78. Vita quotidiana

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Siamo stati in vacanza o viaggio di nozze come lo volete chiamare per una settimana intera. Io Lele e il piccolino nostro. Abbiamo scattato un sacco di foto. Siamo stati in un posto paradisiaco quasi ci mancava l'aria talmente era bello. Le isole Baleari sono qualcosa di stupendo. Michele se divertito un sacco. È vederlo con il sorriso ci riempiva il cuore di gioia. Poggio la fede sul comodino quando sento Lele rincorrere il figlio nel corridoio. Scuoto la testa disperata. Ogni sera la se stessa storia, non riesce mai a finire di vestirlo. Michele scende dal letto e lele lo rincorre per casa con calze, pantaloni e maglietta.
«Lele» lo richiamo, prende il figlio e con gli fiatone si avvicina.
«e un terremoto Elo»
«sei un casino tu! Solo con te fa ste cose»
«non è vero. La sera mi fa dannare!»
«e certo» rido e infilo i pantaloni al bambino, la maglietta.
«si mettono le calze michi»
«no mamma» ecco una cosa è cambiata in questi giorni. Michele ha iniziato a dire qualcosa, tipo "no" "si" "bua" "a male pancino" "a me" "pappa".
«si, perché poi ti ammali amore» sbuffa. Si muove per non farsele mettere. Lele mi aiuta e gli infilo le scarpe antiscivolo.
«amo, ricordami quando facciamo il prossimo che mi impegno a non farlo così terribile»
Che ha detto? Al prossimo? Lo guardo. Mi accarezza una guancia e poi mi bacia.
«Tutto ok?»
«no, ripeti che hai detto? Vuoi un altro bambino?»
«certo! Perché tu no? Non sto dicendo adesso. Michele ha solo un anno e mezzo. Però non lo so più avanti quando ne avrà quattro cinque. »
Non riesco a dire nulla. Mi spiazza sempre. E non so come faccia! Sorrido. Gli lascio un bacio leggero sulle labbra.
«Certo che lo voglio un altro bambino da te. Io pensavo che tu...»
«che io non ne volessi altri? » annuisco «non voglio che Michele cresca da solo. Dopotutto noi una spalla a cui appoggiarci adesso l'abbiamo quindi, vorrei che anche lui da grande possa appoggiarsi a una sorella o un fratello.»
«ma lo sai che ti amo tanto! » dico. Annuisce. Michele vuole scendere così andiamo in salotto per farlo giocare.
«ah Lè» si volta «non puoi decidere come vengono. Metti solo materia grigia sta a noi fargli capire che non deve comportarsi in una data maniera.» si avvicina. Prende la mia mano la intreccia con la sua.
«Lo so. Ero ironico e ti amo tanto anche io» sorrido e lo stringo a me.

[...]

Ho lasciato Elo con Michele in camera da soli mentre cercavo di lavorare a un pezzo scritto da Elo per la melodia al piano, ma sono stanchissimo quindi decido di raggiungerli. Salgo le scale e poi spingo la porta della camera che è aperta. La lucetta vicino al comodò è accesa, Michele ha la testa appoggiata al seno della mamma e elo tiene una mano sul suo minuscolo fianco. Dedico di farmi una doccia e poi raggiuferli. Da quando siamo tornati dal viaggio di nozze non abbiamo avuto un momento per noi. Michele sta mettendo i primi molari, la notte piange e vuole stare attaccato ad Elo dorme certe volte in mezzo a noi oppure lei cerca di farlo dormire nella culletta ma con scarsi risultati. Una notte lo trovata seduta sul letto con la testa appoggiata sulla culla e la mano sulla schiena di michi.
Non mi sento escluso come i primi mesi di vita del piccolo perché se la vedo molto stanca sto io con lui e lascio dormire lei. E la mattina presto mi dedica tante attenzioni. Siamo una vera famiglia ecco. Non avrei mai pensato che a ventun'anni sarei diventato padre e marito della donna che amo follemente. Lascio un bacio sulla guancia a mio figlio che una mano dentro il reggiseno di Elo e uno sulle labbra a mia moglie.
«Le, scusami» mi dice con gli occhi chiusi
«per cosa? » sussurro
«per non averti aspettato e perché Michele anche stanotte è in mezzo a noi» scuoto la testa.
«non ti preoccupare. Avremmo la nostra intimità quando ci sarà il tempo giusto. E ora torna a dormire vengo a dormire pure io »
Sorride. Mi accarezza una guancia e torna a chiudere gli occhi. Spengo la luce e buonanotte a tutti.

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