63. Sentisi distanti

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Le cose sono visibilmente cambiate. Manca veramente poco alla prima data di Sanremo. Francesca è già pronta per accompagnarmi e Emma se potrà verrà pure lei. Avrò bisogno di tanto sostenimento. Avrò bisogno di sentire che qualcuno ancora mi vuole bene.
Io e Lele ultimamente litighiamo anche per cazzate, non ci troviamo, non andiamo d'accordo; ogni cosa ci porta a alzare la voce. Io sono nervosa e me la prendo con tutto, lui invece non lo so è diventato taciturno, non abbiamo più un dialogo. Rientra da lavoro tardi anche le tre, tre e mezza. Non so veramente che pensare.
Finisco di allattare Michele e lo prendo meglio per fargli fare il rutino; poi lo metto nella sua culletta che già dorme. Raggiungo il mio ragazzo al piano di sotto, sta sul divano con un quaderno in mano. Scrive cancella. Scrive e cancella di nuovo.
«Lele» lo richiamo, mi siedo vicino a lui.
«Elo non è il momento ti prego»
«quando è il momento Lele » urlo «siamo tutti sotto pressione capisco che non riesci a scrivere due righe ma non puoi prendertela con me. Sto per salire su un palco che hanno varcato milioni di persone importanti nella musica italiana e non mi immaginavo di non avere il tuo appoggio »
Scatta in piedi bruscamente; la sua faccia è neutra non capisco a cosa sta pensando. Mi guarda e furioso subito dopo mi urla contro.
«io non ti appoggio? Elodie spero tu stia scherzando! Il fatto che in questi giorni stia fuori di me perché non riesco a scrivere non vuol dire che non ti sto vicino. Stiamo litigando un altra volta per un cazzata inutile. Sono stanco delle tue accuse! Stai sempre con il bambino, rientro a casa e poche volte mi baci se non lo faccio io tu non lo fa - abbasso la testa - Michele non ha nessuna colpa è la nostra ragione di vita. Ma mi sento messo da parte. Me lo avevi promesso! Ricordi? »
«Lele tu non mi parli più. Il dialogo è svanito, rientri tardi io sono stanca. Ho un nervoso, sono agitata, tra due giorni sarò lì davanti a un sacco di persone e mi sento piccola. Avrei bisogno di un tuo abbraccio il pomeriggio mentre allatto nostro figlio ma tu non ci sei. Sei sempre con Elisa e Andrea. Il tuo lavoro sta diventando più importante di NOI»
«MA CHE CAZZO STAI DICENDO ELO? CHI È CHE RIENTRA ALLE TRE DI NOTTE E TI CERCA? CHI È CHE DOPO UNA LITIGATA TORNA SEMPRE A CHIEDERE SCUSA? CHI CERCA DI VENIRTI INCONTRO? EH? CHI ELODIE? CHI? TE LO DICO IO; LELE. LELE È SEMPRE STATO QUA, SEMPRE TI HO DATO LA MIA MANO PERCHÉ TI AMO CAZZO TI AMO! TU NON RIESCI A VEDERE NULLA SE NON SANREMO E IL BAMBINO. » urla. La vena del collo è gonfia e sta incazzato come una bestia. Stringe i pugni «tutto mi puoi dire tranne che non ti penso, tranne che non ci sono per te. Tra due giorni salirai su quel palco e spaccherai. La canzone è nostra sono sicuro che fai bella figura. » respira.
«non ti capisco più! » confesso a bassa voce ma lui sente benissimo. Si avvicina. Mi guarda.
«non mi capisci perché per te le cose più importanti sono il tuo lavoro e il bambino. Ma non te ne faccio una colpa Elo, anche io ho pensato a lavoro quando eri incinta; solo che io rienrravo a casa con la voglia di sentire te al mio fianco e scalciare nostro figlio. Tu invece ti stai chiudendo a riccio e pretendi pure che ti stia accanto quando non ti accorgi che già lo sto facendo!»
Sputa questa verità, guardandomi negli occhi. Sale al piano di sopra e sento la porta della camera degli ospiti chiedersi.

Che cosa ci sta succedendo?


*Spazio autrice: ciao ragazze, ho voluto movimentare un po la situazione, stava diventando tutto troppo dolce e banale e sapete bene che queste cose non mi piacciono a fatto.
Non so esattamente cosa sia uscito in questo capitolo spero vi piaccia. Fatemi sapere, un bacio grande a tutte.

P.S. perdonate se ci stanno errori. Sono a lavoro e ho buttato di getto le idee e non volevo lasciarvi senza capitolo. ❤.*

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