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Le persone innamorate si riconoscono dagli occhi, che possono essere in due modi: vuoti, quando la storia è finita, non è mai cominciata o non si è ricambiati; oppure così vivi che sembrano sorridere più delle labbra stesse."

- ossigenomancato.

Giro per Roma senza una meta precisa, dopo essermi perso un bel pugno in faccia da in tipo in discoteca. Credeva ci stessi provando con la sua ragazza. Ne ho solo una in testa mi basta e mi avanza. Non so cosa ci sta succedendo. Mi sento un pesce fuor d'acqua. Non mi sarei mai aspettato tutto questo casino.
Sono giorni veramente veloci altri invece lenti. Come quando non lavoro e allora la mia testa vaga. Sono le 3 di notte, dovrei dormire per staccare un po' il cervello e invece niente. Decido di presentarmi a casa di Emma. Elo vive da lei ormai da un mese e più.
Suono. So che mi uccideranno. Ma ho bisogno di vederla. Emma mi apre la porta.
«lele ma che ci fai qui? » mi dice guardandomi in faccia «che hai fatto?»
«non ti preoccupare!! Non è niente! »
«come non è niente hai il labbro spaccato. Entra su »
«Emma davvero non è niente. Elo dorme ?»
«si»
«ok d'accordo. Allora torno in albergo. »
«avete litigato di nuovo»
«si, ma davvero non importa. Voglio che stia tranquilla. »
«ma che vi sta succedendo? »
«in realtà non lo so nemmeno io»
«entra dai ti medico sta ferita»
«Emma..» mi tira x un braccio. Non voglio più protestare. Mi fa accomodare sul divano e poi va a prendere la scatolina del pronto soccorso.
«chi ti ha fatto questo? »
«un ragazzino pensava ci stessi provando con la sua ragazza. »
«ah pure»
«a me basta solo elo»
«sei tanto innamorato ??»
«sai già la risposta Emma. »
Sentiamo dei rumori provenire dalle scale. E una elodie in pigiama con i fenicotteri mezzo addormentata chiede a Emma che cosa fossero tutti sti casini. Poi mi vede e si blocca.
«Le ma che hai fatto? » si sveglia di colpo vedendo Emma con cotone e acqua ossigenata.
«niente di grave» corre verso di me.
«chi ti ha ridotto così?»
«vi lascio soli!» dichiara Emma andando mia. Lasciando ad elo il tutto.
«un ragazzino»
«ti fai menare dai ragazzini adesso»
«beh se qualcuno proverebbe solo a toccarti anche a me verrebbe d'istinto ad tirare un pugno. Pensava ci stessi provando con la sua ragazza in Realtà era il contrario. »
Mi guarda. I secondi passano e le ore pure, con il cotone cerca di tamponare un po' il sangue che fuori esce. Non stacca gli occhi dai mie.
«come ci siamo finiti così elo?» chiedo nel silenzio più assoluto. Tra noi non ci sono mai stati silenzi pesanti. Al meno non come quelli di questi giorni. «litighiamo per ogni cosa, anche per una minima cazzata. Mi sento spaesato. Il tempo ci sta portando via. Ci sta logorando. Ci sta portando quasi ad allontanarci del tutto. La distanza alcuni atteggiamenti finiranno per distruggere tutto. Vuoi davvero tutto questo? Vuoi che i silenzi diventino muri? Vuoi davvero allontanarti da me? Vuoi davvero mollare la mia mano? Vuoi lasciarmi andare?»
I suoi occhi si fanno lucidi, io sento un macigno dello stomaco.
«dobbiamo farci ancora del male ?» ennesima domanda che le porgo.
«non voglio farti nessun male lele. »
«ce ne stiamo facendo a vicenda così. Non riusciamo a vederci. Non riusciamo neanche a capirci fin infondo. A te non manco mai?» chiedo.
«lele a me manchi. Mi manchi tanto. Troppo. Questa situazione è difficile da gestire. »
« è difficile per tutti elodie. Io non posso andare avanti così. Non mi aspettavo niente di tutto ciò. Speravo che fuori dalla Casetta sarebbe stato più semplice e invece se inclinato tutto »
Si avvicina al mio viso.
«stai chiudendo?» mi chiede mentre trattiene un respiro. Le lacrime scendono lungo i nostri volti.
«non voglio lasciarti andare amore. » le dico.
«quando sarà tempesta è ciò che hai saputo costruire nel tempo che saprà proteggerti.» mi sussurra a un millimetro dalle mie labbra. Il cuore si fa piccolo.
«io dovevo proteggere te» confesso.
«mi hai sempre protetto lele. Io non voglio che finisce così. Questa storia per me è importante. Tu sei importante. »
Mi abbraccia. Piangiamo. Era un mese che non la sentivo così vicina. Il profumo alla fragola entra nelle mie narici. Lo stomaco mi si ricontroce. La stringo forte. Mi sento vivo e credo pure lei. Mi bacia una guancia e poi un leggero bacio a stampo.
«non possiamo permetterci che tutto finisca. Non adesso!» mi dice.

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