Capitolo 15

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L'orologio sull'Iphone segna le sette del mattino, il jet atterra nell'aereoporto di Parigi. Scendo velocemente le scalette, il freddo invernale punge il mio corpo costringendolo ad stringersi nella pelliccia firmata di Fendi. Una Mercedes nera, lucida, si ferma davanti al jet, da cui vi esce un uomo stretto in una divisa, che subito si affretta a raggiungermi.

"Miss Hosk è un onore, Mister Styles mi ha ordinato di portarla nell'hotel in cui alloggia. Desidera un aiuto con i bagagli?". Mi sorride smagliante sistemando il cappello professionale sul capo.

"Oh si, sarebbe davvero gentile da parte sua". Dissi con il fiatone a causa delle valigie pesanti per poi sorridere gentilmente all'uomo.

L'autista sistema le mie valigie sull'auto, spalanca lo sportello dell'auto facendomi entrare. Dell'aria calda riempie la macchina, evitando di farmi patire il freddo di Gennaio.

"Il mio nome è Ben. Ah e buon compleanno Miss Hosk". Mi sorride Ben guardandomi dalle specchietto retrovisore. Lo ringrazio gentilmente e sorrido per la dolcezza dell'autista, che accosta la macchina accanto ad un lussuosissimo palazzo bianco.
L'insegna elegante blu "La belle vie" è disegnata davanti all'entrata.

La receptionist appena mi nota sorride formalmente.

"Elsa Hosk, giusto?". Mi domanda con tono rispettoso e la testa alta.

"Si sono io". Annuisco mentre nel frattempo continuo a guardarmi attorno. L'hotel è proprio di fronte la Torre Eiffel, questo deve essere un sogno. Non sono mai venuta a Parigi, semplicemente per il fatto che penso che questa città sia da visitare con la persona giusta. Stiamo parlando della città dell'amore, giusto?

La donna cordialmente appoggia sul bancone in cristallo una chiave per poi aggiungere che Mister Styles mi sta aspettando nella sua suite. Entro nell'ascensore pigiando subito il numero del piano della suite. Il mio cuore martella pesantemente nel mio corpo, come se si volesse liberare e andare in giro senza di me. I brividi sulla pelle circondano la mia pelle pallida e le mie dita pizzicano la pelliccia, nervosamente. Sono nervosa perchè lo sto per rivedere dopo una settimana. Sono nervosa perchè solamente lui riesce a farmi provate emozioni mai vissute prima.

Le mie gambe fasciate dal pantalone a grandi falcate sorvolano il tappeto blu. Inserisco la chiave nella serratura e faccio un respiro profondo. Solo lui sa farmi sentite come una ragazzina alla sua prima cotta. Apro la porta e di fronte a me trovo lo scenario più bello e romantico che io abbia mai visto. Tutto questo è molto meglio di uno stupido film.

Mordo il labbro; analizzo ogni dettaglio nella stanza. Dei petali di rose blu e rosse sono sparsi minuziosamente sul letto a baldacchino e sui mobili eleganti, attaccati alle pareti. Un forte odore di vaniglia spicca nell'aria gelata, le candele bianche sono posizionate sul comodino e su una vetrina. Il balcone della suite è aperto lasciandomi la visione di un tavolo delizioso con sopra un mazzo di fiori e altre candele profumate accese.

Due mani stringono saldamente i miei fianchi, il suo odore si unisce a quello della vaniglia delle candele. I suoi capelli troppo lunghi per qualsiasi uomo ma su di lui perfetti, solleticano il mio collo. Le sue labbra baciano teneramente la mia guancia meravigliosamente accaldata. Mi volto e lo trovo sorridente attorcigliato al mio corpo.

 Mi volto e lo trovo sorridente attorcigliato al mio corpo

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"Tanti auguri Principessa". Appoggia le mani sulle mie guance, stringendo il mio viso a coppa e sorridendomi, con tanto di fossette. Questo è troppo per la mia sanità. Non riuscendo a resistere un secondo di più, afferro in un pugno la sua camicia e faccio combaciare le nostre labbra. Le sue dita accarezzano le mie guance durante il bacio e il suo corpo è leggermente curvato per arrivare alla mia altezza. Le sue labbra tirano con i denti il mio labbro inferiore per poi tornare a baciarlo, le mie mani scivolano sul suo petto caldo che ad ogni movimento delle nostre bocche si scalda, sotto la mia mano.

Adesso le sue braccia circondano i miei fianchi in una morsa, da cui non ne voglio più uscire. Ci stacchiamo per riprendere fiato e respirare ossigeno. Lo guardo negli occhi, ormai completamente persa e lui di conseguenza mi stringe ancora più a sè, come se non volesse farmi scappare via. Le mie dita sfiorano la sua guancia magra, mentre la pelle d'oca si fa presto sentire.

Dio,ragazzo riccio. Cosa mi stai facendo?

My new Boss 🥀 /h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora