Levi era stato ripulito da poco e aspettava che Hanji gli curasse la ferita, intanto ripensava a quello che aveva visto e sentito.
'Potrei essermi sbagliato, forse sono solo amici ed io li percepisco come miei rivali. Che poi, rivali per cosa? Nessuno mi vieta di star vicino a quel moccioso e, in più, da quando mi importa di possederlo?' Si domandò il corvino attirando l'attenzione della donna.
-A cosa pensi?- Chiese premurosa, mentre bagnava un altro pezzo di stoffa.
-Nulla.- Sussurrò il capitano.
-Mi spieghi cosa ti è preso poco fa?- Ritentò la castana.
Il caporale chiuse gli occhi, sospirò rumorosamente e si lasciò andare.
Pianse lacrime amare, pensando al ragazzino che in quei due giorni gli aveva rubato il cuore.Hanji abbandonò il panno sedendosi accanto all'uomo tormentato. Prese la sua testa tra le mani e se la portò al petto, strinse in un abbraccio caldo e rassicurante il capitano.
Le lacrime bagnarono la giacchetta dell'uniforme della donna, le guance pallide si colorarono leggermente di rosa e gli occhi si arrossarono.
-Levi, non ti ho mai visto piangere in tutti questi anni e mi piacerebbe sapere cosa ti passa in quella cavolo di testa. Ma se c'è una cosa che ho capito, stando con te, è che obbligarti a parlare non servirà a nulla, se non a farti rinchiudere nel guscio che ti ha imprigionato per tutti questi anni. Credo che centri Eren, vero?- Un movimento della testa del corvino diede la conferma ad Hanji.
–Sappi solo che quando vuoi parlarmi io sarò sempre presente, fallo prima che sia troppo tardi e se hai dei pensieri, dei dubbi o delle incertezze vedi di batterli. Non sappiamo quanto tempo ci resta da vivere ed è meglio buttarsi che rimuginarci sopra. Non ti obbligherò a parlarmi di poco fa a meno che tu non voglia farlo, ma promettimi di non reagire così altre volte. Non devi farti altro male, piuttosto sfogati andando a ripulire la tua stanza, anche se non ce n'è bisogno.- Continuò la castana, facendo staccare Levi finalmente tranquillo, apparentemente.
Lui annuì senza aggiungere nulla, ma la donna sapeva che le sue parole avevano avuto effetto e ne era sollevata.
La porta si aprì di scatto facendo voltare i due verso il ragazzo che osservava, a sua volta, i presenti nella stanza.
Eren guardò Hanji che aveva in mano il pezzo di stoffa, disinfettato per curare la mano dell'uomo.
Sgranò gli occhi notando la ferita del capitano con gli occhi bagnati ed arrossati.-Ho...Ho...Mi dispiace...- Balbettò il giovane sapendo di essersi introdotto senza nemmeno bussare.
Non aveva idea di cosa fosse successo e di certo non si aspettava di ritrovare il capitano in lacrime.
-Tranquillo Eren, entra.- Lo rassicurò la donna cercando di sorridere.
Il ragazzo ubbidì richiudendo la porta dietro di se.
Levi lo guardava, imbarazzato di essere colto in quelle condizioni dal moccioso. Qualcuno bussò alla porta facendo sobbalzare tutti e tre.
-Si?- Chiese la castana dopo un colpo di tosse.
-Capo squadra Hanji, il comandante ha bisogno di parlarle.- Spiegò una voce femminile, probabilmente un soldato.
-È urgente?-
-Beh... Ha chiesto di voler sapere degli esperimenti e... della strategia...- Balbettò preoccupata di essere sgridata.
La donna osservò il suo collega e la porta, doveva curare Levi ma doveva anche andare ad informare Erwin.
'Cosa posso fare?' Si chiese in preda al panico.
-Posso... pensarci io se vuole...- Suggerì Eren arrossendo leggermente.
-Ti ringrazio, ma non credo che tu conosca i risultati degli esperimenti e le tattiche della missione, ma se...-
-Non mi riferivo a quello... Se non è un problema posso... potrei occuparmi della ferita... Sempre che siate d'accordo...- Spiegò un po' titubante il castano.
Hanji gli porse il panno, scappando di corsa dopo un veloce abbraccio che valeva più di mille parole. Urlò un 'grazie' dall'esterno della porta.
Il giovane rimase solo in stanza col corvino, il quale lo scrutava mentre si avvicinava.
Eren si inginocchiò per raggiungere l'altezza del caporale, afferrò la mano di quest'ultimo tremando.Vide i lividi e i graffi, la piccola mano di Levi era stata rovinata e il ragazzo non riusciva a spiegarsi come fosse successo.
La portò all'altezza del proprio viso cominciando a disinfettare le ferite, sentì il capitano sussultare.Il più piccolo fece in modo e maniera di essere il più delicato possibile. Il corvino osservava ogni dolce movimento di Eren, notando l'imbarazzo che gli invadeva le guance.
Lo trovò immensamente tenero, un gesto così ingenuo, innocuo, sembrava strano che potesse piacere al capitano.
Il piccolo infermiere prese delle bende, che Hanji aveva precedentemente appoggiato vicino al paziente, e avvolse la mano pallida lasciando scoperte le dita per non impedire i movimenti al caporale.
Mentre fasciava le ferite sentì una goccia d'acqua sul dorso delle sua mano, alzò immediatamente lo sguardo incontrando gli occhi di Levi.
Una lacrima stava scendendo giù dai suoi occhi freddi, facendo arrossire violentemente il corvino tanto che Eren se ne accorse.
Il ragazzo si dimenticò di completare la medicazione continuando a guardare l'uomo. Il volto di quest'ultimo sovrastava di poco quello del giovane, altre lacrime cominciarono a sgorgare dagli occhi del capitano.
Il castano spostò le mani sul viso di Levi accarezzandogli le guance, asciugò le calde lacrime con i pollici.
Il caporale spalancò gli occhi sorpreso ma non oppose resistenza, lasciò che Eren col suo tocco lo calmasse.
Le lacrime non accennavano a smettere, ricadevano sulle mani del giovane che non perdeva tempo e le asciugava con movimenti veloci.L'uomo si lasciò cullare dalle calde mani di Eren, innamorandosi sempre di più di quel tocco. Finì le lacrime e solo allora il ragazzo riprese a avvolgere le bende.
-Ho stretto troppo?- Domandò il giovane, inspiegabilmente, tranquillo.
-No... Grazie, mocc...Eren.-
Il cuore del castano cominciò a pompare sempre più sangue ed ad accelerare i battiti.
'Levi mi ha chiamato per nome!' Urlava la sua mente.
Si innamorò del suono della voce del capitano quando pronunciava il suo nome, voleva sentirsi chiamare solo da lui, da nessun altro.
-Si figuri.- Eren si alzò in piede andandosi a sedere in una sedia vicino al corvino, il quale lo osservava tornando a respiri regolari e rilassati.
Il ragazzo ricordò il sangue sulla parete. 'Possibile che quel sangue appartenga al caporale e che si sia fatto del male di proposito?' Pensò dubbioso.
-Capitano, mentre venivo qui ho visto del sangue sul muro di pietre. Non era il suo, vero?-
//Oggi il capitolo lo metto di mattina 🙊🙈\\
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"Moccioso" //EreRi\\
FanfictionDopo il processo ad Eren Jaeger e all'affidamento di quest'ultimo a Levi Ackerman, per i due inizia il periodo di convivenza al di fuori delle mura. Tra incomprensioni, gelosie e umiliazioni i due si avvicineranno sempre di più fino ad ammettere, a...