Capitolo 33

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Diventare mamma è la cosa più bella, che possa capitare nella vita di una donna. L'ho appurato, dopo che ho visto quei due piccoli occhi curiosi, guardarmi affascinata e fiera. Kenny è il completamento della vita da sogno, che mi sono da sempre programmata.
Il ritorno a casa, è stato uno dei migliori: le persone più care a noi, hanno organizzato una piccola festa privata, in onore dell'arrivo della piccola Kenya, con tanto di palloncini a forma del suo nome, che ora si trovano nella cameretta della piccoletta. Parlando appunto della sua cameretta, Harry si è occupato della sua intera realizzazione, a partire dalla vernice sulle pareti, alla coperta sulla culla, con la sua iniziale.

 Parlando appunto della sua cameretta, Harry si è occupato della sua intera realizzazione, a partire dalla vernice sulle pareti, alla coperta sulla culla, con la sua iniziale

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La cameretta è piuttosto spaziosa, e il mobilio è stato posizionato a regola d'arte. I colori sono tutti strettamente coordinati, tra di loro: si tratta di colori molto tenui e delicati, rosa chiaro e grigio. Harry ha fatto un lavoro strepitoso, come sempre del resto, e lo sta facendo anche come papà.

Mi appoggio allo stipite della porta, godendomi la scena. Il mio fidanzato è sdraiato sul materasso, e sul suo petto c'è Kenya, a pancia in sotto. La bimba muove le mani, con movimenti meccanici, e lui sorride accarezzandogli la piccola schiena, quasi grande quanto le sue mani. Il viso di Kenny è incastrato nel suo collo, e la bimba lo sfrega, come se volesse sentirlo più vicino. Harry ridacchia al gesto, lasciando dei baci sulla sua guancia paffuta, e stringendola più vicina a se, perdutamente innamorato della figlia. Il piccolo scricciolo indossa una tutina invernale, (regalata da Nonna Anne), viste le temperature esageratamente basse, con degli unicorni, rosa, sopra.

Il camino presente nella camera, scoppietta, infondendo calore nella stanza oramai buia, visto che è calata la sera. Decido di staccarmi dalla porta, e di avvicinarmi alla mia famiglia, a grandi falcate, viste le mie gambe lunghe. Appoggio un ginocchio sul materasso, facendo andare lo sguardo del riccio su di me.

Un sorrisetto impertinente nasce sul suo viso, mentre si avvicina a quello di Kenya

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Un sorrisetto impertinente nasce sul suo viso, mentre si avvicina a quello di Kenya.

"Un Kenny, abbiamo un valido intruso, nel nostro territorio." Sussurra, accompagnando la frase con una risata.

"Oh, mi scusi boss, non era mia intenzione." Lui ghigna, tirandomi più vicina a se, con una mano, mentre l'altro braccio è avvolto attorno a Kenya, che oramai è caduta in un sonno profondo.

"Che ne dici, se parliamo di quanto tu stia invadendo il mio territorio, dopo che ho portato Kenya, in camera?" Dice persuasivo, nel mio orecchio, facendomi venire la pelle d'oca.
Io, mi affretto ad annuire, e lui si lascia andare a una risatina da scolaretta, alzandosi dal letto, con attenzione. Kenny è avvinghiata contro il suo petto, le sue piccole manine chiuse in minuscoli pugni, e le labbra dischiuse da cui escono leggeri respiri. Harry le lascia svariati baci in fronte, mentre esce dalla camera.

Faccio un respiro, alzandomi di scatto e guardando il mio riflesso allo specchio. Beh si, sono più che presentabile. Tiro su i pantaloncini del pigiama, mostrando quasi metà della mia meravigliosa chiappa. Dovrò pure io, avere qualche carta da giocare, no? Mi rilancio sul letto, come se non fosse successo niente, cercando una posa che risulti sexy ma naturale. Piego una gamba sull'altra, e appoggio una mano sotto la testa, con lo sguardo verso la porta. Harry fa la sua comparsa, mentre passa una mano tra i capelli morbidi, riportando all'ordine assoluto i ricci più ribelli. Appena i suoi occhi cadono su di me, lo vedo bagnare ripetutamente le labbra e avvicinarsi, lentamente, con i movimenti di un predatore esperto.

"Dunque, vogliamo parlarne?" Me lo chiede, appoggiando le mani ai lati dei miei fianchi. I suoi occhi sono estremamente magnetici, e un suo sorrisetto perverso, minaccia di far saltare il suo piano da predatore.

"Parliamone, boss." Lui al nomignolo grugnisce, spingendo i nostri corpi caldi, più vicino. Ghigno, spingendolo addosso a me, con una mano sul suo collo. I suoi occhi sono qualcosa di eccezionale, in questo momento. Gli sposto una ciocca di capelli, da davanti agli occhi, mentre mi avvicino al suo viso, per mordergli il labbro.

"Dio, mammina." Fa un respiro profondo, appiccicando il mio corpo contro il suo, come se stesse cercando dell'ossigeno. Sogghigno, soddisfatta di come lo stia tenendo in pugno.
Premo una mano sul suo petto, spingendolo contro il materasso. Mi sistemo sul suo bacino, con un sorrisetto furbo, mentre i suoi occhi sono sgranati e le sue labbra sono dischiuse. Porto una mano tra i miei capelli, liberandoli dall'elastico, con gesti estremamente sicuri, ed essi cadono sulle mie spalle di rigetto.
Passo la lingua sopra i denti, sfilando la camicetta del pigiama, senza fretta. Voglio farmi desiderare con ogni fibra del suo corpo.

My new Boss 🥀 /h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora