57: -Fight-

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In forma titanica già da una decina di minuti, Eren, era riuscito a portare l'avversaria vicino alle mura.
Non mancarono le ferite che puntualmente invadevano entrambi i corpi titanici dei due ex compagni di corso.

L'obiettivo del castano era divenuto subito chiaro, la distruzione della forma titanica di Annie, non riusciva a credere che fosse reale ciò che aveva rivelato Armin e si diede dell'idiota per aver dato fiducia alla giovane piuttosto che al migliore amico.

Il biondo aveva sempre avuto ragione, ed il ragazzo lo sapeva, ma è difficile ammettere di aver torto per tutti ed Eren non l'avrebbe mai ammesso.
Mentre sferrava l'ennesimo pugno al gigante biondo, pensò che il suo carattere non era mai stato dei migliori. Si considerò un presuntuoso con un'indole vendicativa ed incapace di ascoltare qualsiasi persona attorno a lui.

L'esempio più semplice fu quando sua madre gli disse di non entrare per nessun motivo nel Corpo di Ricerca, e lui puntualmente non aveva ascoltato. Non ascoltava, si limitava ad agire per conto suo e le sue azioni avevano delle conseguenze, molte volte irreparabili.

La morte della squadra durante l'attacco dei giganti a Trost, il pericolo che aveva fatto correre agli amici quando i soldati volevano ucciderli con delle cannonate, la morte della squadra di Levi e la scampata morte di quest'ultimo.

Forse era semplicemente perseguitato dalla sfortuna, fin da piccolo, o forse era semplicemente così che la vita doveva andare.
Eren rifletté sull'ultimo punto. Se la madre non fosse morta, molto probabilmente non sarebbe entrato nella Legione Esplorativa e prima ancora non avrebbe conosciuto nessuno delle persone che erano morte prima di lui o a causa sua.

Non avrebbe un senso di colpa così grande per la morte di Marco e sarebbe al sicuro dentro le mura, a fare uno di quei umili lavori che permettevano agli uomini di sopravvivere.

Una vita monotona, senza esperienze, senza emozioni e senza amore.
Una vita semplice.

C'era invece una ragione se la madre era stata uccisa, ed era molto probabilmente spingere ancora di più il ragazzo verso la strada per diventare soldato. C'era una ragione anche per la morte di tutti i suoi amici ed era far scaturire in lui la capacità di diventare un gigante, e c'era una spiegazione anche per la morte del migliore amico di Jean alla quale non aveva trovato risposta.

Soprattutto se non avesse vissuto tre anni solo, con i suoi due amici, allenandosi ed incontrando la morte svariate volte, non avrebbe mai conosciuto Levi. L'unica persona che amava, per il quale avrebbe fatto di tutto come si era ripromesso più volte.

Quell'uomo tanto freddo ed acido, con un carattere irritante ed uno strano modo di vivere. Nessuna delle caratteristiche del caporale avevano attratto il giovane, all'inizio.
Si chiese anche se avesse una moglie e come potesse sopportarlo, poi si rese conto che dentro quell'uomo c'erano incubi, c'era agonia e c'era paura.

Capì in quei momenti passati insieme che sarebbe stato il castano a diventare il marito del più grande, gli apparteneva e gli era legato. Non a caso era proprio l'uomo ad avvicinarsi al ragazzo quando e come poteva, non gli dava più fastidio la sua presenza come all'inizio ed Eren ne era felice.

Il corvino era pur sempre umano, aveva anche lui dei sentimenti che al giovane erano passati inosservati. Era stato bravo a nasconderglieli fino a quando nemmeno il capitano era riuscito a reggere lo sforzo e l'aveva baciato.

Il primo bacio del più piccolo.

Il caporale possedeva una dolcezza tanto naturale che faceva piangere di gioia il castano, ogni singola volta che gli mostrava quel lato nascosto ed impacciato che faceva risultare il capitano tenero lo stesso.
Sorridere era la cosa più bella che l'uomo avesse mai fatto di fronte al suo moccioso.

Levi aveva un sorriso particolare, non era assolutamente falso mentre lo faceva, erano talmente poche le situazioni in cui sorrideva che quelle poche volte erano le uniche che il capitano riteneva importanti da essere ricordate con un suo sorriso.

Eren ripensò al primo sorriso che vide del più grande, un sorriso timido ed innocente, uno dei migliori ricevuti da chiunque. Era in assoluto il suo preferito ed aveva fotografato con la mente quell'istante per ricordarselo per sempre.
Se mai il corvino non avesse mai più regalato nessun sorriso al suo amato, costui ne avrebbe dipinto un'intera parete della sua casa per mostrargli quanta bellezza e gentilezza teneva nascosta.

L'amore per Levi era infinito ed inesauribile, era per lui che andava avanti e non avrebbe lasciato nessuno interferire con il loro giovane sentimento.

Annie rinforzò entrambe le mani sferrando due pugni ben assestati alla testa del titano di Eren, il quale cadde a terra inerme.
Il castano uscì dalla collottola ad occhi chiusi e lasciò andare un lungo respiro.

Armin, Jean e Mikasa erano riusciti a spiegare molto velocemente alla capo squadra Hanji cosa fosse successo. Allarmata ordinò alla maggior parte dei suoi uomini di seguirla per recuperare Eren prima che potesse essere ucciso.

La corvina prese una strada alternativa, passò dalle mura raggiungendone la sommità grazie al movimento tridimensionale. Corse più veloce che poté per raggiungere il fratello ed aiutarlo.

Impegnata nella corsa vide il corpo del titano del giovane rovinare a terra, aumentò la velocità gridando il nome del ragazzo.

'Deve morire!' Urlò dentro di se raggiungendo il punto in cui Annie si trovava.

Guardò la bionda con le mani distrutte, osservava Eren che apriva gli occhi lentamente cercando di comprendere dove fosse. Il gigante dalle fattezze femminili si girò voltandosi verso il muro ed una volta ricresciute le mani cominciò a scalare il muro, con molto calma.

Mikasa aspettò ancora qualche istante, data la postazione molto in alto non riuscì a vedere il castano ed immediatamente pensò che fosse riuscito a scappare. Si preparò all'attacco aspettando il momento opportuno.

Intanto il ragazzo era riuscito a comprendere la situazione, Annie era esattamente sopra di lui ed era già ad una buona altezza. Se fosse caduta, sarebbe morto con lei per cui si affrettò ad uscire dal corpo del titano.

Strattonò le parti del busto rimaste accorpate alla carne del gigante, lo fece il più veloce possibile ed era finalmente libero.
Solo un braccio era rimasto incastrato sotto la carne e non ne voleva sapere di staccarsi.

'Cavolo!' Esclamò tirando il braccio il più forte possibile.




// Eren: Venga Caporale!

Levi: Che ti prende, moccioso?

Eren: Al mio tre dica questa frase *sussurra all'orecchio di Levi qualcosa*

Levi: Se ci tieni tanto...

Eren: 1... 2... 3...

Levi&Eren: AUGURIIII PECORELLA!!🎉❤️

Che teste di...
*tossisce*
Grazie infinite, mocciosiiii!!

Levi: Bada a come parli...😒\\

"Moccioso" //EreRi\\   Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora