Capitolo 9

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Apro gli occhi svegliata dal rumore della pioggia che precipita sul tetto. Amo Dicembre, forse perchè comprende il camino, coperte, neve e soprattutto Natale e l'arrivo del nuovo anno.

Allungo il braccio istintivamente accanto a me ma la mia mano colpisce solo il freddo cuscino. Aggrotto le sopracciglia con il viso ancora impastato dal sonno, sistemandomi sul letto. Appoggio i piedi nudi sul pavimento alzandomi, mi stringo nelle lenzuola che porto con me per coprirmi mentre scendo le scale in vetro. Stringo lo scorrimano pericolosamente tra le dita guardando come il mio capo dopo una notte del genere si riveste freddo come il ghiaccio, come se non fosse successo niente.

Harry chiude la zip dei suoi pantaloni ed io nel frattempo lo guarda congelata dal suo comportamento da sociopatico, appoggiata al muro. I suoi occhi incontrano i miei. I suoi taglienti come lame affilate.

"Senti, ascolta quello che è successo ieri sera è stato un completo errore d'accordo? Si insomma, sono stato bene e ci siamo divertiti ma finisce qui". Conclude lasciandomi di stucco. Cosa crede? Che io sia il suo giocattolo o il suo sfogo? Se pensa questo ha totalmente sbagliato persona.

Cerco di guardarlo con maggior disprezzo possibile e immaginabile mentre apro la porta di casa facendogli cenno di uscire.

"Esci e non tornare mai più." Affermo ferita nel profondo ma soprattutto nel mio orgoglio da donna che vuole essere rispettata. Annuisce e sembra quasi sereno, porta i capelli lunghi scuri dietro con una mano e esce dalla porta come se nulla fosse. Stronzo. E io con questo stronzo ci ho condiviso pure il letto. Il mio fottuto e preziosissimo letto. Dovrò cambiare le lenzuola per non avere l'odore di merda che emana il mio capo, sopra.

Sospiro chiudendo la porta dietro di me e scivolandoci sopra. Che problemi ho? Perchè ha fatto così?
Scuoto la testa non sapendo neanche io il motivo di tante domande. Io non sono così, io sono la donna bella e stronza che cammina per le strade di New York, offrendo il mio corpo ai media. Eppure mi sembra che tutte le mie sicurezze stiano svanendo come un brutto sogno.

Passo tutto il giorno a guardare uno stupidissimo e noioso reality americano, finchè il mio telefono prende a vibrare. Afferro l'aggeggio notando che sullo schermo c'è scritto: Krikri,sorrido rispondendo al telefono.

"Mi dica." Ridacchio rispondendo alla mia migliore amica.

"Ehi brutta babbuina, ieri sera non mi hai nemmeno salutata che fine hai fatto?"

"Oh, io...dio scusami Kris, solo che è stata una lunga serata..." Mormoro per poi sospirare al solo pensiero.

"Oh cazzo, cos'è successo? Sai che mi devi raccontare tutto vero?" Mi scappa un risolino per la schiettezza della ragazza a telefono. Lei è sempre stata così, una vera e propria ondata di aria fresca.

"Certo Kris, per questo ti invito ufficialmente ad uscire con me stasera." Ridacchio fingendo un tono solenne, la mia amica ride e me la immagino giocare con le ciocche di capelli tra le dita, il telefono in una mano e la testa del suo ragazzo sulle sue gambe magre. Non so perchè, ma mi piace questa scena.

"Va bene sorella. A che ora ci vediamo e dove?" Picchietto il dito sul labbro inferiore pensando a un locale esplosivo per passare la serata con la mia pazza migliora amica.

"Ci vediamo al Blue Night, alle 9.30 p.m. d'accordo?"

"Perfetto, ci vediamo dopo Els." Sorriso all'adorabile nomignolo che mi ha attribuito per poi dirle un ciao e attaccare.

Pulisco il tavolino in vetro dalle briciole di biscotti al cocco mentre ne mastico uno. C'è una cosa che dovete sapere, io sono maledettamente dipendente dal cocco, per questo ho detto a mia madre che quando morirò voglio essere distesa su un letto di cocco, logicamente nella bara. Certo non è un pensiero felice ma solo così troverei la pace in paradiso.

Wow, che discorsi stupefacenti. Coscienza del cazzo.

My new Boss 🥀 /h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora