Capitolo 3

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Apro gli occhi azzurri, sbatto le ciglia per poi stiracchiarmi. Ciabatto sino al salone e trovo Kristina che beve il latte con un espressione insonnolita. Ridacchio scuotendole le spalle da dietro.

Una strana energia positiva si è irradiata nelle mie ossa, da quando mi sono alzata dal letto. Deve essere stato l'effetto benefico del sushi.

"Sveglia Kristina." Cantileno pimpante, per poi stamparle un bacio in guancia; lei come risposta mugola qualcosa di incomprensibile, fulminandomi con lo sguardo.

Il suono del campanello echeggia nella stanza, facendomi sobbalzare.

Pattino con le bellissime ciabatte di Frozen, fino alla porta. Guardo il corriere con in mano un grande pacco marrone e aggrotto le sopracciglia.

"Elsa Hosk?"

"Si, sono io"

"Ho diverse cose da consegnarle." L'uomo appoggia sul pregiato parquet il pacco e delicatamente lascia cadere nelle mie mani un mazzo di fiori e una busta in carta. Posiziono velocemente le cose sul tavolo e firmo il classico foglio per le consegne. Lo saluto con un cenno della testa e chiudo la porta, osservando con aria confusa gli oggetti.

Mi avvicino al mazzo di fiori: rose blu e bianche precisamente, grandi foglie verdi minacciano di uscire dallo strato di plastica.

Sorrido istintivamente. Chiunque abbia mandato questi fiori conosce perfettamente i miei gusti.

Apro il pacco incuriosita, trovondo all'interno svariati completini intimi. Divento paonazza in viso osservando i vari body. La marca? Victoria's Secret.

Mordo il labbro pensando al fatto che lo spasimante deve avere delle idee piuttosto strane, per regalarmi del fottuto intimo.

Mi volto verso la busta e la stringo tra le mani. Rompo il fiocco che la avvolge. Dischiudo le labbra e sgrano gli occhi vedendo una preziosissima collana di diamanti, da non so quanti maledetti carati.

Passo i polpastrelli sui diamanti completamente scioccata, mentre sul fondo della busta intravedo un biglietto. Una scrittura elegante è visibile sul foglio bianco:
"Only for you girl. I hope you like this. You are incredible. Your new boss xx"

Rileggo totalmente sconvolta il foglio per poi ricollegare il biglietto al ragazzo riccio della sfilata.

No, non posso assolutamente accettare questi oggetti. Risulterebbe terribilmente squallido e sconveniente da parte mia.

Decisa a voler restituire tutto, indosso un maglione rosa di Alberta Ferretti, un pantalone nero a vita alta e delle semplici Adidas bianche.

Stringo il mio corpo nella pelliccia mentre cammino nel freddo di New York. Guardo lo scenario della solita città americana nel pieno delle sue attività mattutine. Calcio un sassolino col piede e subito dopo fermo un taxi con un cenno della mano. Dico inmediatamente l'indirizzo degli uffici di Victoria's secret al taxista.

Scendo dal taxi, dopo aver dato la dose di dollari necessaria per il passaggio al taxista.

Entro nell'ascensore a vetri del grande palazzo. Sorrido osservando l'intera città dal vetro della struttura.

Con grandi falcate arrivo al grande ufficio del direttore pronta a farmi sentire, visto il suo comportamento poco professionale.
Busso alla porta con un pugno della mano e non ricevo alcuna risposta.

Solo silenzio.

Avvicino l'orecchio alla porta e sento vari sussurri e gemiti. Sgrano gli occhi arrivando solo a una conclusione: il mio capo se la sta facendo con la sua ragazza.

Sbatto le ciglia cercando di trovare una soluzione veloce.

Se busso, faccio un enorme figura di merda; se non lo faccio e me ne torno nel mio confortevole habitat casalingo risparmiandomi la sfuriata al capo, risulterei una tipa senza palle e poco rispettabile.

Faccio un respiro molto profondo.

Sono spacciata.

Un uomo cammina frettolosamente con varie cartelle in mano, nella mia direzione. Indossa il classico dress code adatto al lavoro in ufficio. Sicuramente è uno dei tanti segretari del capo.

Osservo i suoi tratti asiatici e la sua fretta nel camminare.

Senza nemmeno darmi il tempo di parlare, gira la maniglia e apre la porta dello studio del mio direttore, dandomi così la visuale di quello che vi è all'interno.

Santo Gesù bambino.

La ragazza del mio direttore, Kendall Jenner, stesa come una balena ansimante sulla scrivania. Sopra di lei un ragazzo biondo dagli occhi verdi completamente senza vestiti.

Il silenzio cala nella stanza. Io guardo la modella mora che cerca di coprirsi, schifata. Il segretario accanto a me, dopo aver logicamente urlato come una femminuccia, fissa la scena abominevole con gli occhi a forma di mandorla sgranati.

Kendall mi guarda alla ricerca di parole, o di una scusa avvincente.

"Ehm mi stava aiutando a trovare la penna..." Borbotta imbarazzata e allo stesso tempo con fare altezzoso. e io alzo le sopracciglia.

"Beh, deve essere una posizione perfetta per trovare una penna". Alzo le sopracciglia, mentre il cinesino accanto a me si lascia andare ad un verso pieno di disgusto. Una risatina sfugge dalle mie labbra.

"Spero che il Signor Styles sia a conoscenza di questo, Signorina Jenner. " Commenta il segretario sistemando gli occhiali sul naso.
Mi lascio andare a un ghigno divertito, quando il volto di Kendall perde il colore roseo, diventando bianco.

"...altrimenti glielo diremo io e la Signorina Hosk. " Dice l'uomo indicandomi. Io in tutta risposta sgrano gli occhi sorpresa, non volendo essere messa in mezzo in questa storia. Cerco di aprire bocca, per esprimere la mia opinione, ma il segretario mi lancia un'occhiataccia.

E così mi ritrovo a far parte in un problema amoroso del mio direttore.

My new Boss 🥀 /h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora