42: -"Mother"-

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La notte i soldati raggiunsero la base nel Wall Maria, erano consapevoli del pericolo e dei giganti che da un momento all'altro potevano attaccare, ma l'olfatto di Mike li avrebbe avvertiti.

Eren andò a cena con tutta la ex 104esima squadra, si riunirono e finalmente poterono parlare liberamente di quello che volevano. Parlarono di tutto e di più, persino la morte di Marco fu citata un paio di volte e a fine cena decisero di fargli un enorme saluto per essere stato un loro caro amico ed un ottimo soldato.

Le lacrime non mancarono.
Levi li vide intorno ad un fuoco, ma non riuscì a capire cosa avessero in mente di fare. Li osservò fino a quando non si salutarono, o meglio, osservò il suo moccioso fin quando non rimase solo.

Il ragazzo restò davanti alla piccola fiamma che si stava estinguendo, pestava col piede la cenere che andava a formarsi a terra e fece dei disegnini sovra pensiero. Pensò per la seconda volta in quel periodo a sua madre, si accovacciò a terra e portò le mani davanti al fuoco riscaldandole.

Le lacrime cominciarono a sgorgare a fiumi, ma al castano non importava.

-Mamma, sono passati cinque anni e vorrei che tu fossi con me.- Parlò Eren attirando la curiosità del corvino poco distante dal giovane. –Credi che abbia fatto male?- Gli chiese poi.

Fece un lungo sospiro. –Da piccolo non mi rendevo conto dei pericoli di entrare nel Corpo di Ricerca, e ora che li conosco mi sto dicendo di andarmene. Ma non lo faccio, non lo faccio perché ho la possibilità di vendicarti e di salvare l'umanità.-

Levi lo fissava rapito e attento ad ogni sua singola parola.

-Tu mi guardi da lassù, vero?- Gli chiese infine il giovane.

Il caporale capì che la madre del ragazzo era morta, si sentì male per lui e in colpa per averlo trattato crudelmente senza sapere nulla del suo passato. Capiva cosa si provava a non avere più l'unica persona che ti vuole vedere vivere, sorridere, piangere e sognare.

-Voglio restare qui per un altro motivo.- Riprese Eren. –Mi sono innamorato di una persona e non voglio che mi lasci. Voglio salvarle la vita e voglio farla sorridere nuovamente.-

Levi sentì una pugnalata al petto, come se il cuore fosse stato trafitto dalle semplici parole del giovane.

'Sta dicendo di essere innamorato di Mikasa?'

Dopotutto lei non sorrideva mai ed era la sorella del ragazzo, avrebbe senso se l'istinto di Eren la volesse vedere fuori pericolo.

-Sai di chi parlo?- Domandò retoricamente il castano.

Il giovane decise di tornare in camera, si era fatto tardi e aveva sonno. –Ciao mamma, ti voglio bene.- La salutò prima che tutto il fuoco si spegnesse.

Asciugò le lacrime mentre s'incamminava verso la porta d'ingresso, non si accorse del caporale che si trovava a pochi passi da lui e per poco non ci finì addosso.
Gli andò a sbattere contro appoggiandosi con le mani sulle sue spalle, allontanandosi immediatamente e chiedendogli scusa.

Eren tenne lo sguardo fisso a terra chiedendosi quanto avesse sentito della conversazione.

'Avrà intuito che sono innamorato di lui?' Si chiese arrossendo.

Il ragazzo fece per sorpassarlo e gli diede la buonanotte, con voce incerta.

-Mi dispiace per tua madre.- Balbettò il capitano non trovando parole per consolarlo.

Il castano si fermò all'istante dando le spalle all'uomo, nessuno dei due parlò per qualche secondo poi il più piccolo prese parola.

-È morta cinque anni fa, quando i giganti entrarono a Shiganshina. Volevo salvarla ma...- Eren portò una mano davanti alla bocca trattenendo un singhiozzo.

La gola sembrava andare a fuoco e le lacrime minacciavano di scendere da un momento all'altro.

-...ero solo un bambino.- Continuò con voce spezzata dalle lacrime.

Levi si voltò guardando il suo moccioso di spalle, tremava e si stringeva le braccia.

-Ho tentato fino alla fine di sollevare quel maledetto tetto.- Raccontò il giovane ricordandosi di lui e Mikasa mentre videro la casa crollata sulla madre. –Ma come potevo farcela? Né io né mia sorella avevamo la forza necessaria. Mia madre continuava a pregarmi di lasciarla lì e di salvarmi insieme a Mikasa, ma non volevo. Preferivo morire con lei piuttosto che abbandonarla.- Si interruppe sentendo le gambe cedere.

Cadde in ginocchio portandosi entrambe le mani sugli occhi, i singhiozzi non smettevano e si fecero sempre più rumorosi. Il corvino muoveva le dita nervosamente, non sapeva come si consolasse un ragazzino e in generale non l'aveva mai fatto con nessuno.

S'inginocchiò affianco a lui, fregandosene della terra che stava impolverando i suoi vestiti, avvicinò la testa del giovane al suo petto e lo accarezzò. Lasciò che il giovane finisse tutte le lacrime, le quali ricadevano sulla mano appoggiata al volto morbido del castano.

-Mi dispiace.- Sussurrò ancora, continuando a coccolarlo.

Eren s'abbandonò al tocco delicato dell'uomo mentre cercava di dimenticare la scena di sua madre divorata dal titano con un enorme sorriso stampato in volto.

Quando si calmò si staccò dall'abbraccio del più grande, gli erano mancate quelle braccia e quelle carezze uniche che solo poche volte aveva potuto percepire su di lui.

Levi osservò il giovane il quale fissava il terreno bagnandolo con le ultime lacrime, sollevò una mano con l'intento di asciugarle ma venne interrotto da un Armin preoccupato e ansioso.

-Eren!- Esclamò il biondo mentre correva verso la sua direzione.

-Che ti prende?- Mormorò l'amico.

-Beh...- Armin osservò il caporale Levi al suo fianco, dandosi dell'idiota per averli interrotti.

Come se potesse leggere i pensieri del più piccolo dei tre, il capitano, si alzò in piedi e gli rispose tranquillamente. –Vi lascio soli.-

Il biondo prima di proferire parola riguardo all'argomento per cui stava cercando Eren, domandò scusa un centinaio di volte all'amico con un gesto delle mani. Il castano gli diceva di non preoccuparsi, che era tutto a posto.

-Mikasa vuole parlarti.- Disse il migliore amico del moccioso, venendo udito dal corvino che strinse i pugni continuando a camminare.

Eren sgranò gli occhi. –Va bene, dov'è?-

-In camera sua, ma quello che vuole dirti potrebbe turbarti.- Lo informò il biondo, che in precedenza aveva sentito la sorella del castano ciò che aveva intenzioni di dire a quest'ultimo.

Il più grande perplesso annuì mentre si dirigeva nella camera di Mikasa, domandandosi cosa avesse in mente di dirgli la ragazza.





//Eren😭

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