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Elo è uscita due ore quasi è inizio seriamente a preoccuparmi di dove sia finita. Il telefono squilla ma non risponde. Cammino per il salotto su e giù. Mi sta scoppiando il cuore a non sapere. Poi una chiamata "lei è signor Lele, stiamo portando la ragazza del telefono in ospedale. Codice rosso. Ha avuto un incidente. "
L'iPhone mi cade a terra, le lacrime lungo il mio viso. È colpa mia! È solo colpa mia! Sto tremando. I miei muscoli sono completamente immobili. Mi prendo poi coraggio e chiamo gabri.
«Lele ma sei pazzo! Che successo? »
«Elo è in ospedale, io sono a casa,abbiamo discusso è uscita di casa arrabbiata. Avuto un incidente »
«arrivo da te e andiamo da lei. Lele, elo è forte» chiude la chiamata. Lei è indifesa, dovevo proteggerla, è colpa mia. Solo colpa mia se lei è uscita di casa. Non dovevo andare a lavoro oggi. Ha ragione devo pensare di più a lei. Forse si sentiva trascurata.
Suona il campanello, scendo le scale e gabri mi abbraccia.
« è tutta colpa mia!»
«Lele sai che non è vero»
«non dovevo alzare la voce con lei, non dovevo farla uscire»
«lele se è successo doveva accadere, magari non avreste litigato è avrebbe fatto un incidente domani mentre stavi a lavoro. ».

[...]

Arriviamo in ospedale, chiedo dove hanno portato la ragazza dell'incidente. Mi dicono rianimazione terzo piano. Mi blocco di fronte all'infermiera che mi chiede subito se sto bene.
No! Non sto bene! La mia ragazza è in rianimazione e io so morendo con lei. Il cuore ormai è fermo da quella chiamata. Non sento neanche un minimo accendo di dolore niente. Il vuoto. Mi sento in colpa.
Gabriele mi tira verso l'ascensore.
«Lele smettila! »
«non ci riesco!»
«se non ti fai forza tu non ne dai neanche a lei.»
Terzo piano. Tremo, vedo Roberto seduto su una sedia, Claudia che appena mi vede, si avvicina; salivazione azzerata.
«Sei arrivato finalmente! » mi abbraccia.
« è tutta colpa mia Claudia. Abbiamo discusso ed è uscita di casa arrabbiata. »
«non è colpa di nessuno Lele. »
«come è sta?»
«i dottori sono ottimisti,è in coma farmacologico, due costole rotte e alcuni tagli sulle braccia. Ha fatto un volo fuori dalla macchina.»
«io.. Mi dispiace» dico con la voce ormai rotta dal pianto. Mia suocera mi accompagna a vederla.
Amore mio. 😢
«vuoi entrare?» scuoto la testa. Lascio un bacio sulla sua guancia. Poi scappo.
«Leeeee dove vai?» mi urla Gabriele. Non rispondo continuo a correre. Quelle immagini mi distruggono. Non posso farcela a vederla così. Piena fili attaccati addosso, bende per le ferite. Esco fuori dall'ospedale è la prima cosa che faccio è tirare un urlo. Questo è un vero proprio urlo di dolore, strazio. Quasi mi manca l'aria!

Un Cuore In Due ❤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora