Eren, intanto, veniva informato delle complicate modalità della prossima missione, insieme agli membri del Corpo di Ricerca.
-Ci sposteremo con i cavalli divisi in vari settori. Eren, tu, starai nelle retrovie centrali, insieme al capitano Levi e la sua squadra.- Cominciò a spiegare Erwin, lanciando delle occhiatine al giovane.
Il castano annuiva costantemente, mentre il resto della spiegazione proseguiva.
-Una cosa importante è tenersi in contatto.- Disse il comandante alzando leggermente la voce, per dare maggiore importanza alla frase. –Questi fumogeni servono per comunicare con le altre squadre. Vi spiegheremo dettagliatamente il colore da utilizzare in ogni possibile situazione.- Concluse Erwin prima di lasciare andare i vari soldati.
Eren si sentiva carico, non vedeva l'ora di poter uccidere altri titani, di divorarli, di vederli soffrire nello stesso modo in cui lui aveva sofferto.
La cosa che però più desiderava era lavorare al fianco di Levi, lo avrebbe potuto difendere e proteggere.
'Non m'interessa se può farcela da solo. Sarà anche l'uomo più forte dell'umanità, ma potrebbe benissimo perdere la vita come uno di noi.' Pensava restando fermo sul posto.
Non aveva fatto caso ai suoi amici che lo salutavano o alla gente che, per sbaglio, gli finiva addosso.
-Viene a pranzo?- Domandò una voce al castano.
-Va bene.- Rispose senza curarsi di chi gli aveva posto la domanda.
Seguì la voce mascolina che lo stava conducendo nella sala da pranzo.
Appena entrò, il giovane, vide che non si trattava della solita stanza dove mangiava col caporale.
Era molto più grande e luminosa, il tavolo era lungo e largo ed era di legno massiccio.
Le finestre riflettevano la luce del sole a mezzogiorno, illuminando la sala.Il ragazzo si guardò in giro cercando qualcuno di sua conoscenza, ma tranne l'uomo che lo aveva invitato non c'era nessuno.
-Accomodati.- La voce apparteneva ad Erwin.
Eren fece ciò che l'uomo gli aveva suggerito, capì che quella doveva essere la sala da pranzo dei capi squadra.
-Grazie.- Mormorò flebilmente, il giovane.
Il biondo si sedette affianco al ragazzo sorridendo.
Aspettarono qualche minuto ed altre persone entrarono nella stanza, tra i presenti il più piccolo riconobbe Mike.
Eren sperò di vedere Hanji, ma della donna neanche l'ombra.Ben presto la sala si fece rumorosa ed animata, tutti mangiavano e parlavano scherzando. Solamente il castano si sentiva fuori posto ed Erwin se ne accorse.
-Dimmi Eren.- Iniziò lui provocando un brivido alla schiena del giovane.
-Si?- Balbettò non sapendo bene come comportarsi.
Il caporale Levi odiava l'uomo che in questo momento parlava con lui, ma poteva dire la stessa cosa di Erwin?
-Hai rivisto i tuoi amici?- Chiese il biondo, gentilmente.
-Si... Appena sono arrivati.- Rispose nel migliore dei modi il giovane.
-Non eri con Levi in quel momento?- Domandò corrugando le sopracciglia, Erwin.
Eren annuì. –Mi ha dato il permesso.-
-Strano.- Commentò a bassa voce l'uomo, accennando uno strano sorriso.
-Perché?- Chiese senza pensare il castano, un po' infastidito dalle parole e dal comportamento del comandante.
La stanza cominciava a svuotarsi, ma il biondo non rispondeva alla domanda del ragazzo che pensò bene di non rifare.
Rimasero soli, così il giovane pensò di lasciare la sala per poter raggiungere il capitano.-Dove vai Eren?- S'incuriosì Erwin sentendo la sedia affianco alla sua spostarsi.
-Raggiungo il caporale Levi.- Rispose conciso il ragazzo.
-Te l'ha chiesto lui?-
Il castano fece cenno di 'no' col capo. –No, ma credevo di dover andare da lui...- Cercò di spiegare.
In realtà avrebbe voluto solo scappare dal biondo e rifugiarsi da qualche altra parte.
-Se hai voglia di pulire le stalle, vai pure.- Replicò l'uomo avvicinandosi al giovane.
-In che senso?-
-Ti manderebbe a pulire, vista la sua poca pazienza. Oppure ti farebbe fare qualcos'altro.- Spiegò il biondo. –Non hai mai fatto caso a quello che provi quando sei insieme a Levi?- Domandò fermandosi a pochi passi dal castano.
-Stai male, vero?- Domandò Erwin.
-No... cioè... no...- Eren, nervoso, balbettava guardandosi le punte degli stivali.
Destò la curiosità del biondo, aveva messo sotto pressione il più piccolo con l'intento di fargli ammettere i suoi sentimenti verso il corvino.
-Sii sincero.- Incalzò Erwin. –Quell'uomo ti tratta male, l'ho notato. Per non parlare di quando ti rimprovera ingiustamente.- Il biondo appoggiò una mano sulla spalla del ragazzo. –Resta con me.-
Negli occhi del comandante, il giovane, notò preoccupazione nei suoi confronti. Percepì che quell'uomo non era come Levi gliel'aveva disegnato, ma era una persona protettiva e sincera.
Eren annuì convinto della sua scelta, guardando negli occhi azzurri Erwin.
Il comandante sorrise, contento di essere riuscito a convincere il più piccolo e di averlo portato dalla sua parte.'Ha ragione.' Pensò il castano.
Levi non l'aveva quasi mai trattato bene, quegli unici momenti in cui si mostrava gentile servivano solo per destabilizzare il ragazzo poi sarebbe tornato all'attacco.
Lo umiliava sempre e l'unico suo divertimento era provocarlo o fargli del male.Il giovane si fidava di Erwin.
'Non sarò più il suo moccioso!' Pensò tra se e se.
//Quante odiano il lunedì?🙈\\
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"Moccioso" //EreRi\\
FanfictionDopo il processo ad Eren Jaeger e all'affidamento di quest'ultimo a Levi Ackerman, per i due inizia il periodo di convivenza al di fuori delle mura. Tra incomprensioni, gelosie e umiliazioni i due si avvicineranno sempre di più fino ad ammettere, a...