3: -Strange Squad-

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La sera si ritrovarono a cena, erano solo Eren con il caporale ed altri quattro soldati. Precisamente tre uomini ed una donna, di cui il ragazzo non sapeva nulla nemmeno i nomi.

Alla fine della cena il capitano bevve un caffè, probabilmente tutta quella caffeina provocava le sue notti in bianco ed ecco spiegato il motivo delle sue evidenti occhiaie.

Eren era seduto di fronte al corvino e lo guardava stregato, attratto e incuriosito. Voleva sapere cosa passasse per la testa di quell'uomo più grande di lui, sicuramente di una decina d'anni.

Gli altri quattro restarono in silenzio, poi uno di loro parlò. Si chiamava Oruo ed era possibile notare che cercava di imitare Levi dal suo modo di fare e di parlare.

Il volto di questo ragazzo era pieno di rughe, non dimostrava assolutamente diciannove anni secondo Eren.

Di tanto in tanto si mordeva la lingua e una leggera macchia di sangue percorreva le sue labbra, fino al mento. La ragazza dai capelli color carota lo rimproverava di non imitare il caporale e di parlare più lentamente.

-Scusalo Eren, è fatto così- Si rivolse al castano che iniziava ad ambientarsi. –Comunque sono Petra, mentre quei due Gunther ed Eld.-

Indicò un ragazzo scuro di carnagione, con i capelli castani e gli occhi del medesimo colore, Gunther.

Eld invece era biondo, i capelli lunghi raccolti in un codino dietro la nuca e una barbetta biondo scura sul mento.

La sera si era animata tra le gaffe di Oruo e le sgridate di Petra, finalmente Eren si sentiva a suo agio. La sua paura di entrare nel Corpo di Ricerca era essere visto come una minaccia e di non farsi nessun amico.

Levi osservava il nuovo arrivato senza farsi notare, nemmeno lui si rendeva conto che quel ragazzino lo aveva incantato.
Il corvino finì il suo caffè sentendo scendere il liquido bollente giù per la gola, l'aroma amaro si diffuse in tutto il palato.

La porta della sala da pranzo, se si poteva definir così, si spalancò facendo ammutolire Oruo. Tutti i presenti, fatta eccezione per il caporale, osservarono il portone di legno dal quale fece capolino Hanji.

La donna si sedette affianco ad Eren, il suo viso era raggiante e curioso.
Chiese gentilmente di essere lasciata sola col ragazzo, senza disturbare né l'uno né l'altro per tutta la notte.

-Buonanotte Eren.- Salutò premurosamente Petra appoggiando una mano sulla spalla del castano.

Eren ricambiò salutando anche gli altri amici. Solamente il capitano Levi non si era minimamente preoccupato di ubbidire ad Hanji, la quale lo stava guardando spazientita.

-Allora...- Iniziò lei sperando che il corvino li lasciasse soli. .-Come ti senti Eren?- Domandò gentilmente.

-Bene... grazie...- Rispose arrossendo leggermente guardando Hanji negli occhi scuri.

-Ne sono felice...- La castana venne interrotta da uno sbuffo di Levi. –Che ti prende, nanetto?-

Ci volle tutto il buon senso di Eren, per non scoppiare a ridere, e quello di Levi per non insultare Hanji, che lo aveva appena umiliato davanti al ragazzo.

Il caporale era molto più basso del castano, sarà stato dieci centimetri in meno e fino a quel momento Eren non l'aveva nemmeno notato.

Il piccolo si morse il labbro facendo attenzione a non procurarsi nemmeno il più piccolo taglio. Soffocò una risata che fu udibile quanto bastava dalla donna affianco a lui, la quale invece scoppiò a ridere in faccia a Levi.

-Fai attenzione moccioso!- Esclamò il corvino poco prima di lasciare la stanza.

Eren non riusciva a capire, che il caporale si fosse accorto della sua risata nonostante l'avesse nascosta?

Diventò pensieroso preoccupato di una punizione per il suo comportamento, Hanji gli posò una mano sulla schiena accarezzandola.

-Stai tranquillo, lui è fatto così.- Gli disse cercando di convincerlo.

Il castano però sapeva che Levi non era l'uomo che mostrava agli altri.
Sapeva che sotto quella scorza dura c'era un'altra persona, che il capitano si convinceva di doverla distruggere.

Eren annuì lasciandosi accarezzare dalla donna, quel tocco era molto famigliare gli ricordava sua madre.

Gli venne in mente quando da piccolo si lasciava coccolare da lei dopo un brutto sogno o si faceva cullare fino a quando le lacrime non smettevano di scendere.

Ricordò di come, cinque anni fa, vide sua madre essere divorata da un gigante e lui non era riuscito a salvarla.

Gli salì un conato di vomito al pensiero, si portò una mano alla bocca iniziando a sudare dalla fronte e dalle mani.

-Ehi Eren, va tutto bene?-

Hanji si stava preoccupando e, come una madre protettiva, corse a prendere un bicchiere d'acqua portandolo al ragazzo.

Il giovane bevve tutto in pochi secondi ringraziando flebilmente la donna, la quale si sedette ancora al suo fianco.

Le lacrime cominciarono a sgorgare dagli occhi di Eren, fino a bagnare le sue guance e cadere sulle mani strette in due pugni.

-Che succede?- Domandò la castana sempre più preoccupata.

Eren asciugò le lacrime passandosi una mano sugli occhi, tirò su col naso e cercò, invano, di fermare le lacrime.

Hanji si avvicinò al ragazzo stringendolo in un confortante abbraccio, il castano appoggiò la testa al petto della donna lasciandosi cullare.

-Sfogati.- Gli sussurrò all'orecchio prima di sentire aumentare i singhiozzi di Eren.

Entrambi erano ignari del fatto che una persona avesse visto tutta la scena, dietro il portone di legno, e che sconvolta si stava ritirando in camera sua.

"Moccioso" //EreRi\\   Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora