno tregua. Ogni frase che ha detto è impressa nella mia memoria.
'Ho pensato a te, giorno e notte.'
Sul serio?

"Come ti senti?" Chiede Bea ricomponendosi sul tappeto.

Non esiste un termine che racchiuda tutte le emozioni che sto provando.

"Confusa." è la parola più adatta suppongo.

Si scambia uno sguardo con Giò.

"Cosa hai intenzione di fare con lui?" Chiede stavolta Giò a tono basso, come se potessi arrabbiarmi.

"Sto troppo male. Non ce la faccio a guardarlo negli occhi, figuriamoci a perdonarlo."

Oggi l'avrò guardato un paio di volte in tutto. La sua sola vista mi mandava in tilt.

"È ancora troppo presto per dirlo. E poi non dovete per forza mettervi insieme, potete restare amici." Propone Giò.

Bea la guarda schifata.

"Amici? Sul serio?" Dice piena di disprezzo.

"Era un'idea.." si ritira tra i cuscini e le coperte.

"Quindi io potrei diventare amica di Tommaso?" Ribatte sbalordita.

"Era. Una. Idea." Scandisce Giò.

Adesso pensare che io e Genn potremmo essere amici è inaccettabile. Primo perché non l'ho perdonato, secondo perché non siamo mai riusciti ad avere un rapporto di amicizia. Non credo sia possibile.

"Che voi sappiate, verrà in gita domani?" Chiedo io stavolta.

Aveva detto di non volerci andare senza di me e un sacco di altre cavolate, chissà se è ancora di questa idea. Mi farà bene passare delle giornate da sola, rifletterò su quello che è accaduto e starò vicina alla mia famiglia. Mia madre sta per sposarsi, deve pur aver bisogno di me.

"Non saprei, aveva detto che.." dice Giò.

"Lo so." La interrompo. "Ma non credo che sarà di parola, come sempre del resto."

Si lanciano di nuovo uno di quegli sguardi di panico di chi non sa cosa dire.

"Benee, chi vuole fare una passeggiata?" Chiede Bea alzandosi in piedi.

"Non essere stupida, dovete finire di preparare le valigie, me ne stavo giusto andando." Dico.

Non voglio essere di intralcio e infelicitare il loro pomeriggio prima della partenza, l'ho fatto già troppe volte.

"La stupida sei tu se pensi che ti lasceremo da sola proprio oggi pomeriggio." Interviene Bea "Coraggio, andiamo a fare un giro."

Scrollo le spalle e oltrepasso la valigia aperta a terra, con una ventina di stracci appallottolati qua e là. Non si può dire che Giò non abbia gusto nel vestire!
Prima di uscire bussa alla porta di Erika per avvisarla che stiamo uscendo. È stesa sul letto con libri tutto intorno. Ora che è all'università le tocca studiare il doppio.

Gonna be like everyone else?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora