11.

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La sveglia suona in quel di pomigliano anche stamattina. La stacco e decido di alzarmi, cercando di non disturbare Mattia che dorme tranquillo. Trovo mia madre che riscalda il latte per tutti come ogni mattina. Mi avvicino le sciocco un bacio sulla guancia.
«buongiorno mammy»
«buongiorno Lele »
«tutto apposto? »
«si perché? »
«sei nervosa stamattina, ti vedo un po' tremante hai litigato con papà? »
«piccola discussione che si risolverà non ti preoccupare. Ecco il tuo latte! »
«grazie» le accarezzò un braccio. Prendo i biscotti e si siede accanto a me.
«tu invece con Elo? »
«con Elo tutto apposto mamma. Stiamo bene abbiamo ritrovato il nostro equilibrio. Sai quando passi mesi a sentire mancare la terra sotto i piedi ecco ci siamo sentiti così. La crisi è arrivata perché siamo stati sbalzati in una realtà che raccontata non ci faceva così paura. Invece una volta fuori, ci ha bloccato. La felicità di tanta gente che ci ama ci ha lasciato stupida dimenticando certe volte che dovessimo magari sentire se l'uno o l'altro avesse bisogno. Quando io ho cercato di caricarmi dei problemi suoi lei mi respingeva iniziavo a capire cosa volesse intendere con "voglio pensare a me stessa adesso " quella frase la vedevo come ostacolo sul nostro rapporto. Vedevo che lei si allontanava; preferiva a volte stare chiusa a casa che magari sentirmi un attimo. »
«sai bene invece quanto è stata male!»
«mamma tu la sentivi. Io no. Io venivo rifiutato. Le chiamate erano sempre messe li da parte. Squilla ma non risponde. Cosa avrei dovuto fare eh? »
«io credo aspettare»
«credo che stessi aspettando da tempo. Io volevo solo capire cosa le prendesse. Cercare di aiutarla!»
«Lele, a volte noi donne siamo complicate quando ci mettiamo in testa una cosa si facciamo danni ma quella rimane. Per quanto lei stesse male voleva capire se i sentimenti non fossero solo ingranditi dal contesto del programma ma realmente ti amava. Non voleva prenderti in giro. Prima di stare con te, prendersi cura di una persona e ferila lei ha messo davanti se stessa. Se detta "Elodie prima capisci delle cose poi prendi le decisioni " dopo tutto glielo hai insegnato tu che non si prendono scelte affrettate» conclude il discorso accarezzandomi una guancia.
«avrei voluto alleviarle i problemi mamma solo quello »
«figlio mio sai bene che a volte solo da soli possiamo risolvere certe cose nessuno può aiutarci. Lei dove ascoltarsi dentro. »
«Emma è stata una mano santa prima o poi la faranno santa!»
«Emma ha fatto solo il dovere di amica. Farle capire cosa stesse perdendo visto che tu l'hai messa davanti a una scelta »
«no mamma. Io avevo scelto di andarmene. Io non volevo vederla stare male, io volevo che lei fosse felice e se non mi rispondi al telefono, se i messaggi neanche li leggi vuol dire solo una cosa che è meglio che io mi metta da parte. » mi raccoglie una lacrima.
«Le, basta pensare al passato, la cosa importante è che state insieme. Lei ha capito dove aveva sbagliato. Dove doveva recuperare per riprenderti ed è stato facile abbastanza. Il cuore è sempre stato suo d'altronde! »' confessa sorridendo.
Finisco la colazione, vedo Mattia arrivare in cucina. Gli lascio un bacio sulla guancia e poi vado in camera. Mi siedo al pianoforte:
«e con le mani amore, con le mani ti prenderò e senza dire parole nel mio cuore ti porterò. E non avrò paura se non sarò bella come vuoi. Ma voleremo insieme in carne ed ossa non torneremo più...... Senza fame senza sete. Senza ali e senza rete voleremo via» canticchio la canzone di de gregori la donna cannone.

Un mese prima del chiarimento
Una giornata a Roma, dopo l'ennesimo litigio nato per una stupidaggine. Avrei dovuto farlo da tempo.
«Lele» non risponde, prendo l'anello dorato e glielo metto nella mano «dovevo farlo il giorno della finale ma non c'è stato tempo. Poi ci siamo visti poco e non ho avuto occasione.»
«chi ti ha chiesto di ridarmelo?»
«lele è giusto cosi» si alzò dal divanetto furioso. Non lo avevo mai visto così.
«Non solo decidi che la situazione non si capisce, non solo mi dici che non sai cosa vuoi, non solo forse vuoi una pausa. Ora mi riconsegni pure l'anello. NON LO RIVOGLIO ELO. NON LO VOGLIO! È UN ANELLO CHE MI HAI RUBATO MA CHE IO TI LASCIATO FARE. TE LO LASCIATO PERCHÉ ERA GIUSTO E VOLEVO CHE LO AVESSI TU. QUINDI ORA TU TI TIENI QUESTO ANELLO E IO ME NE VADO!»
«Lele perché devi complicare le cose. L'anello è una cosa tua. Io lo avevo preso solo in prestito. Te lo avevo già detto in casetta che fuori di qui sarebbe di nuovo tornato a te»
«io voglio che lo tieni tu.» non volevo protestare ancora. Mi guardo di nuovo. Lo vidi appoggiare l'anello dentro il taschino della mia borsa. Aprendo poi la porta e le ultime parole prima di chiuderla alle sue spalle.
«quando finirai di fare un po' la bambina fammi un fischio magari sono ancora lì ad aspettarti»
Quelle parole mi gelarono il sangue, in quel preciso momento la terra mi tremava sotto i piedi e non sapevo cosa fare. Avevamo litigato per la mia gelosia mista alla sua,anziché metterci a fare l'amore. Che gran casino che avevo in testa. Mi alzai e controllai la borsa era lì nel taschino che brillava di luce propria io invece ero spenta.

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