52: -You Deserve To Die!-

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-Buongiorno, moccioso.- Sussurrò teneramente il caporale sulle labbra del più piccolo.

Il ragazzo sbatté le palpebre più volte, la stanza era poco illuminata date le nubi che contornavano il cielo. Una giornata di pioggia era in arrivo.
Sentì le labbra dell'uomo sulle sue, chiuse nuovamente gli occhi assaporando il bacio mattutino più bello del mondo.

-Dormito bene?- Domandò poi il corvino stendendosi nuovamente.

-Con te, si.- Rispose abbracciando il capitano.

Levi strinse a se il suo moccioso, con un braccio, gli stampò un bacio sui capelli e lo cullò come sua madre faceva con lui da piccolo.
Eren si avvicinò al collo dell'amato inalando il suo particolare profumo, al giovane piaceva particolarmente quell'odore di caffeina e di pulito che solo il corvino possedeva.

-E tu?- Chiese il castano, procurando un brivido alla schiena del più grande.

-Non ho dormito molto.- Confessò lui.

-Cosa? E perché?- Si preoccupò il ragazzo appoggiandosi coi gomiti al materasso e guardando negli occhi il caporale.

-Perché volevo guardarti a lungo, sei... sei carino... mentre dormi...- Sussurrò imbarazzato l'uomo.

-Ma non puoi togliere ore di sonno, è importante dormire!- Obiettò un po' contrariato il castano, arrossendo per il complimento improvviso dell'amato.

-Sai come sono fatto.- Sospirò il capitano. –Non posso cambiare.-

-Levi...-

Eren venne interrotto da un rumore al di fuori della porta, qualcuno bussava con l'intento di farsi sentire e di essere aperto immediatamente.
Il corvino sbuffò alzandosi dal letto, si rivestì seguito dal giovane ed andò ad aprire la porta.

Un uomo molto conosciuto da entrambi entrò senza chiedere il permesso e si sedette alla scrivania della stanza di Levi.
I due fecero lo stesso, Erwin era l'unica persona che non sarebbe dovuto entrare in quel momento data l'ambiguità che poteva suscitare la presenza di Eren nella camera del capitano.

-Vi ho interrotto per caso?- Chiese l'uomo fingendo stupore.

Il biondo conosceva la motivazione della presenza del più piccolo in stanza con l'uomo più basso, li aveva sentiti la scorsa notte mentre il castano aveva pronunciato chiaramente quello che desiderava e l'aveva fatto apposta ad introdursi di primo mattino nella stanza dei due amanti.

-Certo che si.- Rispose freddamente il caporale. –Cosa vuoi?-

-Voglio informarvi.-

-Riguardo che cosa?- S'incuriosì il giovane.

'Riguardo la sua sfacciataggine e la sua presunzione, forse.' Commentò il corvino.

-Riguardo il tuo ritorno all'interno delle mura.- Ammise Erwin, con un ghigno, al ragazzo.

-Cosa?!- Esclamò Levi fulminando con lo sguardo il biondo.

-Mi dispiace, ma la missione è fallita e si può dire che la colpa sia sua. Non posso farci nulla se lo rivogliono indietro e lo uccideranno tra due giorni.- Spiegò sempre sorridente il comandante.

Eren con le lacrime agli occhi si portò le mani sulla bocca, la colpa era sua ma stava male. Quell'uomo che per molti mesi aveva considerato buono e sincero lo aveva accusato e non gli importava nulla di vederlo morire? Si sentì un'idiota nell'aver data così poca fiducia a Levi e nell'aver creduto alle parole di Erwin.

Le lacrime rigarono le sue guance, ma al castano poco importava data la morte ormai più che vicina. Si asciugò con la manica della maglietta le lacrime ed annuì sapendo che non poteva fare nulla se non accettare la realtà.

"Moccioso" //EreRi\\   Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora