Capitolo 25

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"Quindi, che ne dici? Troppo vivace?".
Domanda il mio fidanzato, con un paio di occhiali da vista sugli occhi e le sopracciglia aggrottate, in segno di concentrazione. Tornare a lavoro per lui è stata una vera gioia, il che è veramente ammirabile, insomma a chi piace tornare a lavoro? Anche se lui ne è il capo della sua azienda, non credo cambi molto, si tratta sempre del noiosissimo e stressante lavoro.

Ora sta tentando di chiedere consigli su come dovranno essere gli outfits,  del Victoria's Secret Fashion Show di quest'anno, proprio alla sottoscritta.

Vi descrivo la scena: Harry seduto sul parquet, in una maniera decisamente seducente. La schiena appoggiata contro il muro, un ginocchio coperto dagli skinny neri piegato, una mano che tocca il naso e delle lenti che sembrano essergli state cucite addosso.

Beh, poi in questo quadretto celestiale ci sono io.

Un suino. Ecco cosa sono. Un suino stravaccato sulle scale, che cerca di riprendere le forze perse in palestra, con un pacchetto di patatine del cazzo. Fanno davvero schifo, ma è pur sempre cibo, no? Recentemente, ho riscontrato il fatto che mangio esageratamente tanto. Per farvi capire: se faccio un pasto più che dignitoso, successivamente come se fosse una reazione naturale, ho talmente tanta fame che mangerei anche il ricciolino sexy. L'idea non sarebbe male, ma diventare una cannibale mi sembra una decisione più che estrema e che va ponderata.

"Mi stai ascoltando, dolcezza?". Ridacchia il mio ragazzo, alzando lo sguardo su di me. Scuote la testa, ghignando divertito, con le fossette.

"Da quanto stai sgranocchiando quello schifo, più o meno?".

"Uhm, all'incirca da un'ora e quattordici minuti." Mormoro, infilando una patatina in bocca.

"Lasciane un po' anche a me, mh." Mi fa un occhiolino, tornando a lavorare sul suo blocchetto di disegni.

"Nah, non te le consiglio. Fanno veramente schifo."

"E perché continui a mangiarle?" Mormora concentrato su quel dannato foglio bianco, disegnando qualcosa con la matita.

"Non lo so, credo per il semplice fatto che sia cibo." Affermo, guardando una patatina tra le mie dita. Lui in tutta risposta, scoppia a ridere, non smettendo di scuotere la testa.

"Davvero Harold, non deridermi. Sono talmente frustrata! Non è possibile che io mangi così tanto, insomma guardami! Ho pranzato con una fottuta bistecca di 8 kg. e ora mi sto ingozzando, come se non avessi toccato cibo da un anno. E tu, mio caro dovresti fermarmi, non di certo ridere di me!" Mugolo, cercando di tenere lontano quel maledetto pacchetto di schifezze. Un'improvvisa voglia di piangere e gridare mi invade e non ne capisco nemmeno il motivo, sinceramente.

Sento i stivaletti del riccio sbattere contro il parquet. In pochi secondi, lo trovo piegato sulle ginocchia alla mia altezza, ad accarezzarmi una guancia.

"Che succede, Elsie?"

"Non lo so." Mormoro, avvicinandomi di più a lui e stringendolo in un abbraccio. La mia testa è sul suo petto e le mie labbra sono piegate in un broncio, mentre le mani magiche di Harry passano tra la cascata dei miei capelli.

Sgrano gli occhi azzurri, quando una luce prende a lampeggiare nella mia testa.

"Harry, dimmi che l'ultima volta che l'abbiamo fatto, tu hai usato precauzioni."

"Uh, in realtà ci eravamo messi d'accordo sul fatto che tu avresti preso la pillola, Elsie." Dice, con la sua solita voce calma e roca, invano del dramma che è molto probabile sia successo.

"Oh cazzo, me ne sono dimenticata."
Harry blocca le carezze tra i capelli, immobilizandosi. Poi mi prende delicatamente per le spalle, per guardarmi negli occhi.

"Ti sei dimenticata della pillola?"
Mi chiede, guardandomi dritto negli occhi e io annuisco, mordendo il labbro. Il mio fidanzato bagna le labbra, color ciliegia, rendendole più lucide del solito e incurva leggermente le sopracciglia, come se stesse pensando.

"D'accordo, adesso andiamo insieme in farmacia, si?" Mi sorride, vedendo il mio volto terrorizzato. Un bambino è veramente l'ultima cosa che voglio, al momento. Insomma non ora, che sta andando tutto bene fra di noi.

****
"Quindi quali dobbiamo prendere?"

"Diamine, non lo so." Piagnucolo, sull'orlo dell'esasperazione. Alla fine, abbiamo optato per il supermarket più vicino a casa, per prendere quell'aggeggio. Di fronte a noi c'è un intero scaffale pieno di test di gravidanza. Ora, la domanda è: quale cazzo dobbiamo prendere?
Le mani setose di Harry si muovono nervose, tra i cartoncini.

"Sento che sto andando al manicomio. Facciamo una cosa Elsie, prendiamoli tutti."

"Cosa? Non poss..." Cerco di rispondere ma la sua mano va a posarsi sulla mia bocca, per farmi tacere.

"Si invece, li prendiamo tutti." Mi fa un sorriso falso, buttando le piccole scatole nel carrello.

"È possibile essere arrestati, per aver preso tutti i test rimasti, secondo te?"

"Elsie, è impossibile essere arrestati per così poco, mh." Harry bagna le labbra, spingendo il carrello straripante di test. Le rotelle di esso si muovono veloci sul pavimento, incrostato dallo sporco, del supermarket.

Nel giro di un paio di ore, mi ritrovo seduta sul water del bagno, di casa mia, intenta a masticare un chewin-gum alla fragola con il foglietto illustrativo, tra le mani. Tecnicamente, devo urinare su un diavolo di bastoncino. E Harry, appoggiato contro il lavandino, che apre e chiude l'acqua dal rubinetto, non mi aiuta.

"Harry, per l'amor di Dio, così non mi aiuti, tesoro." Gonfio le guance, alzando lo sguardo su di lui. Lui fa un respiro, incrociando le braccia, per poi iniziare a fissarmi.

"Sai, non riesco a urinare su questo coso, se mi fissi mh. Perciò, potresti uscire?".

"Oh andiamo amore, ti vergogni di me?"

"No affatto, ma non ci riesco se tu sei qui. Quindi, per favore amore, puoi uscire? Ti chiamerò quando ho fatto, promesso." I suoi occhi verdi mi scrutano, le sue labbra sono arricciate in una smorfia. Poi annuisce, uscendo dalla porta.

Bene, a noi test. Seguo le procedure scritte nel foglietto illustrativo, alla lettera, per poi appoggiare quella sottospecie di termometro, sul ripiano accanto al lavabo. Apro il getto dell'acqua, lavando le mani con il sapone al latte di cocco.

La mia mente è piena di pensieri. Mi vengono i brividi, al solo pensiero di essere veramente incinta. Non è che non voglia un bambino, ma la mia vita mantiene dei ritmi davvero elevati, tra fashion show, servizi fotografici e settimane della moda. Come riuscirei ad avere una piccola creatura, che dipende esclusivamente da me?

Scuoto la testa, provando a concentrarmi su altro. Questa sera ci sarà la mostra di alcune foto di nudo, scattate a me e ad altre modelle, dal mio fotografo preferito in assoluto, James Russell, una sottospecie di Tarzan moderno, con i capelli biondo scuro sciolti e i piedi scalzi. Dice che riesce ad essere in diretto contatto con la natura, in questo modo, anche quando ha tra le mani una fotocamera professionale.

Harry è tornato in ufficio, quindi nel loft ci sono solamente io. Io e il mio probabile feto. Entro nella mia cabina armadio, cercando l'abito che Yves Saint Laurent, ha confezionato per me, da indossare stasera. Devo maledettamente tenermi distratta, mentre aspetto le risposte del test e la sera scende su New York.

La sera, mi ritrovo stretta nel mio abito costoso, tra miliardi di paparazzi che fotografano ogni parte di me. Il mio vestitino brilla ad ogni mio movimento. Inutile dire che Yves saint Laurent ha fatto un lavoro a dir poco, eccezionale.

 Inutile dire che Yves saint Laurent ha fatto un lavoro a dir poco, eccezionale

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