58: -Need Help-

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-La pianti di seguirmi?- Domandò esasperato il corvino all'uomo più alto che gli stava dietro, senza scollargli gli occhi di dosso.

-Mi hai detto di fare come mi pare, o sbaglio?- Gli ricordò Erwin.

-Beh... stai diventando snervante.- Commentò non sapendo come correggersi, Levi.

-Preferisci che me ne vada?- Chiese ancora il comandante.

-L'hai capito, finalmente.- Rispose alzando le braccia al cielo il più basso.

I due uomini erano atterrati da un paio di minuti, su un tetto, mentre si apprestavano a guardarsi intorno alla ricerca di Eren. Avevano intuito che quest'ultimo si era trasformato, avevano udito il suo grido disperato mentre si destreggiavano sul movimento tridimensionale.

-Tempo fa non l'avresti detto...- Borbottò il biondo.

Levi distinse ciò che l'uomo al suo fianco gli aveva detto ed una voglia assurda, di dargli uno schiaffo e di scoppiare in lacrime, lo scosse.

-Non avrei nemmeno detto che fossi un'egoista.- Replicò il corvino.

-Sai che mi dispiace.- Ripeté Erwin osservando negli occhi grigi l'uomo più basso.

-Lo so, ma non lo credo.- Sentenziò Levi.

Un sospiro malinconico emesso dalla bocca del comandante, fecero riflettere il corvino sul suo amore per il castano.
Gli ritornò in mente la scena in cui anni prima, il biondo ed il caporale, avevano fatto l'amore. Il capitano aveva ammesso chiaramente i suoi sentimenti, all'uomo da lui tanto desiderato, ma non aveva ricevuto nessuna parola d'affetto da parte dell'amato.

'Non sono poi così diverso da lui.' Pensò Levi portandosi una mano tra i capelli. 'Quando ho confessato i miei sentimenti al mio moccioso? Mai .' Rifletté.

Ed era vero.
Glieli aveva scritti in pagine di un diario a cui aveva affidato la chiave al ragazzo, ma scriverli e confessarli sono due cose diverse.
Il semplice 'Ti amo' può risultare impossibile da pronunciare, è difficile per tutti la prima volta. E per un uomo come il caporale è difficile persino la seconda, dopo una delusione.

'Devo dirglielo di persona.' Si spronò poco prima di volgere l'attenzione ad Erwin.

-È laggiù.- Indicò il biondo verso le mura.

Videro una sagoma femminile arrampicarsi sulle mura, mentre sotto di essa era situata un cumulo di carne poco distinguibile da lontano.
La mente del capitano corse a pensare al titano di Eren, ed ebbe paura che l'incubo riguardante la sua morte potesse diventato realtà.

-Andiamo.- Ordinò il più basso all'uomo.

I due si lanciarono con il movimento tridimensionale fino a raggiungere il più velocemente possibile le mura.



Il capitano atterrò poco distante dal gigante rimasto ucciso, riconobbe il suo moccioso ancora sopra il corpo e si chiese perché non fosse sceso.
Sganciò il movimento tridimensionale cominciando a sentirlo fastidioso, soprattutto a causa della ferita alla gamba.

Il giovane continuava a strattonare il braccio disperatamente, non voleva morire proprio in quel momento. Aveva trovato la felicità e non avrebbe voluto perderla dopo nemmeno due giorni.
Levi notò l'intento del più piccolo nel liberarsi e capì che da solo non ce l'avrebbe fatta.

Guidato dal cuore si precipitò verso l'amato, nemmeno a metà strada tra lui ed il ragazzo, sentì la gamba cedergli. S'inginocchiò passandosi una delle due mani sulla ferita, massaggiò un po' la parte dolorante maledicendosi per non essere riuscito ad evitare il proiettile.

Gli occhi grigi si fecero improvvisamente pesanti, non riusciva a tenerli aperti ed il cuore pompava sempre più lentamente. Portò la mano libera sulle guance dandosi delle pacche per svegliarsi, riaprì gli occhi notando il gigante biondo essere quasi in cima alle mura.

Si alzò in piedi camminando verso il castano.

La sonnolenza dovuta a due notte insonni ed alla mancanza di caffeina si facevano sentire, avrebbe voluto non essere così stressato e così ansioso e riuscire a dormire almeno la notte passata. La paura di perdere Eren gli aveva giocato un brutto scherzo ed era quasi al limite delle sue forze.

-Levi...- Lo chiamò in lacrime il più piccolo. –Ho bisogno di aiuto...- Lo pregò.

Il corvino non se lo fece ripetere due volte, saltò sopra la schiena del corpo del titano del ragazzo ed afferrò il braccio dell'amato.
Tirò un paio di volte cercando allo stesso modo di non far del male al giovane.

-Taglialo.- Ordinò Eren a corto di lacrime.

-Cosa?!- Esclamò Levi, intuendo a cosa si riferisse il fidanzato.

-Non è un problema, ricrescerà dopo poco. Tagliami il braccio.- Continuò il più piccolo.

-Non ci penso neanche! Ci deve essere un'altra soluzione.- Obiettò l'uomo.

-No, non c'è. È rimasto in profondità e non penso che riusciremo a spostare tutto il corpo titanico.- Lo convinse il castano. –Ti prego, fai come ti dico. C'è una lama proprio qui sotto, prendila e taglia il braccio.-

-Ho paura.- Ammise il caporale. –Ho paura di farti male, non posso.-

-Si che puoi.- Lo rassicurò il ragazzo. –Non potrei mai odiarti, mi stai salvando la vita.-

-Ma...- Il corvino venne interrotto dalle dita del giovane che si poggiarono sulle sue labbra.

-Non sentirò nulla.- Sussurrò Eren lasciando una dolce carezza sulla guancia destra dell'uomo, il quale ancora sorpreso lo guardava.

Levi scese il tempo necessario per afferrare la lama che sbadatamente era caduta ad un soldato, si avvicinò al braccio del suo moccioso e prese un lungo respiro.

-Vado...- Balbettò chiudendo gli occhi.

Alzò la lama e con tutta la forza che aveva la scagliò contro il braccio dell'amato, al quale scappò un grido soffocato dalla mano ancora integra.

Quando il caporale riaprì gli occhi si ritrovò di fronte ad un Eren in lacrime, sapeva che non doveva farlo e questo lo fece star male.

-Dimmi che stai bene. Dimmelo.- Disse anche il corvino con le lacrime agli occhi abbracciando il più piccolo.

-Sto bene. Grazie infinite...- Sussurrò sulla pelle della guancia pallida il castano, nella quale lasciò un leggero bacio.

Sentirono un rumore sopra di loro, alzarono lo sguardo costatando che Annie stava lentamente precipitando.
Mikasa situata sopra le mura aveva appena tranciato le dita al gigante, senza preoccuparsi del fatto che sotto ad esso si trovavano ancora Eren e Levi.

La ragazza non li aveva visti ed aveva agito d'impulso, nonostante i suoi amici e la capo squadra Hanji gli stessero dicendo di non farlo.

Ormai il danno era fatto e ai due amanti non restava altro da fare che darsi una mossa e scappare.



//👏🏼👏🏼👏🏼 😑
Non aggiungo altro...

Anzi una cosa.
Grazie a tutte per gli auguri💕😚 siete dolcissime😍❤️ \\

"Moccioso" //EreRi\\   Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora