7.

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Sapete quando si tocca l'apice della felicità? Io non lo sapevo, non sapevo cosa volesse dire essere veramente felice. Svegliarsi con un pensiero e addormentarsi con lo stesso. Prima lasciavo che le persone pensassero ciò che vogliono non mi interessava il loro giudizio, io stessa non volevo sapere cosa volessi. Ero chiusa in un ampolla. Quello che credevo fosse amore in realtà era solo un infatuazione un qualcosa che non va oltre a un ti voglio bene. Ad oggi se mi tocchi il mio ragazzo divento una belva. Toccatemi tutto ma non Lele e la mia famiglia.
Lele mi ha cambiata in meglio. Una settimana fa lo stavo perdendo, stavo lasciando che tutto si rovinasse. Poi Emma mi ha fatto capire che non era giusto che avevamo lottato entrambi per questa cosa è nessuno dei due doveva stare male. Dovevamo solo venirci incontro. Guardarci negli occhi e capire cosa volevamo fare.
Ieri mi ha svegliato con un messaggio bellissimo «buongiorno amore mio, in Sicilia fa caldo, sto cuocendo. Mi manchi e ti amo. Spero di vederti» così presi tutto e mi diretti verso l'aeroporto. Peccato che mi succedette di tutto quel giorno. Un casino vivente. Ridevo da sola e condividere con i miei fan il disagio che mi aveva colpito. Compreso Lele che mi chiedeva al telefono come potevo aver fatto a rompere una valigia e si mi ero portata casa di Emma dietro. Risi per alcuni secondi.
Solo io potevo creare tutto questo disagio. Arrivai in Sicilia, prima che Lele partii decisi di farmi trovare nel suo albergo.
«te sei matta!! » lo abbracciai forte. Avevo bisogno di lui.
«si dai un pochino »
«sai di essere anche un danno vivente?? »
«yes anche quello so» ride. La sua risata prendeva ogni volta dentro del mio cuore. Una fitta allo stomaco come se volessi vivere solo di quello. Lo guardavo ridere e non ci stava altro posto in cui volevo stare.
Mi fede sedere sulle sue gambe e mi lascio due baci sulla spalla.
«mi sei mancato un sacco!» confesso sottovoce. Mi imbarazzano un sacco queste cose. Scopro sempre troppo me stessa.
«te ne vergogni?» mi chiede incrociando il mio sguardo.
«no, mi imbarazza dirtelo! Non mi sono ancora abituata all'idea di scoprire un po di me»
«anche imbarazzarsi è una cosa bella lo sai?»
«lo so, ma io non sono abituata.» mi lascia un bacio sulla bocca, leggero quasi ci soffia su.
«anche tu mi sei mancata » bum. Gli stringo la mano che intreccio con la mia. Avevo bisogno di sentirmelo dire.
«tanto?» chiedo, con gli occhi chiusi, con la testa appoggiata alla sua.
«quanto sono mancato a te?» ridacchiò.
«esposito non si risponde a una domanda con un altra domanda.»
«tu rispondi a me io rispondo a te»
«non so quantificare quanto mi sei mancato. La notte sento di più la tua assenza. Sento il bisogno di abbracciarti e non ci sei!»
«stessa cosa vale per me. Vorrei tenerti stretta ma non posso farlo. » mi guarda poi, vorrei passare altri momenti come questo a guardarlo. I miei occhi riflessi nei suoi. Le parole a volte nel nostro rapporto vargono meno di zero. Mi accarezza un fianco.
«Stasera che fai?»
«devo salire a Milano per instore »
«poi torni a casa?» annuisce
«si, tra due giorni è il compleanno di Mattia voglio essere con lui»
«sei un fratello straordinario Lele. Non hai nulla da rimproverarti, ti ama così tanto »
«sono orgoglioso di me!»
«devi esserlo infatti» mi bacia con passione, usciamo entrambi dalla stanza d'albergo.
«chiamami appena arrivi su»
«lo sempre fatto tranquilla»
Sta per andare, corro, mi aggrappo alla sua schiena, mi prende per le gambe. Gli bacio il collo.
«Ti amo » non dice nulla, si gira per guardarmi bene gli occhi, sussurra un anche io davanti alle mie labbra e poi mi bacia.

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