Capitolo 21

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Febbraio, il mese dell'amore, è ormai alle porte. La neve ricopre i tetti delle case, le strade e le macchine. New York è in completa trepidazione, per la NYC Fashion Week e per il Capodanno Cinese.

Sorseggio il mio the, ancora con il tubino stretto che ho indossato per l'After Party, della sfilata di Balmain.
Stringo l'iphone tra le mani, fissando lo schermo, incessantemente. Harry non risponde ai miei messaggi da due giorni.

Sono maledettamente preoccupata.
Forse è sparito, perché sente troppe responsabilità addosso, oppure perché non si sente pronto per il passo che la nostra relazione sta facendo. Ma sembrava così felice con me, deve essere sicuramente successo qualcosa.

Scuoto la testa, per liberarmi da certi pensieri. Accendo il plasma, sedendomi sul letto della mia camera.
Davanti agli occhi, mi compare il notiziario delle 24 ore.

"Harry Styles, il capo del famoso brand di lingerie, Victoria's Secret, è stato ritrovato nella sua automobile, una Range​ Rover nera, privo di sensi. Dalle telecamere attive, risulta che una Cadillac Escalade metallizzata, abbia tagliato la strada, alla Range Rover di Harry Styles, mandandola fuori strada e facendola andare a sbattere contro un palo della luce.
La vittima dell'incidente, viste le sue gravi condizioni, è stata portata urgentemente al New York Presbyterian Hospital. Per ora è tutto, linea allo studio".

La tazza in porcellana, cade contro il parquet, creando un forte rumore.
Harry è in ospedale.
Harry ha avuto un incidente.

Non ci si può preparare a un impatto improvviso, non ci si può aggrappare a qualcosa, ti colpisce e basta, dal nulla.

Porto la mano davanti alla bocca, in uno stato di completo shock, mentre una fitta di dolore si propaga lungo tutto il mio corpo.

Sento il terreno cedere e il mio mondo crollare.

Sbatto gli occhi azzurri, cercando di togliere la patina di lacrime che ci si è creata.

Lui ha bisogno di te.

Non collegando nemmeno la mente al mio corpo, afferro meccanicamente la giacca e le chiavi della macchina. Chiudo la porta di casa, dietro le mie spalle, mentre la chiave dell'auto picchietta contro le mie mani che tremano, e non per il freddo. Un respiro tremolante esce dalle mie labbra, mentre guido, già immaginando lo scenario che avrò davanti agli occhi.

Non doveva andare così, non doveva andare fottutamente così.

"Cazzo, cazzo, cazzo!" Piango dando dei pugni al volante. Se qualcuno mi stesse guardando probabilmente starebbe pensando che io sia pazza. Asciugo le lacrime, con il palmo della mano e prendo posto nel parcheggio dell'ospedale.

Le gambe sono come gelatina, le mani tremano nelle tasche della mia giacca e il mio labbro batte contro i denti, ininterrottamente. Entro, passando attraverso le porte scorrevoli e mi avvicino a un'infermiera per chiederle informazioni, su dove lui si trovi.

Lei si volta verso di me e senza importanza, mi risponde che il Signor Styles, si trova in Rianimazione.
Un altra fitta al cuore. Le abbozzo un sorriso di ringraziamento e mi dirigo verso il reparto, strettamente controllato.

Una donna con la divisa blu, mi guarda, facendo scoppiare il suo chewingum.

"Si? Come posso aiutarla?"

"Devo andare da Harry Styles, sono la sua fidanzata." Dico con un tono, che non ammette un no. Voglio solo vederlo, cazzo, ne ho davvero bisogno. Lei annuisce, semplicemente, per poi aprire la porta bianca, del reparto.

Un lungo corridoio mi si presenta davanti agli occhi. Ci sono diverse stanze. Le pareti sono interamente bianche, con qualche decorazione celeste, ai loro lati ci sono delle sedie, dove i parenti e le persone più strette del paziente possono restare. Regna un silenzio da far gelare il sangue.

Mentre cammino, vedo sedute sulle prime sedie svariate persone, tra cui: una bambina che si stringe alla madre singhiozzando, un ragazzo che piange con le spalle al muro e una donna inginocchiata sul pavimento, che prega, stringendo tra le mani un rosario.

Continuo a camminare, trovandomi davanti, alla camera dove si trova Harry. Sulle sedie, di fronte alla sua stanza, ci sono seduti; due donne e un gruppo di ragazzi.
Entrambi le donne sedute, assomigliano molto ad Harry, quindi deduco siano sua sorella Gemma e sua madre Anne, di cui mi ha parlato molto. Mentre, per quanto riguarda al gruppo di ragazzi, loro devono essere gli amici più stretti, di Harry.

Gli occhi di tutti quanti si posano su di me e vedo nei loro occhi, comprensione. Anne mi sorride leggermente, alzandosi dalla sedia e avvicinandosi a me. Faccio lo stesso avvicinandomi, piego di poco gli angoli della bocca cercando di darle conforto.

Anne mi porge la mano, con gli occhi rossi e appannati dalle copiose lacrime.

"Io sono Anne, la mamma di Harry. Tu devi essere Elsa, giusto? Ti avrei voluto conoscere in un'altra situazione..." Sospira affranta, stringendomi la mano.

"Si sono io, Signora. Piacere di conoscerla e beh, non si preoccupi per la situazione."

"Se vuoi cara, puoi entrare. L'importante è che non disturbi, mh?"
Annuisco, mormorandole un flebile grazie.

Metto la mano sulla maniglia della porta, preparandomi al peggio. Harry è disteso sul materasso bianco, le lenzuola lo coprono fino al petto nudo. Sul viso ci sono numerosi graffi e tagli, sulla sua bocca c'è una mascherina che gli permette di respirare. Una flebo è conficcata nelle sue vene e le braccia sono distese, senza vita, lungo il corpo bianco.
Harry è legato a molteplici fili. Nella stanza è udibile solamente il rumore delle macchine, che lo tengono ancora in vita. Un fastidioso Bip, persiste nell'aria fin troppo pesante.

Cerco di trattenere, invano, un singhiozzo, avvicinandomi al suo letto. Mi siedo sullo sgabello accanto al materasso e prendo cautamente la sua mano. È così fredda, nella mia calda. Gli anelli sono stati tolti e hanno lasciato dei tagli sulle dita. Porto la sua mano contro le mie labbra, lasciandone un dolce bacio sopra, proprio come faceva lui.

In pochi minuti, mi trovo a singhiozzare sulla sua mano, senza sosta. Le mie mani che stringono la sua e la guancia contro di essa.

"Non andartene, amore mio."

My new Boss 🥀 /h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora